lunedì 30 aprile 2012

VANESSA SCIALFA, LA LETTERA DELL'EX:"AVREI VOLUTO PROTEGGERTI"


ENNA - «Ho vissuto ogni giorno con la paura che potesse capitare qualcosa, che qualcuno ti potesse portare via da me. Con la mia stupida gelosia forse ti ho perso, ma ti assicuro che l'ho fatto solo per te per proteggerti per non permettere a nessuno di farti del male. Mi manchi tanto. Ne abbiamo combinate tante assieme, belle e brutte, abbiamo sorriso e pianto ma pur sempre insieme». Lo scrive Alessandro, l'ex fidanzato di Vanessa Scialfa, in una lettera che è stata letta da un amico al termine del funerale.
La giovane sarebbe stata strangolata dal suo nuovo fidanzato, Francesco Lo Presti, proprio per avere pronunciato il nome del suo ex in un momento di intimità. «Che questo viaggio sia per te una nuova avventura. Sorridi come hai sempre fatto - scrive ancora Alessandro - perchè un giorno ci rivedremo. Sei diventata l'angelo di tutti noi, sei entrata nel cuore delle persone che ti vogliono bene, sei l'angelo piu bello».

PARROCO CHIEDE IL PERDONO «Gesù perdona lui perchè non ha saputo amare, non ha saputo capire ciò che invece lei aveva saputo fare». Lo ha detto Don Franco Greco nell'Omelia del funerale di Vanessa Scialfa, 20 anni, strangolata dal convivente Francesco Lo Presti, al Duomo di Enna. «Fa rabbia - ha aggiunto il sacerdote - per come Vanessa ha conclusa la sua breve vita terrena, una rabbia che deve portarci a riflettere. Siamo stati sconfitti perchè purtroppo la scelta di vita che stiamo facendo non propone il vero, il giusto e allora basta un niente per distruggere tutto. Possiamo considerare Vanessa una martire dell'amore. Lei purtroppo per questo suo amore ha dovuto immolare la sua vita

Fonte: http://www.leggo.it/news/cronaca/vanessa_scialfa_la_letter%20_dellex_avrei_voluto_proteggerti_foto/notizie/177816.shtml

CASO CUCCHI, ASSOLTO UN FUNZIONARIO.LA SORELLA: "COSÌ È MORTO DUE VOLTE"


ROMA -  È stato assolto nel processo di secondo grado Claudio Marchiandi, il funzionario del Prap (Provveditorato regionale amministrazione penitenziaria) condannato con rito abbreviato in primo grado a due anni di reclusione dal gup Rosalba Liso (il 25 gennaio 2011) nell'ambito del processo sulla morte di Stefano Cucchi, il 31enne fermato per droga il 15 ottobre 2009 e morto una settimana dopo nel reparto di medicina protetta dell'ospedale Sandro Pertini di Roma. Lo hanno deciso i giudici della III Corte d'Appello, presieduta da Laura Cerini, dopo circa due ore di camera di consiglio. Accolta così la tesi della difesa, rappresentata dall'avvocato Oliviero De Carolis, respinta invece la richiesta del pg che, la scorsa udienza, aveva chiesto al collegio di confermare la condanna per falso e favoreggiamento e di assolvere l'imputato invece per l'accusa di abuso d'ufficio.

GLI ALTRI IMPUTATI Altre dodici persone coinvolte nella stessa vicenda (sei medici, tre infermieri e tre agenti della polizia penitenziaria) sono invece sotto processo con rito ordinario davanti alla III Corte d'Assise. Secondo l'accusa Marchiandi avrebbe concorso alla falsa rappresentazione delle reali condizioni di Stefano Cucchi per consentire il suo ricovero al Pertini, di aver abusato del suo ruolo elaborando personalmente fuori orario di lavoro in ospedale la richiesta di disponibilità del posto letto, di avere aiutato gli agenti della penitenziaria a eludere le indagini. «Siamo contenti per la decisione della Corte d'Appello - ha commentato l'avvocato De Carolis - sarebbe comunque importante conoscere la verità. Lo dobbiamo a Stefano Cucchi e speriamo che sulla sua morte sia fatta luce». «Rispettiamo la decisione dei giudici - ha detto Giovanni Cucchi, padre di Stefano - perché per come era stata impostata l'accusa non c'erano i presupposti per giungere ad una decisione diversa. I nostri legali ci avevano preparato a questa assoluzione. Ce l'aspettavamo quindi ma restiamo comunque molto amareggiati. Con l'ipostazione che la Procura ha dato a questa vicenda ci stanno portando al massacro, stanno uccidendo di nuovo Stefano. Adesso speriamo che nel processo principale la superperizia che sarà disposta sia equa e che porti ad una verità che fino ad oggi non è arrivata».

«IL FATTO NON SUSSISTE» In particolare Marchiandi è stato assolto con la formula «perché il fatto non sussiste». Ora si attende l'esito del processo principale. Per la prossima udienza, fissata per il nove maggio, i giudici della III Corte d'Assise, presieduti da Evelina Canale, affideranno ad un gruppo di esperti l'incarico di svolgere una nuova perizia per far luce sulle cause della morte di Stefano Cucchi. Lesioni aggravate, abuso di autorità nei confronti di arrestato, falso ideologico, abuso d'ufficio, abbandono di persona incapace, rifiuto in atti d'ufficio, favoreggiamento, omissione di referto, sono i reati contestati, a seconda delle singole posizioni processuali, agli imputati dai pm Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy. Sono i reati contestati, a seconda delle singole posizioni processuali, alle dodici persone sul banco degli imputati nel processo principale.

LA SORELLA: «CI PORTANO AL MASSACRO» «I pm ci stanno portando al massacro come il nostro avvocato aveva previsto un anno fa. Questo accade quando si vogliono dare contentini e non verità». Lo afferma Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, commentando l'assoluzione in Corte di Appello, perchè il fatto non sussiste, per il funzionario del Prap (Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria) Claudio Marchiandi, che con il rito abbreviato era stato condannato in primo grado nell'ambito del processo per la morte del ragazzo. «Noi abbiamo sperato nella conferma della condanna di colui che ha fatto in modo che Stefano, ferito, venisse nascosto agli occhi di tutti e soprattutto ai nostri occhi, facendolo ricoverare al Pertini - afferma Ilaria Cucchi - Ma il nostro avvocato ci aveva avvisati. All'udienza preliminare si è rivolto ai pubblici ministeri dicendo queste precise parole 'cambiate il capo d'imputazione. La famiglia Cucchi non vuole contentini ma solo verità e giustizià. Infine si era girato verso di loro dicendo 'non portateci al massacro. Vedete tutti questi valenti avvocati? Ci faranno a pezzi con questo capo d'imputazionè». «Noi siamo normali cittadini che pagano le tasse e rispettano la legge. Abbiamo chiesto alla procura di avere copia della fonoregistrazione di quell'intervento per farlo ascoltare ma ci è stata inspiegabilmente negata - prosegue - Comprendiamo questa sentenza che era stata prevista anche dal nostro avvocato».

«Quello che non comprendiamo è l'atteggiamento della procura di Roma - sottolinea Ilaria Cucchi - Tutti possono sbagliare o accorgersi che le proprie idee o convinzioni vengano superate o corrette dagli eventi processuali e non. Ma perchè questo per principio non 'devè mai accadere ai pm?». «Perchè noi dobbiamo assistere ad alleanze strane quanto incomprensibili tra pm e difese a seconda dei momenti e degli accadimenti, ma comunque sempre contro di noi? Attendiamo con fiducia la nomina dei periti del processo principale - prosegue - Quando ne conosceremo l'identità capiremo meglio ciò che dalla giustizia ci verrà riservato. Immagino che ora, come le vittime di piazza della Loggia, dovremmo anche noi pagare le spese processuali. Ma i pm? Rispettiamo questa sentenza». «Lo spettacolo a cui assistiamo quando i pm fanno comunella con gli avvocati delle difese è indecoroso - continua - E poi si oppongono alle domande pertinenti del nostro avvocato che potrebbero far emergere la verità. E tutto questo solo per portare avanti la questione di principio piuttosto che ammettere di aver sbagliato tutto. Imputati sbagliati. Capi d' imputazione sbagliati. E nessun rispetto per la morte di Stefano, per il nostro dolore e per la verità. Spero che i giudici porranno fine a tutto questo».

Fonte: http://www.leggo.it/news/cronaca/caso_cucchi_assolto_un_funzionario_la%20sorella_cosi_e_morto_due_volte_/notizie/177789.shtml

ABORTO volontario è un OMICIDIO



"Ogni volta che l'avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me".   (MATTEO 25,40)

"L'aborto è un grave peccato. Dovete aiutare molto le donne che hanno abortito. Aiutate loro a capire che è un peccato. Invitatele a chiedere perdono a Dio e ad andare a confessarsi. Dio è pronto a perdonare tutto, poiché la sua misericordia è infinita. Cari figli, siate aperti alla vita e proteggetela." (1 SET 1992)
"I bambini uccisi nel seno materno sono ora come piccoli angeli attorno al trono di Dio." (3 SET 1992)
"Milioni di bambini continuano a morire a causa dell'aborto. La strage degli innocenti non è avvenuta soltanto dopo la nascita di mio Figlio. Si ripete ancora oggi, ogni giorno." (2 FEB 1999)
   (MADONNA DI MEDJUGORJE - Messaggi durante apparizioni ai veggenti)

"L'aborto procurato è l'uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita".
   (GIOVANNI PAOLO II - Evangelium Vitae, Città del Vaticano 1995, n. 58)

"Per questo è necessario aiutare tutte le persone a prendere coscienza del male intrinseco del crimine dell'aborto che, attentando contro la vita umana al suo inizio, è anche un'aggressione contro la società stessa..."
   (PAPA BENEDETTO XVI - L'Osservatore Romano - 4 Dicembre 2005)

"Basterebbe un giorno senza nessun aborto e Dio concederebbe la pace al mondo fino al termine dei giorni."
   (SAN PADRE PIO - risposta ad una domanda del Dott.Lotti)

"Mi sembra chiaro come la luce del giorno che l'aborto è un crimine."
   (MAHATMA GANDHI)

La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. "Chi procura l'aborto, se ne consegue l'effetto, incorre nella scomunica latae sententiae" (Canone 1398), "per il fatto stesso d'aver commesso il delitto" (Canone 1314) e alle condizioni previste dal diritto. La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all'innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta la società.
   (2272 - CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA)

«"[...] Sento che oggigiorno il più grande distruttore di pace è l'aborto, perché è una guerra diretta, una diretta uccisione, un diretto omicidio per mano della madre stessa. [...] Perché se una madre può uccidere il suo proprio figlio, non c'è più niente che impedisce a me di uccidere te, e a te di uccidere me. [...]"» (da "Nobel lectures", "Peace" 1971-1980, 11 dicembre 1979)
"Noi combattiamo l’aborto con l’adozione. Se una madre non vuole il suo bambino, lo dia a me, perché io lo amo".
   (BEATA MADRE TERESA DI CALCUTTA)

"Sono traumatizzato della legalizzazion dell'aborto perchè la considero, come molti, una legalizzazione dell'omicidio."
Pier Paolo Pasolini - gennaio 1975

La rabbia sociale male del secolo



L'ondata dell'antipolitica si sta ingrossando e proviene da destra, da sinistra e anche dal profondo della società, indipendentemente dalle etichette politiche di originaria appartenenza.

L'ondata ricorda lo "tsunami", si verifica a lunghi intervalli, è capace di produrre distruzioni e danni enormi ma con la stessa velocità con cui arriva si placa lasciando tuttavia dietro di sé un cumulo di rovine.

L'onda lunga è invece quella degli oceani, un moto naturale delle acque che alimenta la vita del mondo marino e terrestre e dell'atmosfera che ci circonda e ci sovrasta. Se vogliamo utilizzare questi fenomeni per meglio comprendere quanto sta accadendo da qualche anno nelle economie dell'Occidente, possiamo dire che allo "tsunami" dell'antipolitica fa riscontro l'onda lunga della politica. Ma dobbiamo anche aggiungere che in alcuni paesi l'ondata antipolitica è più frequente che in altri. L'Italia è uno di questi; l'antipolitica da noi è quasi un fatto permanente e minaccioso d'una società che ha conosciuto assai tardivamente lo Stato e lo ha visto sempre come una potenza ostile da combattere e da frodare.

I democratici di buona volontà dovrebbero dunque sforzarsi di rinnovare e rafforzare l'onda lunga della politica, cioè di una consapevole visione del bene comune da opporre allo "tsunami" dell'antipolitica. Accade invece che la politica galleggi su acque stagnanti e paludose, infestate da miasmi e malarie.

Ho più volte ricordato in questi mesi che c'è un punto preliminare da cui dobbiamo prender le mosse: l'economia globale ha messo in contatto tra loro le masse di persone che vivono in paesi di antica opulenza e le masse che abitano paesi di antica povertà.

Questi due campi di forze così diversi e finora refrattari tra loro sono entrati in comunicazione ormai permanente e crescente e questa comunicazione ha creato un improvviso squilibrio nell'uno e nell'altro campo. La tendenza ad un nuovo equilibrio crea un trasferimento inevitabile di benessere dai paesi ricchi a quelli poveri o meno ricchi e quel trasferimento è destinato a continuare fino a quando l'equilibrio tra i due campi non sarà stato raggiunto.

Ci sono molti strumenti economici e politici per ridurre i costi sociali di questo percorso che tuttavia resta un dato di fondo al quale è del tutto inutile ribellarsi.


Ribadita questa premessa, veniamo ai fatti rilevanti di questa fase. L'evento principale è la vittoria del socialista Hollande al primo turno delle presidenziali francesi, la forte probabilità della sua elezione al secondo turno e la contemporanea comparsa del neo-lepenismo di massa (18 per cento dei voti espressi) che potrà notevolmente influire sul formarsi d'una nuova destra populista e anti-europea.

Se Hollande sarà proclamato Presidente della Repubblica domenica prossima, sappiamo già che il suo primo incontro dopo la formazione del governo sarà quello con Angela Merkel con l'obiettivo di costruire su nuove basi il patto di amicizia che lega le due maggiori nazioni europee.

Hollande punta sulla crescita dell'economia europea, ma anche la Merkel punta sulla crescita. Prima lo diceva con voce sommessa, ora lo dice con voce alta e sicura. Con la stessa voce alta e sicura lo dice anche Mario Draghi e anche il nostro Mario Monti, sostenuto in questa sua linea da tutti e tre i partiti che appoggiano il suo governo. E perciò crescita crescita crescita. Ma con quali strumenti per ottenerla? E con quali tempi necessari a vederne gli effetti?


Gli strumenti proposti da Hollande sono di ottenere l'esenzione delle spese per investimenti dal patto di stabilità fiscale voluto dalla Germania e approvato dalle Autorità europee; ottenere l'emissione di "project bond" per finanziare infrastrutture europee; accrescere le risorse del bilancio europeo amministrato dalla Commissione di Bruxelles e aumentare le risorse della Banca d'investimento (Bei) destinate anch'esse a specifici progetti di infrastrutture inter-frontaliere.

Le richieste francesi sono in larga misura condivise dalle Autorità di Bruxelles. La Germania - e la Bce di Draghi - ne condividono alcune ma escludono i "project bond" e sono molto caute sugli investimenti della Bei. Mario Monti si colloca a metà strada tra le richieste di Hollande e le probabili risposte negative della Merkel ad alcune di esse. In più Monti aggiunge la richiesta dei diciotto paesi dell'Unione di aumentare l'intensità delle liberalizzazioni sul mercato dei servizi in tutta l'area dell'Unione.

Il negoziato - sempre che Hollande vinca il secondo turno delle presidenziali - avverrà tra l'8 maggio e le riunioni dei vertici europei di fine giugno. Un compromesso positivo è molto probabile. Per quanto riguarda l'Italia l'esito del negoziato ha grande importanza ma non esaurisce i nostri problemi politici, economici e sociali. Restano infatti da risolvere le maggiori tutele sociali (esodati), la tenuta dei partiti della "strana maggioranza" e i loro reciproci conflitti; l'esito politico delle amministrative del 6 e 7 maggio; la riforma della legge elettorale; gli strumenti da adottare nella lotta contro la recessione; l'approvazione della riforma del lavoro; la "governance" della Rai. E scusate se è poco.

Tralascio di approfondire i temi di questo lungo elenco che sono stati già ampiamente esaminati su queste pagine nei giorni scorsi. Ma ce n'è uno che tutti li contiene e può determinarne l'esito; riguarda l'atteggiamento dei partiti che appoggiano l'attuale governo. Essi temono che l'ondata antipolitica, già prossima ad intercettare il 20 per cento dei voti stando ai sondaggi, possa ulteriormente crescere fino a rappresentare un quarto dei voti espressi e a creare anche una diffusa astensione, tale da ridurre fino al 60 per cento il numero degli elettori che andranno alle urne. Il combinato disposto tra astensioni e voti antipolitici produrrebbe un colpo estremamente grave per i partiti "costituzionali" (chiamiamoli impropriamente così) e metterebbe in serio periglio la stessa sopravvivenza della democrazia parlamentare.

La tentazione di anticipare il voto al prossimo ottobre traluce ormai da ripetute sortite e rende più incerta l'azione del governo e l'andamento dei mercati. D'altra parte la preoccupazione dei partiti è comprensibile. L'"impasse" in cui si trovano è di difficilissima soluzione: anticipare il voto rischia di squalificarli ancora di più e getterebbe il paese in una fase d'insicurezza assai grave; aspettare ancora un anno fino alla scadenza naturale della legislatura prolungherebbe però la loro cottura a fuoco lento. Qual è dunque la soluzione del rebus?

Una soltanto: i partiti che chiamiamo costituzionali votino intanto una legge elettorale che abolisca il premio di maggioranza o lo faccia scattare soltanto per chi superi il 40 per cento dei voti, ponga una soglia alta (5 per cento) per entrare in Parlamento, vieti le coalizioni elettorali, abolisca dalla scheda elettorale il nome del leader, prenda a modello la legge elettorale tedesca applicata a collegi di piccole dimensioni come previsto dalla legge spagnola.

Nel frattempo il governo, ricevuta l'assicurazione formale e solenne della sua permanenza in carica fino al termine della legislatura, adotti una serie di provvedimenti capaci di accrescere le tutele sociali estendendone la durata e ampliandone la sfera d'applicazione, tagli le spese improduttive e persegua - come sta già energicamente facendo - il recupero dell'evasione fiscale; cartolarizzi una parte del patrimonio pubblico vendibile e mandi avanti il pagamento del debito pregresso verso le imprese fornitrici.

Con le risorse prodotte con questi interventi, diminuisca le imposte sul lavoro, aumenti i crediti d'imposta per investimenti destinati a innovazioni e ricerca, rilanci l'apertura dei cantieri edilizi e introduca sgravi d'imposta sui redditi medio-bassi del lavoro dipendente.

Le risorse recuperabili dalle fonti sopra indicate possono arrivare sicuramente a 80 miliardi, forse a cento e quindi sono in grado di produrre un allentamento della tensione sociale in attesa che le liberalizzazioni e la riforma pensionistica producano gli attesi effetti sul gettito delle entrate.

Questi interventi-ponte sono oltremodo necessari e urgenti per diminuire o almeno non far aumentare il tasso di rabbia sociale che, se lasciato alla deriva, può creare uno sconvolgimento economico con i relativi effetti sui mercati finanziari.

Chi si preoccupa soltanto dello "spread" e considera la rabbia sociale come un fenomeno marginale e sopportabile, non coglie un aspetto fondamentale del problema. La "polis" deve tenere nello stesso conto le leggi economiche e le dinamiche sociali da esse provocate; non a caso i classici della scienza economica, a cominciare da Adam Smith, insegnavano filosofia morale. Chi si proclama "smithiano" dovrebbe almeno studiare il pensiero e la formazione culturale del suo autore di riferimento prima d'impegnarsi sui precetti del liberismo senza se e senza ma.

Un'ultima osservazione: il presidente Monti punta giustamente sull'aumento della produttività delle imprese e sulla loro competitività. Mi auguro che non cada nell'errore di far coincidere l'aumento della produttività con la diminuzione del costo del lavoro. Quest'ultimo è soltanto uno dei componenti d'una maggiore produttività e neppure il più importante. I più importanti sono l'innovazione dei prodotti e dei processi di produzione e dipendono sia l'uno che l'altro dagli imprenditori e non dai lavoratori. Quanto al costo del lavoro dipendente esso deriva in buona parte dalla differenza tra salario lordo e salario netto. In questo caso la sua diminuzione si verifica con un taglio del cosiddetto cuneo fiscale e cioè con la fiscalizzazione dei contributi. Sono sicuro che il professor Monti queste cose le conosce molto meglio di me e agirà quindi di conseguenza.
Fonte: http://www.repubblica.it/politica/2012/04/29/news/la_rabbia_sociale_male_del_secolo-34131671/

VIOLENTAVA MINORENNI A RAGUSA:STUPRATORE SERIALE FERMATO IN ROMANIA



Il modus operandi era sempre lo stesso: aggrediva alle spalle giovani donne, spesso minori, la mattina presto, sempre tra le 7 e le 7.30. Poi le molestava, toccandole e spesso masturbandosi in strada, infine le scaraventava a terra e fuggiva. Sono almeno dieci i casi di aggressione e violenza che la Squadra Mobile di Ragusa contesta al latitante romeno di 25 anni che è stato arrestato ieri mattina in Romania, grazie alla collaborazione con l'Interpol. Il 25enne agiva sempre nelle stradine del centro di Ragusa, dove si concentrano diverse scuole. Grazie alle testimonianze di tre vittime, che sono riuscite a vederlo in faccia, la Squadra Mobile è riuscita a individuarlo. Il romeno nel frattempo si è reso irreperibile. A quel punto il gip del tribunale di Ragusa, su richiesta del pm, ha emesso un mandato di arresto europeo. Le accuse nei confronti del 25enne, bloccato ieri dalla polizia romena che entro due settimane sarà estradato in Italia, sono violenza sessuale aggravata da lesioni e atti osceni in luogo pubblico.

Fonte: http://www.leggo.it/news/cronaca/violentava_minorenni_a_ragusa_stupratore%20seriale_fermato_in_romania/notizie/177735.shtml

Napoli: portiere perde lavoro e casa, disperato si impicca



 Il suo lavoro era fare il portiere in uno stabile del centro di Napoli, zona corso Garibaldi, ma l'aveva perso. Nel 2011, infatti, gli era arrivata una lettera di licenziamento e avrebbe dovuto lasciare il suo posto ad ottobre 2012, anche se aveva avviato un contenzioso legale. In piu', il 'basso' in cui viveva, in corso Garibaldi, era stato pignorato e una agenzia immobiliare ne stava valutando la messa sul mercato, la madre e' morta da poco, e i figli vivevano al Nord. Piu' di una causa dunque dietro il suicidio per impiccagione dell'uomo trovato cadavere dai vigili del fuoco. I vicini lo descrivono come persona schiva e riservata, ma che non sembrava avere problemi economici. La polizia continua a scavare nella vita dell'uomo e sta avvisando i familiari. Un fratello dovrebbe risiedere in un quartiere vicino.

Fonte: http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201204301223-ipp-rt10073-napoli_portiere_perde_lavoro_e_casa_disperato_si_impicca

Ragazza violentata da due stranieri sul treno regionale Milano-Modena


La 31enne è scesa a Lodi e ha avvisato i carabinieri: arrestati un nordafricano e un tedesco. Avevano dell'hashish

Un nordafricano di 23 anni e un cittadino tedesco di 29 sono stati arrestati dai carabinieri a Lodi per violenza sessuale di gruppo, sequestro di persona, ingiuria e detenzione di stupefacenti. Secondo quanto ha denunciato una donna di 31 anni, la sera dello scorso venerdì i due l'hanno violentata nello scompartimento di un treno regionale, che era partito da Milano Rogoredo ed era diretto a Modena. La donna è scesa alla stazione di Lodi, dove ha chiamato le forze dell'ordine. Gli stranieri, trovati in possesso di un etto di hashish occultato in uno zaino, sono stati sottoposti lunedì mattina in carcere all'interrogatorio di convalida dell'arresto.

"VANESSA FINITA CON LA CANDEGGINA".L'AUTOPSIA: "NON AVEVA ASSUNTO DROGHE"



ENNA - L'autopsia sul cadavere di Vanessa Scialfa, la ventenne uccisa dal convivente che ha gettato poi il corpo in un fosso, a pochi chilometri dalla miniera di Pasquasia, a Enna, conferma che la giovane non aveva assunto droga. Di cocaina, confessando il delitto, aveva parlato l'assassino, Francesco Lo Presti, che aveva raccontato di essere sotto effetto di stupefacenti durante l'omicidio. L'uomo ha confessato di avere ucciso la fidanzata colto da un raptus di follia determinato dal fatto che la vittima, mentre avevano un rapporto sessuale, l'aveva chiamato col nome dell'ex ragazzo. L'autopsia confermerebbe un altro sospetto degli inquirenti e cioè che Vanessa, dopo essere stata strangolata, è stata finita con uno straccio intriso di candeggina, premuto sul viso. Tracce di sostanza caustica sono infatti state trovate nell'esofago e nella trachea della giovane. Domani mattina la procura autorizzerà la restituzione della salma alla famiglia e nel pomeriggio verranno celebrati i funerali.

Fonte: http://www.leggo.it/news/cronaca/vanessa%20finita_con_la_candeggina_autopsia_non_aveva_assunto_droghe/notizie/177722.shtml