lunedì 25 giugno 2012

SESSO CON CAVALLI E CANI, SCOPERTO SITO CON FILMATI AMATORIALI: INSORGE ASSOCIAZIONE ANIMALISTA



Un sito internet che presenta filmati amatoriali di sesso con animali tutti girati in Italia e da italiani facilmente scaricabili e soprattutto un forum dove persone provenienti prevalentemente dalla regioni del Nord Italia e dalla Toscana chiedono e offrono sesso con animali, ovviamente tutto alla luce del sole e tutto raggiungibile con un semplice clic del mouse del proprio computer.
Da qui la decisione dell'Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) di denunciare il tutto alla procura della repubblica di Varese per il reato di maltrattamento e istigazione al maltrattamento di animali.
Leggendo alcuni post interni si potrebbe addirittura parlare di "prostituzione animale". Gli animali più gettonati: i cavalli in assoluto, seguiti da asini e cani.
Il forum permette anche di sviluppare delle discussioni in cui si parla dei "dettagli" di queste prestazioni e permette agli utenti di mettersi in contatto tra loro.
In alcuni post si chiede e offre anche "sesso di gruppo anche di carattere omosessuale con la presenza di un solo animale", proposta alla quale risponde un altro utente sottolineando che un solo animale "fa divertire poco".
Aidaa nella sua denuncia chiede la chiusura immediata del sito.
"Quando qualche parlamentare italiano avrà il buon gusto di presentare un progetto di legge dove si dice che in Italia il sesso con animali è un reato - dice Lorenzo Croce, presidente di Aidaa - forse sarà più semplice bloccare questi pervertiti o deviati sessuali che si voglia e salvaguardare un po' di animali dalle loro depravazioni".


Fonte: Abruzzo Web

Bimbo seviziato per anni, genitori in arresto


Botte e sevizie di ogni tipo sul corpo del loro bimbo, di appena sei anni. Crudeltà e torture infinite: come bruciature alle gambe e alle braccia dettate da chissà quale logica scellerata di due genitori di 40 e 42 anni, che hanno violentato, anche fisicamente, come fosse un gioco, il loro figlioletto. È accaduto a San Marco Argentano, nell’entroterra cosentino. I due sono stati arrestati dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria per ordine del procuratore della Repubblica Dario Granieri. La storia è andata avanti per anni. Nella più assoluta indifferenza di un ambiente paesano che non ha mai sospettato di nulla.
PAURE -Eppure nessuno ha mai ipotizzato il perché quel bambino, che oggi ha sette anni, è cresciuto pieno di paure e con un velo di tristezza che gli ricopriva gli occhi. Ma anche con caratteristiche «da selvaggio» come ha spiegato il sostituto procuratore Paola Izzo. Saranno stati anni da incubo per Giorgio (nome di fantasia), costretto persino a osservare i propri genitori durante le loro performance sessuali. E poi costretto a ripetere gli stessi atti con la madre, mentre il padre lo violentava con oggetti di ogni tipo, costringendolo anche a rapporti orali.
LEGATO - Sin da piccolo Giorgio era legato mani e piedi al seggiolino. I genitori improvvisavano una sorta di danza aborigena e utilizzando fiammiferi e candele ustionavano il corpo del piccolo. Solo oggi, dopo lunghi anni di penitenze e sopraffazioni subite, gli occhi tristi di Giorgio hanno fatto breccia nella sensibilità di una suora e di un’educatrice di una casa accoglienza, dove Giorgio era stato trasferito perché i suoi genitori, entrambi nullafacenti, non erano in grado di accudirlo.
SEGNI - La coppia ha avuto altri tre figli, tutti dati in adozione. Anche Giorgio era stato dato in adozione a una coppia di extracomunitari che avrebbero a loro volta approfittato del bambino con violenze di ogni tipo. Poi, finalmente, la casa accoglienza di Cosenza dove Giorgio ha trovato un poco di serenità. Agli assistenti sociali, ai medici e al sostituto commissario Maria Rosaria Cappiello che l’hanno visitato e interrogato, il bambino ha manifestato atteggiamenti strani. Giorgio si esprime soprattutto con parole volgari e si fa capire toccandosi le parti intime. Un segno incontrovertibile di una violenza psicologica che l’ha accompagnato in questi primi anni di vita.
DENUNCIA - Le perizie e gli esami hanno confermato le violenze. Nella perquisizione nell’abitazione dei due “orchi” gli inquirenti hanno trovato tracce e materiale che i due genitori hanno utilizzato per seviziare il loro bambino. Le educatrici hanno saputo della sua storia tra accenni e simbologie corporali, metodi che Giorgio usa, ancora oggi, per farsi comprendere. Da qui la denuncia alla magistratura di quello che era sembrato più di un sospetto.
Fonte: Corriere della sera 

Scomparso Mirko Margiotti, la sorella: “Chi sa qualcosa si faccia vivo” VIDEO APPELLO


MIRKO MARGIOTTI E' SCOMPARSO DA OSTIA (ROMA) IL 25/11/2011
E' STATO VISTO IL 25/01/2012 NEI PRESSI DI ORTE( VITERBO), CON IL SUO FIORINO, TARGATO BP627WN, CHE HA LA SCRITTA " ISO THERMIC" E SUL LATO DX POSTERIORE UN SEGNO DI INCIDENTE. DA ALLORA PIU' NESSUN AVVISTAMENTO. LA FAMIGLIA CONTINUA A CERCARLO, VOGLIONO SOLO SAPERE SE STA BENE. FATE GIRARE QUESTO LINK, SE QUALCUNO LO VEDESSE O SAPESSE QUALCOSA, FACCIA RIFERIMENTO A QUESTO GRUPPO: UN AIUTO PER TROVARE MIRKO

  


Mirko Margiotti è scomparso da Primavalle il 5 novembre scorso. Da allora non si hanno sue notizie. La sorella: "Questo silenzio non è da lui"


Sono passati più di sei mesi da quel 5 novembre passato, l'ultima volta in cui Mirko Margiotti è stato visto: da allora nessuno ha più avuto sue notizie. Da quel giorno i familiari hanno denunciato la sua scomparsa, hanno diramato le sue foto e aperto gruppi su Facebook ma, ancora, di Mirko non si ha nessuna traccia. Un giallo irrisolto che prende le mosse da alcuni elementi precisi: il giovane soffriva di depressione, il giorno della scomparsa avrebbe comprato una bombola del gas, da quando è sparito non ha mai usato il bancomat, né soldi sono stati prelevati dal suo conto. 

"Sono passati tanti mesi ormai, noi siamo una famiglia molto unita, è passato anche il compleanno di mia madre e non si è fatto vivo, questo silenzio non è da lui" a parlare è Francesca, la sorella di Mirko che, da quel giorno, non ha smesso di cercarlo.

Mirko, la mattina del 5 novembre, finisce il suo turno di lavoro, consegna dolci a Primavalle dove vive, e va a casa a riposarsi. Per la sera, verso le 20, ha un appuntamento con la sua ragazza che vive a Ostia, ma lì non ci arriverà mai. È proprio lei, infatti, a dare l'allarme, ad avvertire che Mirko da lei non c'è andato. Così iniziano le ricerche.
Francesca ci racconta di essersi rivolta alle forze dell'ordine: "Lì mi dissero che Mirko è maggiorenne e il suo è un allontanamento volontario, quasi a farmi capire che non c'è molto da fare dal punto di vista investigativo. Anche lo psicologo che curava la sua depressione si è subito molto preoccupato, ha anche consegnato ai carabinieri una relazione sullo stato psichico di mio fratello. Inoltre, un altro aspetto preoccupante è che mio fratello ha anche smesso improvvisamente di prendere i suoi farmaci."

C'è un ulteriore elemento che fa preoccupare ulteriormente Francesca: "Quel giorno Mirko prima di andare dalla sua ragazza andava a casa a riposarsi ed effettivamente, sappiamo che c'è andato, perché in casa abbiamo trovato le sue cose ma anche uno scontrino che ci dice che quel pomeriggio, verso le 17, mio fratello ha comprato una bombola del gas. Tutti questi fattori non fanno che aumentare la mia preoccupazione. Da quando è scomparso non so più nulla di lui e nessuno ne parla. Spero che qualcuno lo veda e ci avverta, sono passati più di sei mesi ormai."

Francesca continua a cercare e su Facebook è nato anche un gruppo Un aiuto per trovare Mirko dove chi ha qualche informazione può farsi vivo: la speranza è che presto arrivi qualche notizia su di lui.

TUTTA LA FAMIGLIA RINGRAZIANO FIN DA ORA

GRAZIE A TUTTI PER LA COLLABORAZIONE

DON VITALIANO, IL PRETE NO GLOBAL: "NON FATE LE OFFERTE AL PAPA"


Lo aveva annunciato e ieri, in occasione della "Giornata per la carità del Papa" lo ha ribadito dall'altare ai fedeli di Mercogliano (Avellino): "I soldi che raccogliamo - ha detto don Vitaliano - dovrebbero essere destinati a opere di carità del Santo Padre, ma andrebbero ad alimentare le casse dello Ior, che è una banca al centro di strane vicende. Non è certo la sua figura di guida ad essere in discussione, ma cosa c'entra una banca con il Vaticano e con la missione della Chiesta cattolica?". 

Dopo un lungo silenzio, durato quattro anni, lontano dai cortei e dalle manifestazioni 'No Global', ritorna sui temi d'attualità don Vitaliano della Sala, il prete avellinese. "Da quattro anni - raccolta don Vitaliano - guido i mille fedeli della mia parrocchia, affidatami dopo un periodo di sospensione deciso allora dall'Abate di Montevergine durante il quale mi fu concesso di celebrare la Messa ma senza la presenza dei fedeli in Chiesa". Don Vitaliano parla delle sue vicende bevendo un caffé in un bar del Paese: "Non mi hanno neanche ridato ufficialmente l'incarico di parroco, ma solo quello di amministratore parrocchiale normalmente utilizzato per brevi periodi. Ciò non mi impedisce di dire quello che penso e, soprattutto quello che sento essere il sentimento dei miei fedeli". 

Don Vitaliano preparandosi per la Messa nella sua Chiesa di San Pietro e Paolo tiene a sottolineare la sua devozione per il Papa: "E' un teologo eccelso, un saggio e soprattutto un uomo onesto, ma ciò che lo circonda è opaco". Gli fa eco uno dei suoi fedeli che lo assiste in sagrestia: "Noi lo vediamo come un marinaio in mezzo a una tempesta". "Ho letto che ieri - prosegue Don Vitaliano della Sala - il Papa ha incontrato cinque cardinali. Se è la chiarezza quella che cerca, avrebbe fatto meglio a incontrare cinque parroci, magari di piccoli paesi o di quartieri a rischio come Scampia a Napoli o lo Zen di Palermo. Loro, come me, sono il vero termometro di quale sia la considerazione dei fedeli, amplificata anche da questo particolare momento di crisi, verso i vertici della Chiesa". 

Una volta sull'altare, al momento dell'omelia, iniziata con il racconto della nascita di San Giovanni Battista, don Vitaliano si è rivolto ai fedeli, una sessantina di persone in tutto, mostrando loro la locandina che promuove la "Giornata della Pietà del Papa" e poi ha detto: "Invece di dare i soldi al Vaticano devolveremo quanto raccolto oggi a persone in difficoltà della nostra comunità, magari a Giovanni". Un nome che tutti a Mercogliano conoscono: fu lui, Giovanni Barbieri, imprenditore della zona disperato per la sua azienda in crisi, a presentarsi in Banca lo scorso 25 maggio, con due bottiglie incendiarie in mano, intenzionato a dare fuoco ai locali del'istituto. Poco prima di compiere l'insano gesto aveva inviato un sms proprio a don Vitaliano: "non voglio fare male a nessuno", c'era scritto.


Fonte:Leggo

NAPOLI, BIMBE TRUCIDATE NEL 1993:CHIESTA REVISIONE DEL PROCESSO


Alla Corte d'Appello di Roma è stata presentata la richiesta di rivedere il processo per i tre condannati all'ergastolo a seguito dell'uccisione di Barbara Sellini, 7 anni e NunziaMunisi, 10 anni, le due bambine trovate uccise barbaramente il 3 luglio 1983 a Ponticelli, un quartiere-dormitorio alla periferia di Napoli. I difensori dei tre condannati (Ciro Imperante,Giuseppe La Rocca e Luigi Schiavo) hanno raccolto nuove prove, che avrebbero permesso di rivalutare le vecchie prove utilizzate nel processo di allora. Le due bambine vennero uccise acoltellate, seviziate e poi i loro cadaveri vennero dati alle fiamme. Un delitto atroce, per il quale i tre condannati hanno sempre professato la loro innocenza. 


Fonte:Leggo

ALDROVANDI, I POLIZIOTTI CONDANNATI INSULTANO SU FB: "CUCCIOLO DI MAIALE"


 "Se avesse saputo fare la madre non avrebbe allevato un cucciolo di maiale" e ancora "Speriamo non si goda i risarcimenti dello stato". Queste espressioni offensive sono state rivolte a Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi, e compaiono sulla pagina Facebook di "Prima Difesa Due", l'associazione che si prefigge la tutela e la difesa delle forze dell’ordine. Il giovane è stato ucciso nel settembre del 2005 a Ferrara, un omicidio colposo per il quale sono stati condannati con sentenza definitiva quattro poliziotti.

La sentenza della Cassazione ha scatenato la rabbia di chi ha sempre sostenuto l'innocenza degli agenti di polizia e suggerito l'idea di creare un gruppo sul social network. Sulla pagina le offese si susseguono una dopo l'altra. Insulti da parte di un tale Sergio Bandoli fino a frasi che portano la firma di uno dei poliziotti condannati, Paolo Forlani.

“Che faccia da culo che aveva sul tg – così descrive la madre orfana del figlio su cui lui e i suoi colleghi hanno rotto due manganelli -… una falsa e ipocrita… spero che i soldi che ha avuto ingiustamente (il risarcimento da parte dello Stato, ndr) possa non goderseli come vorrebbe… adesso non sto più zitto dico quello che penso e scarico la rabbia di sette anni di ingiustizie…”.

Forlani premette di avere “massimo rispetto per Federico”, ma sui suoi genitori usa il pugno duro. Come ha fatto d’altronde con loro figlio: “non vi auguro nulla di simile – scrive sulla pagina di Prima Difesa – ma vi posso dire che siamo stati calpestati nei nostri diritti e ripeto prima di parlare dovete leggere gli atti e non i giornali […], io sfido chiunque a leggere gli atti e trovare un verbale dove dice che Federico e morto per le lesioni che ha subito… […] noi paghiamo per le colpe di una famiglia che pur sapendo dei problemi del proprio figlio non hanno fatto niente per aiutarlo e stiamo pagando per gli errori dei genitori”.

Durante il furioso corpo a corpo tra gli agenti di polizia e Federico vennero rotti due manganelli, con i quali i poliziotti colpirono l’Aldrovandi in varie parti del corpo, continuando dopo che lo stesso era stato costretto a terra e qui immobilizzato al suolo, nonostante i verosimili ma impari tentativi del ragazzo di sottrarsi alla pesante azione di contenimento che ne limitava il respiro e la circolazione”.

Ora si aprirà un altro capitolo della vicenda, con la querela per diffamazione che la Moretti ha depositato nei confronti di Forlani, Bandoli e Cenni.


Fonte:Leggo

PAPA IN EMILIA, LA RAI CHIESE DI TOGLIERE LE TENDE DALLE RIPRESE. LA RABBIA SUL WEB


Forti sono state le critiche dei terremotati sulla visita del papa nelle zone colpite dal sisma. «Il Papa lì non lo vogliono! Non vogliono aggiungere casino al casino, vogliono essere lasciati ho pace x cercare di tornare alla normalità, se pur dentro una tenda!». Queste sono state le parole di una volontaria riportate dal sito cremonademocratica.org, che ha parlato di come la gente si sia stizzita per la collocazione del palco da cui dovrebbe parlare Benedetto XVI. La Rai, infatti, non voleva si vedessero le tende nell'inquadratura perchè davano fastidio e si è piegata solo dopo che i presenti ahnno minacciato di mostrare quanto stava accadendo al altri media. Le tendopoli sono un sintomo di un problema irrisolto e i cittadini terremotati vogliono mostrare al mondo come sono ancora costretti a vivere.


Fonte:Leggo

BOOM DI SFRATTI PER LA CRISI:56MILA NEL 2011. ROMA E TORINO AL TOP


Una delle tante conseguenze della crisi sono gli sfratti, che nel 2011 hanno coinvolto circa 56mila famiglie italiane. Il dato, ancora incompleto del ministero degli Interni, e' in linea con la situazione del 2010 ma in cinque anni, cioe' da prima della crisi a oggi, gli sfratti per morosita' sono aumentati del 64% (nel 2006 erano 33.893). La difficoltà ad arrivare a fine mese, e anche ad onorare il canone di affitto, riguarda l'87% dei casi di sfratto che nel 2011, sempre secondo i primi dati ufficiali, sono stati complessivamente pari a 63.846. Solo 832 i provvedimenti di sfratto emessi invece per necessità del locatore; per finita locazione sono stati 7.471. Le richieste di esecuzione presentate all'Ufficiale giudiziario sono state 123.914, mentre gli sfratti eseguiti 28.641. 

BOOM A ROMA E TORINO E' la città di Roma a contare il maggior numero degli sfratti per morosità: nel 2011, secondo i dati del ministero degli Interni, sono stati emessi 4.678 provvedimenti. Gli sfratti eseguiti nella Capitale con l'intervento dell'ufficiale giudiziario sono stati 2.343. Tra le altre città spiccano i dati di Torino (2.523 sfratti per morosità), Napoli (1.557 in città e 1.255 nel resto della provincia), Milano (1.115 nel capoluogo ma ben 3.244 nel resto della provincia).

LA TOP TEN  Le città più grandi soffrono maggiormente il fenomeno degli sfratti per morosità. In linea generale il problema è più accentuato nei capoluoghi che nel resto della provincia. Ecco di seguito la classifica delle dieci città italiane, secondo i primi dati ufficiali ma ancora incompleti, dove nel 2011 sono stati emessi il maggior numero di provvedimenti di sfratto per morosità (Fonte: ministero degli Interni). 

GLI SFRATTI PER MOROSITÀ NELLE CITTÀ 
ROMA 4.678 
TORINO 2.523 
NAPOLI 1.557
MILANO 1.115 
PALERMO 941 
GENOVA 797 
VICENZA 751 
BOLOGNA 600 
BRESCIA 590 
FIRENZE 565 


Fonte:Leggo

USA, MADRE TIENE RINCHIUSA LA FIGLIA NELL'ARMADIO. A 10 ANNI PESA 15 KG


Teneva la sua bimba di dieci anni chiusa in un armadio, circondata dai suoi stessi escrementi, e non le dava da mangiare "perché si sporcava sempre".

Probabilmente segregata in casa da anni, la piccola pesa appena 15 chili e ha problemi dermatologici: sua madre, Jacole Prince, una donna di 29 anni, è stata ora arrestata, a Kansas City, con l'accusa di aggressione e maltrattamento di un minore. Gli agenti di polizia sono arrivati venerdì allertati da una telefonata anonima giunta ad un numero verde per la protezione dell'infanzia. Hanno bussato alla porta, anche se i vicini avevano detto che in casa non c'era nessuno, che la donna era appena uscita, "con le sue due figlie". Da dentro l'appartamento una vocina ha però risposto "si", e gli agenti sono entrati. Rapidamente, hanno trovato l'armadio-gabbia, seguendo un forte odore di orina.

Ora la bimba, che il Kansas Star identifica con le iniziali L.P., è ricoverata in un ospedale pediatrico, dove era stata visitata l'ultima volta sei anni fa, e da allora il suo peso è aumentato di meno di tre chili. Il procuratore distrettuale Peter Baker ha affermato che era costretta a vivere in condizioni "assolutamente atroci", ma ciononostante, "ha sorprendentemente un ottimo spirito. E' molto cooperativa con la polizia, e ha detto che non vuole tornare a casa".

Anche le due sorelline, di due e otto anni, che i vicini pensavano fossero le sole due figlie della donna e hanno descritto come sempre "pulite e ordinate", sono ora state affidate ai servizi sociali. La madre è invece dietro le sbarre. La polizia l'ha facilmente rintracciata a casa del fidanzato, che ha affermato di non sapere in condizioni viveva L.P. e non è stato per il momento incriminato. La polizia però continua ad indagare. Sono molte le risposte che mancano ancora in questa triste storia.


Fonte:Leggo