lunedì 30 luglio 2012

RADIO VATICANA, ANCORA POLEMICHE.IN AUMENTO GLI AMMALATI PER LE EMISSIONI



Chi abita nelle zone situate in un raggio di 12 km dalle antenne dell'emittente radiofonica, ha un rischio molto più elevato di contrarre leucemie, linfomi e mielomi. Nonostante ciò le antenne della radio continuano a diffondere emissioni al di sopra della norma.
"A Cesano (Roma) la gente continua ad ammalarsi a causa dell’inquinamento elettromagnetico generato dalle emissioni di Radio Vaticana". Lo racconta alla redazione di Spazioconsumatori.tv, Maria Angelone, del Comitato Bambini senza Onde, che abita a Cesano da circa quindici anni, da quando era incinta della sua seconda figlia.
L’attività del comitato nasce proprio quando tale bambina, a soli 20 mesi, si è ammalata di leucemia. È a quel punto che la famiglia si rende conto che ci sono altri casi di bambini malati nella zona, da aggiungere a tutti quelli che appartengono agli anni passati.
La situazione è ancor più grave se si pensa che già molti anni fa un medico si era interessato all’elevata incidenza di malattie tumorali nelle aree di Cesano e dintorni. Nonostante ciò, oggi le antenne sono ancora al loro posto e continuano a diffondere emissioni elettromagnetiche al di sopra della norma consentita, superando i vincoli di legge.
La zona interessata è quella compresa in un raggio di 12 km che si irradia da Radio Vaticana: la ventesima circoscrizione del Comune di Roma, cioè, oltre a Cesano, Osteria Nuova, Anguillara, Formello, Campagnano, dove abitano circa 170 mila persone esposte giornalmente all’inquinamento elettromagnetico.

Fonte:Leggo

ROBERTA RAGUSA, FORSE SVOLTA NELLE INDAGINI: "NUOVE RICERCHE NEL PISANO"



Aree impervie delle colline pisane sono ispezionate in questi giorni dagli investigatori dei carabinieri per cercare il cadavere di Roberta Ragusa, la donna scomparsa dalla sua casa di San Giuliano Terme dal 14 gennaio scorso. Sono zone che potrebbero essere conosciute da Antonio Logli, il marito della donna, indagato per omicidio volontario.
Gli inquirenti si sono concentrati nelle ultime settimane su luoghi che Logli potrebbe aver frequentato durante il suo lavoro di elettricista alla Geste, municipalizzata del Comune di San Giuliano. Alcuni di questi luoghi sono già stati ispezionati dai carabinieri del nucleo investigativo, da mesi supportati dai colleghi del reparto crimini violenti, anche con l'ausilio delle unità cinofile, ma le attività investigative non hanno dato esito.
Da oltre sei mesi Roberta Ragusa, imprenditrice 45/enne svanita nel nulla la notte del 14 gennaio, non si hanno notizie. Unico indagato il marito, anche se gli indizi a suo carico sono veramente pochi e l'iscrizione nel registro degli indagati si è resa necessaria per garantire l'accesso degli specialisti dei Ris alle sue proprietà. Anche le analisi scientifiche non hanno portato elementi significativi all'inchiesta.
Da tempo due analisti del reparto crimini violenti si concentrano sui racconti delle amiche e dei parenti di Roberta per cercare di tracciare un profilo psicologico della vittima e comunque per delineare il contesto a cui appartiene la donna.
Le ricerche puntano anche a trovare effetti personali di Roberta Ragusa. Tra le piste investigative - omicidio, suicidio e allontanamento volontario - la prima è quella che al momento convince di più gli investigatori.

Fonte:Leggo

"REATO TROPPO GRAVE": IL TRIBUNALE NEGA PERMESSI PREMIO ALLA FRANZONI



Per almeno altri quattro anni, data la gravità del reato commesso e le regole fissate dall'Ordinamento penitenziario nei confronti dei detenuti pericolosi, Anna Maria Franzoni, condannata a sedici anni di reclusione per aver ucciso il 30 gennaio 2002 a Cogne (Aosta) il figlioletto Samuele, non potrà chiedere permessi premio per uscire dal carcere. Lo spiega la Cassazione nella sentenza 31059 depositata oggi che contiene le ragioni del "no" ai permessi deciso nell'udienza svoltasi lo scorso quattro luglio.

Fonte:Leggo

FRANCESCA, SCOMPARSA DA VARAZZE LUNEDÌ. "HA IL TELEFONO SPENTO E POCHI SOLDI"


Non si hanno più sue notizie da lunedì scorso. L'ultimo ad aver visto Francesca Arkel, 15enne nata a Genova ma ospite nella comunità per minori di Varazze "Capo Horn", è il fratello Federico, più grande di lei. I due si sarebbero incontrati nel pomeriggio, attorno alle 17, prima che la ragazza si allontanasse dalla comunità dove avrebbe dovuto far rientro alle 18.45. 

A lanciare l'allarme il fratello e la zia Ica. «Dopo 24 ore dalla scomparsa - spiega la zia al Secolo XIX - la comunità "Capo Horn" ha regolarmente denunciato la sparizione ai carabinieri di Varazze che in collaborazione con quelli di Cairo stanno facendo il possibile per ritrovarla, ma purtroppo, per ora, si brancola nel buio». La ragazzina era molto scossa per la morte del padre, solo poche settimane fa, ma la zia assicura che negli utlimi giorni era apparsa più tranquilla. «Proprio quel giorno era stato il compleanno di Federico, il fratello e lei gli aveva anche preparato una torta: non riesco a spiegarmi perché sarebbe dovuta scappare e questo mi fa stare ancora più male».

Inutile provare a rintracciarla tramite cellulare, che risulta staccato da lunedì, e anche la pagina Facebook non è stata più aggiornata da allora. Quando è andata via dalla comunità Francesca aveva una borsetta con il cellulare e pochi soldi. È alta 1.60, ha un piercing sul naso, i capelli biondi e gli occhi chiari. Chiunque dovesse vederla è pregato di contattare i carabinieri oppure la zia Ica Arkel (3474082144) o il fratello Federico 3480462253.


Fonte:Leggo

SPENDING, ADDIO AI FARMACI "GRIFFATI".I MEDICI: "UN RISCHIO PER LA SALUTE"



Una novità che non potrà che avere ripercussioni sulla vita quotidiana dei cittadini: secondo un provvedimento della Spending Review da approvare lunedì, i medici dovranno sempre più indicare nelle ricette i soli principi attivi, limitando i «farmaci griffati» ai soli malati cronici che già li usano. Si potrà ancora prescrivere un medicinale indicando il nome commerciale, ma - in questo caso - bisognerà spiegarne le ragioni.

L'IRA DI MEDICI E FARMACISTI I medici paventano «rischi» per la salute dei pazienti, mentre Farmindustria denuncia un «vergognoso attacco» alle aziende del settore che «colpisce al cuore l'industria farmaceutica». Il fatto che il medico potr… indicare in ricetta solo il principio attivo del farmaco e non il farmaco, afferma il segretario della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg), Giacomo Milillo, determinerà una «pericolosa confusione», con il risultato che il medico non avrà più controllo sul tipo di farmaco di cui alla fine il paziente farà uso. Alla fine, afferma, «non sarà più il medico a decidere quale farmaco il paziente dovrà prendere, bensì tale indicazione arriverà dal farmacista, che è già tenuto ad indicare tra i farmaci equivalenti con il principio attivo indicato quello di minor costo. Così, però - denuncia - si limita la libertà del medico di dare indicazioni precise, e si impone al medico di conoscere migliaia di diversi principi attivi. Il risultato sarà un aggravio per il medico stesso, ma anche una maggiore confusione, con rischi per i pazienti stessi». Il tutto senza, aggiunge, che ci sia un risparmio per il Ssn, che comunque rimborsa solo il farmaco generico equivalente a costo minore (l'eventuale differenza, se un paziente sceglie un farmaco griffato, è a carico del paziente stesso). 

CONTRARI:"INTERESSI ECONOMICI E POLITICI" Insomma, commenta Milillo, «credo che dietro tale misura vi siano interessi economici e politici che sono sicuramente lontani dal puro interesse per la salute del cittadino». Ai medici, precisa, «non interessa difendere i farmaci griffati, ma è importante che il medico possa decidere quale farmaco prescrivere». Dura anche la reazione del presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi: «È un fatto vergognoso. Questo - afferma - è un attacco all'industria farmaceutica. Non c'è infatti un risparmio per lo Stato e la ratio di questa misura ‚ incomprensibile. Vorrà dire, alla luce di tutto questo, che saremo davvero costretti a chiudere le nostre imprese». 

FAVOREVOLI: "UN COMPROMESSO"
 Favorevole all'emendamento si dice invece il farmacologo Silvio Garattini anche se lo definisce «un compromesso»: con la sola indicazione del principio attivo, rileva, «si fa anche risparmiare il paziente che oggi paga la differenza tra il costo del medicinale equivalente e quello di marca. Non Š accettabile che il paziente debba pagare la differenza, a meno che non sia lui stesso a volerlo. Lo Stato dovrebbe far sapere al cittadino attraverso campagne che i medicinali equivalenti non sono differenti dai griffati. Se i medici ritengono che ci• non sia vero - afferma - sulla base di prove e studi, dovrebbero chiederne il ritiro dal mercato». Un emendamento al centro delle polemiche che potrebbe comunque ancora essere passibile di cambiamenti. Il decreto sulla Spending review approderà infatti lunedì in Aula al Senato.

Fonte:Leggo