martedì 24 aprile 2012

Napoli, si suicida un altro imprenditore. La moglie: non aveva debiti

Napoli, 24 apr. (Adnkronos/Ign) - Due giorni fa era stato salvato dalla polizia oggi Diego Peludo di 52 anni ci ha riprovato ed è riuscito nel suo intento. L'imprenditore si è lanciato dall'ottavo piano della sua abitazione situata in via Cilea, nel centro del Vomero, quartiere collinare di Napoli. L'uomo, che lascia due figli, di 15 e 10 anni, è morto sotto gli occhi di centinaia di persone tra passanti ed automobilisti.
La moglie, insegnante, non sa darsi una spiegazione del gesto. Interrogata dopo la tragedia, la donna avrebbe riferito agli investigatori che il marito non aveva debiti e non aveva in sospeso preoccupanti cartelle esattoriali , riferendosi a presunte cartelle di Equitalia di cui si era parlato in un primo momento.
Due giorni fa l'uomo, che lavorava nel settore immobiliare, aveva già tentato di uccidersi. Dopo essere stato con la moglie a fare spese in un supermercato di San Sebastiano al Vesuvio, si era separato dalla donna per recarsi a Posillipo, dove aveva tentato di lanciarsi da una ringhiera, che affacciava su uno strapiombo di oltre 50 metri. La polizia, già avvertita dalla moglie preoccupata per lo stato psicologico del marito,
era riuscita dopo una lunga trattativa a farlo desistere. Oggi pomeriggio intorno alle 14.30, però, Peludo ci ha riprovato ma non c'era nessuno a salvarlo. Si è schiantato sull'asfalto di via Cilea. Inutile ogni tentativo di soccorso.
 
fonte:http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Napoli-si-suicida-un-altro-imprenditore-La-moglie-non-aveva-debiti_313238101272.html

IL DOLORE DELL'ANIMA

Incredibile come il dolore dell'anima non venga capito. Se ti becchi una pallottola o una scheggia si mettono subito a strillare " presto, un ambulanza", se ti rompi una gamba te la ingessano, se hai la gola infiammata ti danno la medicina. Se hai il cuore a pezzi e sei così disperata che non ti riesce ad aprir bocca, invece, non se ne accorge nessuno. Eppure il dolore dell'anima è una malattia molto più grave della gamba rotta o della gola infiammata, le sue ferite sono assai più profonde e pericolose di quelle procurate da una pallottola o da una scheggia. Sono ferite che non guariscono, quelle, ferite che ad ogni pretesto ricominciano a sanguinare.

Oriana Fallaci

Troppi tagli e il sociale in Italia diventa sempre meno pubblico.

Organici comunali ridimensionati a vantaggio degli affidamenti esterni; aumento dei carichi di lavoro per gli addetti; forte coinvolgimento delle associazioni di volontariato nell'erogazione dei servizi sociali. Sono questi alcuni dei risultati emersi dalla corposa V rilevazione nazionale sul rapporto fra Enti Locali e Terzo Settore, promossa dall'Auser che mostrano un welfare locale sempre meno pubblico. I dati spiegano meglio le condizioni di cui parliamo: scende al 42% la percentuale di servizi sociali gestiti direttamente dai Comuni, una quota che si riduce al 24,2% nel Nord-Ovest e si eleva fino al 54% al Sud. Cresce invece il ricorso alle convenzioni con il volontariato. Il personale è ridotto al lumicino: è diminuito del 6,6% negli ultimi 3 anni ed ha un carico di richieste che si riversa sempre più sulle spalle del terzo settore. Mentre le fasce deboli della popolazioni sono in grande difficoltà.
"Il panorama è allarmante - ha dichiarato Michele Mangano, presidente nazionale Auser - visto il continuo arretramento del sistema dei servizi pubblici nel nostro Paese. Fra azzeramenti, riduzioni e tagli, i servizi sociali ai cittadini più fragili rischiano di essere ridotti pesantemente o addirittura cancellati. E sulle spalle del terzo settore comincia a pesare un carico troppo grande, di vera e propria sostituzione nell'erogazione dei servizi sociali e non più di integrazione.
Il volontariato non può essere burocratizzato.
Rivolgiamo un appello al Governo che dopo il rigore dia spazio all'equità, una parola che sembra sparita dal vocabolario dei provvedimenti governativi. Il Welfare nel nostro Paese non è solo definito dalla questione previdenziale e dal mercato del lavoro, è molto più articolato. Dai 13 miliardi recuperati fino ad ora dalla lotta all'evasione fiscale occorrerebbe ritagliare una quota per rifinanziare il fondo sociale e il fondo per la non autosufficienza».
I Comuni sono a corto di personale che ha contratti atipici. La ricerca dell'Auser rileva come tra ottobre 2011 e marzo 2012 le procedure di assunzioni attivate dai Comuni con popolazione superiore ai 10 mila abitanti per l'erogazione di servizi socio-assistenziali abbiano privilegiato soprattutto il reclutamento di dipendenti con contratti a termine o «flessibili»: tempo determinato, collaborazioni coordinate e continuative, contratti di somministrazione di manodopera e altre forme «atipiche».
A fronte di 216 procedure di assunzione esaminate riguardanti il settore dei servizi sociali, solo in 34 casi siano state previste assunzioni a tempo indeterminato; 56 sono stati i contratti a tempo determinato; 78 i contratti di collaborazione occasionale con erogazione di voucher, 48 le collaborazioni a progetto, le coordinate continuative e altre forme contrattuali.
In 44 casi, i contratti a termine hanno riguardato figure professionali basilari o «indispensabili» per l'erogazione delle prestazioni sociali: assistente sociale (22), psicologo (9), educatore (13).
Il personale in servizio presso i comuni italiani, nell'ultimo triennio, è diminuito mediamente del 6,6%. Considerando l'ultimo biennio, il trend negativo riguarda per lo più i Comuni appartenenti alle regioni del Nord-Est (-13,6%) mentre il personale risulta in flessione di circa il 7% nel Nord-Ovest e nel Centro Italia e del 2,3% al Sud. Se si osserva l'andamento nel triennio 2008/2010, comunque, la flessione appare maggiormente marcata anche nelle regioni del Centro (-9,4%) e nel Sud e nelle isole (-5,1%). Tra le regioni maggiormente interessate ci sono la Liguria (-43,8% nel 2009-2010) e l'Emilia Romagna (-26,3%) al Nord, mentre al Centro Š la Toscana (-15,7%) a mostrare la flessione pi— marcata. Tra il 2008 ed il 2010 solamente in Abruzzo (+3,1%) e in Valle d'Aosta (+2,9%) si è registrato un aumento del personale in servizio presso i comuni.
Relativamente al periodo ottobre 2011-marzo 2012, sono state esaminate 96 procedure di gara e 98 «determinazioni dirigenziali» pubblicate dai Comuni per l'affidamento all'esterno di servizi sociali per una spesa totale prevista di 6,454 milioni di euro. Gli stanziamenti di spesa risultano assai frammentati: la spesa media per bando (per un totale di 5,676 milioni relativamente alle 96 procedure di gara attivate) è pari a 59.125 euro circa, al netto dei ribassi ottenuti dai Comuni nella fase di aggiudicazione. L'impressione - spiega il Rapporto - è che negli ultimi mesi sia cresciuto in modo considerevole il ricorso alle organizzazioni di volontariato da parte delle amministrazioni pubbliche locali per contenere la spesa sociale, tenuto conto che le associazioni si avvalgono di norma di prestazioni volontarie e gratuite dei propri soci; mentre le cooperative sociali e le imprese profit utilizzano manodopera retribuita.

fonte: http://www.controlacrisi.org/notizia/Lavoro/2012/4/17/21735-troppi-tagli-e-il-sociale-in-italia-diventa-sempre-meno/

Grillo contro la Guardia di Finanza

"Sta fomentando l'odio sociale"

Beppe Grillo approda a Conegliano, in una delle province venete a più alto tasso 'padano', e sfodera le armi tanto care al Carroccio: dalle tasse che soffocano i cittadini al balzello dell'Imu, per finire con le critiche feroci al governo Monti.

E se i controlli della Guardia di finanza vengono bollati come un modo per "instillare l'odio sociale", all'inquilino di Palazzo Chigi il leader del Movimento 5 stelle riserva epiteti che neppure il Bossi più arrabbiato aveva forse osato. "Rigor Montis" scandisce sotto la pioggia, davanti ad una platea di 5 mila persone, è "un contabile fighetta che esce dalla Bocconi e per il quale la somma di 1+1 è l'unica cosa che importa, anche se intanto lo stato sociale viene distrutto". "Fa il lavoro sporco - rincara - con l'aria di un gentleman che non tromba dal 1952". Grillo cita il caso dell'Imu. "Per cercare di calcolarlo il mio commercialista è stato costretto ad andare in analisi - dice ironico -. Al governo non sanno neanche l'aliquota perché si riservano di calibrare gli introiti in base all'entità del buco di bilancio". Parla poi degli scontri fra cittadini e forze dell'ordine, registrati anche di recente in occasione delle trasferte di alcuni ministri, per 'assolvere' gli agenti intervenuti. "Anche i poliziotti sono cittadini che prendono 1.200 euro al mese - spiega - e che hanno i coglioni pieni di dover dare bastonate alla gente". Un attacco frontale lo riserva alla politica e ai suoi protagonisti che si muovono, per Grillo, in uno scenario ormai surreale, lontano dalla realtà. "I politici sono morti - afferma - e nessuno ha il coraggio di fare come me, di venire in mezzo alla gente senza scorta, preferendo casomai chiudersi nelle sale convegni degli alberghi circondati da agenti in tenuta antisommossa". Alle recenti vicende giudiziarie del partito di Bossi e al disorientamento della base del Carroccio, il leader dei 'grillini' riserva una battuta tagliente. "Uno della Lega, molto agitato ieri mi ha detto di voler venire con noi - racconta - io gli ho risposto che per smaltire la rabbia è meglio che prima si faccia un anno alla Svp". Non ci sta a sentir dire che il suo movimento manca di spina dorsale, di un programma articolato in punti. Sotto la pioggia che scroscia estrae un i-pad ed enumera alcune voci del suo progetto politico. "I programmi di 120 pagine sono solo specchietti che nessuno legge" sostiene, ma enumera alcune delle sue proposte. Parla dell'introduzione della "class action" quale strumento di tutela ordinario dei consumatori, propone in campo l'"abolizione delle scatole cinesi in borsa" e il divieto di assumere cariche multiple nei board delle società quotate. Chiede infine di rendere illegale l'incrocio di ruoli direttivi in società finanziarie e imprenditoriali e di porre un tetto agli stipendi del management delle sigle nel listino di Piazza Affari.

Prendono l'assegno sociale ma vivono all'estero, scoperti dalla polizia

Terni, 23 aprile - Non raggiungevano il reddito minimo previsto dalla legge e ricevevano l'assegno sociale dall'Inps. Però nessuno di loro viveva in Italia da qualche mese almeno. Per questo tre stranieri sono stati segnalati all'Inps dall'ufficio Immigrazione della questura di Terni al termine di alcuni controlli. Adesso una donna indiana di 76 anni e una coppia di coniugi albanesi di 72 e 67 anni rischiano la sospensione o la revoca. In particolare, secondo quanto riferito dagli investigatori, e' emerso che l'indiana, residente nel centro di Terni, era tornata nel paese di origine da meta' dicembre dello scorso anno, senza mai fare ritorno in Italia. Anche i suoi familiari non sono stati in grado di dire se e quando l'avrebbe fatto.
I due coniugi, invece, si sono presentati nei giorni scorsi nell'ufficio immigrazione dopo che gli agenti, non avendoli mai trovati a casa nei mesi scorsi, avevano lasciato nella cassetta della posta un invito a presentarsi in questura. I due, accompagnati dal figlio che faceva da interprete vista la loro scarsa conoscenza della lingua italiana, hanno spiegato di non sapere che bisognasse risiedere in Italia per avere diritto all'assegno. Per il 2012 l'assegno sociale ammonta a 429 euro mensili ed e' previsto dalla normativa per quei cittadini, italiani, comunitari e stranieri che, superati i 65 anni di eta', non raggiungano il reddito minimo previsto dalla legge.
Tra i requisiti per ottenere e mantenere il diritto alla prestazione di assistenza sociale erogata dall'Inps c' e' appunto quello della residenza effettiva, che si realizza con la stabile ed abituale dimora in Italia. In caso di permanenza all'estero per un periodo superiore ad un mese, senza giustificato motivo, la legge prevede la sospensione del beneficio e la revoca, qualora l'assenza si protragga per oltre un anno.

FONTE http://www.lanazione.it/umbria/cronaca/2012/04/23/701819-prendono_assegno_sociale.shtml