domenica 15 luglio 2012

UCCISE 15 MILA EBREI: PRESO IL CRIMINALE NAZISTA PIÚ RICERCATO AL MONDO



Una caccia di 15 anni si è conclusa nei giorni scorsi quanto i reporter del Sun hanno finalmente localizzato in un elegante quartiere di Budapest il «criminale nazista più ricercato»: Laslo Csizsik-Csatary, 97 anni. A darne l'annuncio è stato oggi il settimanale britannico, poco dopo da Gerusalemme è giunta anche la conferma del Centro Wiesenthal di documentazione dei criminali nazisti, che l'anno scorso aveva dato ai reporter britannici indicazioni per localizzarlo.
Le stesse informazioni erano state inoltrate allora anche alla magistratura ungherese, ha spiegato Efraim Zuroff, direttore della sezione israeliana del Centro Wiesenthal. Durante la seconda guerra mondiale Csatary era un ufficiale di polizia nella località di Kassa, Ungheria (oggi Kosice, in Slovacchia). Documenti dell'epoca dimostrano che svolse allora un ruolo di primo piano nelle reclusione di 12 mila ebrei in un ghetto, nella requisizione dei loro beni e nella supervisione, nel 1944, della loro spedizione nel campo di sterminio di Auschwitz. Solo 450 avrebbero fatto ritorno. Dopo la guerra fu condannato a morte in contumacia da un tribunale cecoslovacco. Ma Csatary sarebbe riuscito a farsi una nuova esistenza in Canada. 
La sua attività di commerciante d'arte fu interrotta nel 1997, quando la sua vera identità fu scoperta e la cittadinanza canadese gli venne revocata. Ma Csatary non si perse d'animo e di nuovo fece perdere le proprie tracce. Solo nel 2011 il Centro Wiesenthal avrebbe ricevuto (pagando 25 mila dollari) l'informazione decisiva: Csatary, «il criminale nazista più ricercato», viveva agiatamente a Budapest. Nel suo rione, spiega ora il Sun, era noto come 'Papà Csatary' e sul campanello di casa aveva scritto 'Smith-Csatary'. «Adesso ci attendiamo che sia preso in custodia dalla giustizia», ha concluso Zuroff. «È un dovere verso la nostra generazione, quella che è venuta dopo l'Olocausto».


Fonte:Leggo

LA BIMBA NASCE DEFORME, IL PADRE LA SEPPELLISCE VIVA: "ERA BRUTTA"


Una bambina pachistana, nata da appena due giorni, è stata sepolta viva dal padre nella zona di Khanewal (provincia di Punjab) perché "era brutta" a causa di unamalformazione al volto. Lo riferiscono oggi i media ad Islamabad. L'uomo, Chaand Khan, ha ammesso candidamente alla polizia l'infanticidio realizzato a metà settimana, scrive The Express Tribune, confermando di averlo fatto "perché non mi piaceva la faccia che aveva". Secondo una prima ricostruzione della vicenda Khan, dopo aver visto la bimba in ospedale, ha comunicato ai famigliari e agli amici che era morta e che si stavano organizzando i funerali. Durante la cerimonia funebre però la neonata ha cominciato a piangere sorprendendo i presenti e soprattutto il religioso che la stava celebrando e che ha ordinato al padre di farla vedere ad un dottore. Determinato a portare a termine il suo progetto l'uomo ha chiesto allora a Mohammed Farooq, medico dell'ospedale al-Shifa di Kacha Khoh, di iniettare alla piccola un veleno per ucciderla, richiesta che ovviamente è stata respinta.

AVEVA LA TESTA GRANDE Lo stesso Farooq ha indicato che la neonata aveva in effetti "una testa piuttosto grande e lineamenti fuori dal normale". A questo punto Khan si è recato al cimitero e, di nascosto da tutti compresa la moglie che era ancora in ospedale, ha messo in atto il suo piano seppellendo viva la piccola. La vicenda è divenuta di dominio pubblico quando, venutone a conoscenza, un responsabile del comune di Kacha Khoh ha presentato una denuncia alla polizia che ha fermato il padre. Il quale, sottolinea The Express Tribune, ha confermato tutto spiegando che "sarei stato disonorato se l'avessi lasciata vivere. La gente mi avrebbe chiesto sicuramente perché la bimba aveva una faccia tanto brutta e io avrei dovuto chiederne a mia moglie la ragione, Per cui ho deciso di seppellirla viva". L'uomo è stato difeso pubblicamente dal maggiore dei suoi quattro figli ma rischia la pena di morte se verrà riconosciuto colpevole di infanticidio. Si è infine appreso che un magistrato ha disposto per domani la riesumazione del cadavere della bambina.


Fonte:Leggo

Il Vaticano ritira i suoi soldi dalle banche italiane



Purtroppo nove istituti di credito italiani si sono visti sottrarre ingenti somme di capitali dallo Ior, la banca del vaticano, che ha spostato tutti i depositi in Germania, patria di Ratzinger, Sommo Pontefice nonchè unico azionista e conoscitore del reali stato dei suoi bilanci. A perdere il prestigioso cliente sono stati ben nove istituti di credito tra cui Unicredit e Intesa Sanpaolo. 

Lo Ior, la banca del Vaticano, ha tolto dalle banche italiane tutti i suoi depositi. La decisione presa in seguito a quella della Banca d’Italia che ha considerato l’istituto per le opere di Religione, alla stessa stregua di una banca extra comunitaria.

All’Italia, è stata preferita la Germania, patria del Sommo Pontefice (attualmente suo unico azionista) e giudicata, in seguito alla superiore potenzialità di crescita, come zona di migliori investimenti e maggiore stabilità finanziaria.In realtà l’operazione ha avuto inizio l’anno scorso, ma solo adesso ne è stata data notizia, in seguito al controllo dei rapporti finanziari da parte della procura di Roma in seno alle attività, presunte di riciclaggio avviate dalla banca vaticana. Il tutto partito dal sequestro di 23 milioni di euro “sospetti”.

A perdere il prestigioso cliente sono stati ben nove istituti di credito tra cui Unicredit e Intesa Sanpaolo.

Immediata la replica della Santa Sede che ha voluto precisare che lo Ior non è una banca ma una Fondazione di diritto sia civile che canonico regolata da un proprio statuto
La prova? Il fatto che non emette prestiti. Forse un po’ poco per giustificare una mossa un po’ “strana”, soprattutto in un momento di grave carenza di liquidità da parte delle banche, sempre più costrette a rifiutare mutui per carenza di garanzia, come una recente indagine della stessa Banca d’Italia ha reso noto in una sua indagine conoscitiva.

La particolarità di questo istituto di credito ordinario (infatti è giuridicamente riconosciuto come tale e non come Fondazione di diritto), creato nel 1941, è quella di non avere sportelli e bilanci molto discreti: sono infatti noti solo al Papa e a tre cardinali. Il che in tempi di necessarie trasparenze antiusura e antievasione suonano ancora molto “antiquate”. Per questo motivo più di una volta lo Ior è stato coinvolto, a vari livelli, in scandali di natura economica.

Nonostante questo ancora i dirigenti dell’Istituto si rifiutano di cambiare le disposizioni interne e di aprire i propri bilanci anche agli ispettori in fase di indagine. Delle due l’una: o è una banca extra comunitaria (quindi controllabile) o non lo è (quindi non deve amministrare capitali, né avere un’organizzazione mondiale di banche controllate). Tertium non datur


Fonte: Free Italy