martedì 26 marzo 2013

il M5S scopre il trucco. Decreto Monti sblocca 40 miliardi


Ancora soldi alle banche e non direttamente alle aziende che vantano crediti con la Pubblica Amministrazione.

Denaro alle piccole e medie imprese che vantano crediti dalla Pubblica Amministrazione e sono sull’orlo del fallimento o nuovo denaro alle banche amiche magari di qualche partito ? Il “trucchetto” del ministro Grilli è stato scoperto dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle alla Camera. La denuncia arriva dal minuto 6:33 della relazione quotidiana ai cittadini sulle attività parlamentari del 25 marzo 2013 fatta dal capogruppo Roberta Lombardi .
 La Lombardi ricorda che all’interno della relazione di Grilli si dichiara esplicitamente che “una parte dei pagamenti alle imprese finirà immediatamente al sistema creditizio” “grazie a questo si attende infatti una riduzione dei tassi d’interesse alla clientela”…Soldi alle banche e promesse di migliori trattamenti per le piccole e medie aziende, fatto dal governo delle banche. Promesse fatte… dagli amici della banche: i partiti, Monte dei Paschi docet. Non ci siamo. Il Movimento 5 Stelle assolutamente favorevole a sbloccare i pagamenti della Pubblica Amministrazione verso le aziende che vantano crediti verso il settore pubblico, chiede che il decreto venga discusso in aula e non nella Commissione speciale neocostituita. Nel frattempo il M5Stelle Reggio Emilia ha chiesto ad un piccolo imprenditore del settore telematico, Maurizio Gotta quale può essere la logica che si cela dietro a questo ‘trucchetto’. Ecco la spiegazione da parte di questo piccolo imprenditore. “Le imprese che hanno crediti con la pubblica amministrazione, stufi di aspettare i soldi hanno portato le fatture in banca per farsi anticipare i soldi. L’operazione si chiama Factoring” spiega Gotta. “E’ plausibile che banche siano andate a fare pressione sul Governo Monti dicendogli:’ qui abbiamo dei crediti immobilizzati da mesi/anni di denaro che abbiamo anticipato per voi alle imprese” continua Gotta. “Il loro discorso sarà stato più o meno questo – continua il piccolo imprenditore – se li date direttamente alle imprese, queste non ce li restituiranno, perché sono quase tutti sull’orlo del fallimento e li useranno per altre cose. Quindi fateli avere a noi, così i nostri crediti rientrano e le aziende non li “sprecano” per pagare stipendi, affitti ecc”. “In pratica le banche stanno praticamente scommettendo sul fallimento della maggior parte delle imprese e vogliono essere “creditori privilegiati”, cioè non essere coinvolti nei fallimenti a catena” spiega Maurizio Gotta. Il risultato finale “Quando il castelletto delle fatture scontate in banca sarà vuoto, l’imprenditore andrà a chiedere un prestito per pagare tasse e/o fornitori e/o fatture….e la banca gli dirà: col piffero caro imprenditore, se non mi cedi l’ipoteca sulla casa. A quel punto l’imprenditore gli risponderà ‘ ma la casa me l’ha già pignorata Equitalia perché ti ricordi che non riuscivo a pagare i contributi visto che la PA non mi pagava….” “Il risultato finale di parte di questa operazione promossa da Grilli è a mio avviso un circolo vizioso in cui gli unici che vedranno i soldi sono le banche e la Pubblica Amministrazione e mai gran parte delle aziende” conclude Gotta.

Fonte: My World

ECCO L'INCIUCIO NASCOSTO - FATE GIRARE - INFORMATE TUTTI



L'incarico per fare il Governo è stato affidato a Bersani ed ecco come il "Governo Bersani" riuscirà da ottenere la fiducia.

Si parlava di un "governissimo", un governo di larghe intese, ma il Centro sinistra formato da PD e SEL non volevano macchiarsi del cosiddetto "inciucio" con il PDL di Berlusconi. Nasce così la tattica per ottenere quei pochi voti che al Csx mancano al Senato; di voti ne basterebbero sedici o diciassette, ed ecco allora che dal Centro destra nasce un gruppo di dieci Senatori il GAL (Gruppo Grande Autonomia e Libertà), sono loro a garantire al Governo Bersani il voto di fiducia.

A Palazzo Madama un gruppo di dieci senatori, formato da esponenti di PDL, Lega, MPA e Grande Sud, si unisce sotto al nome GAL, cioè Grande Autonomia e Libertà; questo gruppo avrà il compito d'agire in parallelo a quello della Lega, che vanta sedici Senatori. Obiettivo ufficiale è rafforzare le istanze autonomiste dentro il Palazzo; creare un terreno di dialogo tra forze diverse sul tema del federalismo. Spiega Jonny Crosio Senatore leghista passato da Montecitorio a Palazzo Madama: "Abbiamo voluto seguire lo stesso percorso della Lega alla Camera".

In Senato la Lega non aveva problemi numerici, ma, dopo una giornata di tensioni sulla costituzione del gruppo misto e le incertezze di voto di Bersani nel caso Napolitano conferisca a lui l'incarico di Governo. Ecco così che nasce, il 20 marzo scorso, il GAL. Capogruppo è Mario Ferrara di Grande Sud ed oltre a Crosio ed al leghista Gian Marco Centinaio, ne fanno parte Laura Bianconi, Luigi Compagna, Giovanni Bilardi, nonché Lucio Barani ed Antonio Scavone del PDL, Giuseppe Compagnone del MPA e Giovanni Mauro di Grande Sud.

Il gruppo GAL sembra nascere con belle intenzioni, specie poi per il fatto che un gruppo parlamentare autonomo ha il suo bel vantaggio economico; avranno a disposizione la loro "fetta" di fondi spettante ai gruppi parlamentari, più un discreto numero di assistenti e segretari. Parteciperà alla conferenza dei capigruppo, luogo dove si dettano tempi e temi dell'agenda parlamentare.

Ma la nascita di un gruppo composto da leghisti ed alcuni esponenti del PDL, proprio in questa fase così delicata in cui Bersani è alla disperata ricerca di una maggioranza "proprio a Palazzo Madama" fa capire agli osservatori che questa è la mossa vincente dell'inciucio da tenere nascosto all'opinione pubblica ed agli elettori. Il gruppo di Senatori GAL quasi per certo sarà il supporto alla nascita del Governo Bersani, o comunque del Governo di Centro sinistra.
I voti necessari erano sedici o al massimo diciassette, loro sono in dieci, numero minimo necessario a formare un gruppo; il gruppo nasce quasi per certezza con la "benedizione" di Maroni e Berlusconi, pronti a dare una mano a Bersani sì, ma non pubblicamente.
Se a Palazzo Madama al Csx aggiungiamo Scelta civica con Monti, Bersani potrà contare su 142 Senatori che lo votano; e con i dieci in più di GAL arriverà a 152.. Per ottenere una maggioranza assoluta mancherebbero ancora sei voti, e con molta probabilità questi arriveranno da qualche altro Senatore del gruppo misto.
Grande Autonomia e Libertà (GAL) precisa che degli otto punti presentati da Bersani sette li condivide e Crosio afferma che se ne può quindi discutere, dice anche che vogliono essere funzionali ad un progetto politico e non ad un Governo, e qui staremo a vedere se saranno o no disponibili ad appoggiare, con il voto di fiducia, l'esecutivo di Centro sinistra.

Ecco come il Governo Bersani ottiene la fiducia senza lo scandalo dell'inciucio.

ECCO IL GAL: GRANDI AUTONOMIE E LIBERTA'