venerdì 4 maggio 2012

Suicidi. La mattanza sociale


Il titolo di questo articolo è sicuramente forte, ma altri termini non ce ne sono per descrivere la realtà che domina nel nostro paese.
Forse oltre al termine mattanza: strage. Sì anche questo appropriato, ma mattanza, strage non possono farci riflettere sugli episodi di suicidi che giornalmente si verificano. Piccoli imprenditori, operai esasperati che in un millesimo di lucidità, semmai rimasta in quegli attimi, decidono di togliersi la vita.
Una piaga sociale che negli ultimi tempi sta prendendo sempre più, in modo allarmante, piede. Si moltiplicano le persone sinora morte per lavoro, debiti, non riuscire a pagare stipendi ai propri operai. Martiri? In un certo senso, col massimo del rispetto per queste morti tragiche, sì martiri di come i nostri rappresentanti politici tutti, da decenni hanno portato il Bel Paese allo sfascio. E questa è pura realtà. Di questa mattanza sociale qualche dato statistico da far rabbrividire: dal 2009 si registra un suicidio al giorno tra coloro che perdono il lavoro e, un suicidio tra gli imprenditori e lavoratori autonomi. Sempre nel 2009 coloro che si sono tolti la vita sono stati un vero esercito: 357 disoccupati. Nel 2010 si è arrivati addirittura a 362 suicidi, cinque in più rispetto al 2009. Numeri che devono far riflettere. Vite umane che hanno messo fine al loro calvario con l’atto più estremo: la vita. Vite umane, un esercito nascosto, silenzioso che quotidianamente non sa più a chi santo rivolgersi.
Centinaia e centinaia di migliaia di famiglie ridotte al lastrico. Oltre due famiglie italiane vive sotto la soglia della povertà. Italiani che fanno la fila agli istituti di carità per chiedere un pasto, per ritirare la busta e tirare alla giornata. 26 nostri fratelli che non ci sono più, il dato più crudo di queste parole messe insieme.
Le morti di questi nostri fratelli hanno un complice in comune: la solitudine. Una triste compagna che in silenzio prende per la gola queste persone travolte in questo tragico momento che viviamo, dal fallimento dell’attività economica, dalla perdita del posto di lavoro. Al come tirare avanti, le bollette, il mutuo da pagare con il nemico bancario pronto a bussare alla porta se si è insolventi a restituire i soldi.
Gli usurai complici insieme ai politici che hanno causato questo male. Dicevo di questi martiri, di questi fratelli che non ci sono più. Qualcuno di loro è stato prontamente salvato. Le cause di questi gesti sono molteplici, ognuna con una storia personale. Riporto di seguito i loro nomi con la speranza che il loro estremo gesto non sia stato vano. 2012: il 2 gennaio a Bari un 73enne si getta dal balcone di casa dopo che l’Inps ha richiesto la restituzione dal pensionato di 5 mila euro. Il 7 gennaio a Policoro, vicino Matera, un operaio edile di 58 anni tenta il suicidio temendo di non andare più in pensione a seguito della riforma Fornero. L’8 gennaio a Bari i coniugi Salvatore De Salvo di 64 anni, la moglie Antonia Azzolini di 69 anni si suicidano. A Cirò Marina, vicino Crotone, il 10 gennaio un 50enne licenziato da poco tenta il suicidio, viene salvato dai carabinieri.
Il 13 febbraio a Paternò, vicino Catania, un imprenditore di 57 anni si impicca per disperazione. La sua azienda era in forte debito.
Il 17 febbraio a Napoli un uomo tenta il suicidio con il gas. La polizia lo salva dopo la chiamata dei vicini. Il 21 febbraio a Trento un imprenditore strangolato dai debiti si getta sotto il treno. Viene salvato dagli agenti della Polfer.
Il 25 febbraio a Sanremo, Alessandro F. di 47 anni elettricista, si spara un colpo di pistola in bocca. Da poco licenziato da un’azienda di Taggia. A Firenze, il 26 febbraio, un imprenditore di 64 anni si impicca all’interno del capannone della sua azienda. Come per altri casi problemi economici.
Il 9 marzo a Ginosa Marina, vicino Taranto, Vincenzo Di Ticco proprietario di un negozio si impicca ad un albero. Il 15 marzo a Lucca una giovane infermiera di 37 anni tenta il suicidio dopo che aveva perso il lavoro. A Genova il 22 marzo, un disoccupato di 45 anni minaccia di buttarsi da un traliccio. Il 27 marzo a Trani un uomo di 49 anni si toglie la vita lanciandosi dal balcone della sua casa. Da molto tempo non riusciva a trovare lavoro. Il 28 marzo a Bologna un artigiano di 58 anni si dà fuoco davanti il parcheggio dell’Agenzia delle Entrate per debiti. Il 29 marzo a Verona un operaio edile di 27 anni marocchino si dà fuoco. Da qualche mese non percepiva lo stipendio. Il 3 aprile a Gela, Nunzia C. di 78 anni si toglie la vita lanciandosi dal quarto piano. La sua pensione era stata ridotta a 600 euro.
A Milano, il 4 aprile, Giuseppe Polignino di 51 anni trasportatore si uccide dopo aver perso il lavoro e dopo essersi separato dalla moglie. Sempre il 4 aprile a Roma Mario Frasacco di 59anni imprenditore si toglie la vita dopo aver scritto una lettera alla famiglia. A Savona il 5 aprile un artigiano di 53 anni si impicca all’interno della propria abitazione. Il 9 aprile ad Asti, una giovane disoccupata di 32 anni tenta il suicidio perché non riusciva a trovare lavoro. Il 12 aprile ad Altivole, vicino Treviso, un agricoltore di 53 anni si uccide per debito.
Il 13 aprile a Montecchio Maggiore, vicino Vicenza, un imprenditore tenta di uccidersi con un colpo di fucile per l’azienda in crisi. Sempre il 13 aprile a Donnalucata, vicino Ragusa, un giovane imprenditore di 28 anni si impicca per difficoltà economiche.
Il 22 aprile a Bosa, un artigiano di 52 anni si toglie la vita dopo aver perso il lavoro.
Il 24 aprile a Napoli Diego Peludo, imprenditore di 52 anni, si butta dall’ottavo piano della sua abitazione.
Il 30 aprile G.M., imprenditore di 55 anni di Mamoiada, vicino Nuoro, si è sparato un colpo di pistola in testa. Solo, lontano da tutto e tutti ed una lettera lasciata alla famiglia che spiegava i motivi dell’estremo gesto.
Dopo questo elenco, appena oltre il primo maggio: ancora esiste una festa dei lavoratori? Il primo articolo della Costituzione che dice: che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Quale lavoro?
Intanto noi piangiamo questi martiri sì del lavoro, della crisi che ci strangola.

Fonte: http://rinascita.eu/index.php?action=news&id=14679

Pedofilia: 386 gruppi di social network denunciati

                                                                 Marisa Scavo
Trecentottantasei gruppi di social network denunciati, 2.695 siti totali segnalati, 16 casi seguiti, 348 contatti al numero verde nazionale. Sono i risultati quadrimestrali dell'analisi e del monitoraggio per i primi quattro mesi dell'anno dell'Osservatorio mondiale contro la pedofilia (Os.mo.cop) dell'associazione Meter per il contrasto alla pedofilia e la pedopornografia nel mondo resi noti dal presidente don Fortunato Di Noto ad Avola (Siracusa) in occasione di un convegno, dal titolo 'Social network: la nuova frontiera', organizzato nell'ambito della XVI GBV - Giornata Bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e della indifferenza contro la pedofilia.

I dati dimostrano che l'incidenza dei pedofili reali e online tocca in particolare linkbucks (204 segnalazioni, 52,85%), grouply (89 segnalazioni pari a 23,06%), nicespace (86 con il 20,98%), vkontakte (6 con l'1,55%), facebook (4 con l'1,04%), netlog e yahoo una segnalazione a testa (0,26% a testa). Ai lavori ha preso parte, tra gli altri, il procuratore aggiunto della Procura Distrettuale di Catania e responsabile del pool antipedofilia che coordina tutto il distretto Marisa Scavo, sottolineando i significativi risultati investigativi nel contrasto alla pedofilia. Dei 2.695 siti totali segnalati 1.807 sono domini generici, 500 quelli specifici e 386 i gruppi su social network. Dall'analisi emerge che per Continente i domini sono allocati al primo posto in Asia (314), seguono Europa (125), America (56) e Africa (2) e Oceania (1).




A 11 anni sparisce davanti alla scuola


MILANO - Marius Vladut M., , un bambino romeno di 11 anni, è scomparso giovedì mattina a Milano. Indossava una maglietta rossa, pantaloncini con la mimetica militare, scarpe da ginnastica e uno zainetto nero con un'immagine stampata di New York e la scritta «Urban». Il ragazzino, affetto da ritardo cognitivo, era stato accompagnato dalla sorellastra 17enne e dalla sorellina di 7 anni alla scuola in via dell'Arcadia. Ma quando la madre è andata a prenderlo, alle 16.30, le è stato detto che il ragazzino non era mai entrato a scuola. Le sorelle hanno raccontato che il bambino aveva detto loro: «Vado alla fermata del bus ad aspettare un amico». Le ragazzine lo hanno lasciato all'ingresso dell'istituto, ma non l'hanno visto entrare.
I TOAST - Gli investigatori ritengono che Marius possa essersi allontanato volontariamente: l'ipotesi è confermata dal fatto che il giorno prima ha preparato alcuni toast da portare con sé e ha detto ai compagni di classe che non sarebbe andato a scuola per una visita medica. Inoltre, già nell'ottobre scorso era sparito per circa tre ore, prima di essere ritrovato nel parco di Rozzano (Milano). Non è escluso, però, che il bambino abbia perso l'orientamento e abbia tentato di tornare a casa a piedi, visto che la famiglia abita in via Costantino Baroni, a poco più di un chilometro dalla scuola.
LA DENUNCIA - Il marito della madre, italiano, ha denunciato la scomparsa giovedì pomeriggio ai carabinieri verso le 18, dopo le prime ricerche tra gli amici di scuola. Gli investigatori fanno sapere che il ritardo cognitivo del ragazzino non è evidente di primo impatto (nel lato destro del corpo ha arti meno sviluppati e un orecchio più piccolo), e dunque non sono sorpresi del fatto che i passanti non lo abbiamo ancora soccorso. I genitori di Marius si sono sposati nel 2004. La madre, una casalinga romena, aveva già quattro figli (avuti da due relazioni precedenti), mentre il patrigno italiano aveva una bambina a sua volta. Una famiglia numerosa tutta stretta attorno a Marius, che ora viene cercato nei luoghi in cui trascorre le giornate: centri commerciali e giardini in zona Gratosoglio, ma anche il parco di Rozzano.


Fonte:  Corriere della Sera > milano > Cronaca >

Ecco i "Super 3" contro la pedofilia VIDEO




In occasione della “4° Giornata Nazionale contro la Pedofilia e la Pedopornografia” in programma domani la Camera dei Deputati ha presentato in anteprima il video realizzato dalla Fondazione Luca Barbareschi, sceneggiato dalla scrittrice Caterina Boschetti, per promuovere le azioni di prevenzione contro l’abuso sessuale di minori. Presenti all’iniziativa il Ministro di Grazia e Giustizia Severino, il Ministro dell’Interno Cancellieri e il criminologo Michele Frigieri che ha fatto per noi un quadro della situazione..
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Le pedofilia è sempre più in agguato, vietato abbassare la guardia. I dati presentati anche ieri a Roma rilevano un costante aumento delle denunce e, come sottolinea il Direttore della Polizia Postale Apruzzese, un preoccupante incremento degli adescamenti tramite internet attraverso l’utilizzo di chat-rooms, social networks e siti dedicati ai bambini e preadolescenti. Il pedofilo crea una fake identity, un’identità fasulla, presentandosi come coetaneo del minore, stabilisce un legame con atteggiamenti amichevoli per poi richiedere foto, iniziano i complimenti, il/la ragazzo/a si sento gratificato/a e aumenta il livello di confidenza, si forniscono informazioni sempre più private: dove si vive, che scuola si frequenta, il proprio numero di telefono, cosa fanno i genitori e quali sono gli orari in cui si è a casa da soli… Domande apparentemente banali ma che offrono all’adulto la possibilità di stabilire una connessione profonda, una fiducia che potrà portare il minore a inviare materiale di se stesso nudo o a esibirsi in webcam o ancora, nel peggiore dei casi, ad invitare l’amico virtuale a casa propria quando si sa di essere soli.
La produzione e il consumo del materiale pedopornografico sono diventati uno dei business con i maggiori indici di guadagno e, talvolta, non si tratta di soggetti con un desiderio sessuale rivolto ai minori, quanto di persone disturbate che trovano la gratificazione nel compiere atti di tipo aggressivo e sadico. Ormai da anni è noto il fenomeno degli snuff movies, filmati in cui neonati, o poco più, sono seviziati e penetrati fino alla morte per sventramento. E’ importante così comprendere quanto il fenomeno dell’abuso sessuale minorile non riguardi solo il “pedofilo”, ma comprenda una realtà multiforme e altrettante linee di intervento per ridurne l’incidenza e tutelare i bambini da queste realtà.
La maggior parte delle violenze sessuali agite si registra nell’ambito intrafamiliare, nel contesto teoricamente più “protetto”, in cui uno dei genitori o dei parenti più stretti è l’autore del reato: il bambino difficilmente potrà così elaborare il concetto di violenza, o più semplicemente di ingiustizia perché gli viene insegnato che mamma e papà, piuttosto che i nonni, sono l’esempio da seguire e quello che fanno è sempre giusto, sempre buono. L’adulto, inoltre, spesso sottolinea al minore quanto sia importante la segretezza di quanto accaduto, perché è un gioco esclusivo, perché se sarà detto a qualcun altro allora ci si arrabbierà, perché è il bambino che lo ha voluto.
La posizione asimmetrica di una relazione adulto-minore mette quest’ultimo nella condizione di sentirsi in colpa e se si prova vergogna sarà ancora più difficile decidere di raccontarlo a qualcuno perché ci si sentirà giudicati, sporchi, cattivi … e un bambino impara presto che se fa il cattivo sarà punito.

di Michele Frigiericriminologo, esperto di pedofilia

Voto agli extracomunitari, la nuova sfida delle associazioni

Una scritta attaccata addosso per protestare, un messaggio chiaro e semplice da capire: ”Io non posso votare” è lo slogan che comparirà sugli adesivi distribuiti nell’ambito della Campagna “L’Italia sono anch’io” agli stranieri extracomunitari residenti in Italia, perché il 6 e 7 maggio in oltre 1000 comuni  italiani ci saranno le elezioni amministrative e il 5,3 % della popolazione residente non potrà recarsi alle urne ed esprimere la propria opinione. Una significativa percentuale di popolazione è rappresentata da quegli stranieri lavoratori o studenti, abitanti regolari del nostro paese, che però non sono cittadini comunitari e, quindi, non sono in possesso della cittadinanza. La legge italiana, infatti, a dispetto di quanto normato dalla Commissione Europea nella convenzione di Strasburgo del 1992 in fatto di cittadinanza e nazionalità, non riconosce la partecipazione all’elettorato, sia esso attivo o passivo, locale o nazionale, a coloro che non siano cittadini europei. Una difformità che ad oggi risulta ancora lontana dall’essere modificata.
L’INIZIATIVA. La campagna “L’Italia sono anch’io”, promossa coralmente da circa 20 associazioni tra cui Arci, Asgi, Caritas Italiana, Cgil, Emmaus Italia, Fondazione Migrantes e Terra del Fuoco, dando risonanza al disagio di circa 3.000.000 di immigrati, appoggerà anche le due proposte di legge che nel mese di marzo sono state inviate alla Camera e che sono in attesa di approvazione per passare al Senato. I due testi di iniziativa popolare riguardano la riforma sull’acquisizione della cittadinanza e la questione del voto e conferirebbe il diritto di elettorato attivo e passivo ad extracomunitari residenti da almeno 5 anni.
IL RUOLO DEGLI IMMIGRATI. Se l’Italia non è un Paese a crescita zero o in regressione dal punto di vista demografico è solo grazie ai flussi migratori. Secondo i dati ISTAT, infatti, la popolazione straniera si è moltiplicata di tre volte nel decennio dal 2001 al 2011, rappresentando il 6,24% del totale degli abitanti nella penisola. Ma le note sulla cittadinanza non cambiano e oltre alle proposte di legge, isolati, ma sempre presenti, sono i tentativi di sensibilizzazione sul disagio. Allo stato attuale in Italia per ottenere la cittadinanza vale il principio dello ius sanguinis (diritto in base alla discendenza), ossia quello per il quale la cittadinanza è assegnata per nascita (da almeno un genitore italiano), per matrimonio o adozione e per naturalizzazione.

di Claudia Di Perna

SUICIDI PER LA CRISI, LE VEDOVE IN PIAZZA:"I NOSTRI MARITI DISPERATI" VIDEO


BOLOGNA - Si sono riunite davanti all'ospedale Maggiore di Bologna, le donne rimaste vedove dei loro mariti, che si sono tolti la vita a causa della crisi economica. La manifestazione, che prevede una marcia dal nosocomio felsineo fino alla sede dell'agenzia delle Entrate di via Nanni Costa, è stata organizzata da Elisabetta Bianchi, figlia di un imprenditore, e da Tiziana Marrone, la moglie di Giuseppe Campaniello, l'artigiano di Ozzano Emilia (Bologna) che si è dato fuoco lo scorso 28 marzo per debiti con il fisco proprio in via Nanni Costa. «La disperazione è totale - ha spiegato Marrone ai tanti cronisti sul posto -, mio marito non si è sentito sostenuto». Alla manifestazione non sono presenti simboli politici e durante la breve marcia vi saranno solo drappi bianchi. Anche per questo la manifestazione è stata ribattezzata la marcia delle vedove bianche.

MANIFESTAZIONE APOLITICA «Ho sentito doveroso fare qualcosa - ha spiegato Elisabetta Bianchi, organizzatrice della manifestazione - perchè nessuno fa niente. Sarà una manifestazione apolitica, solo con bandiere bianche. Le persone sono arrivate tutte da sole, siamo stati ospiti dei media e abbiamo avuto l'opportunità di dare spazio alla manifestazione: ci hanno contattato in tanti - ha aggiunto - anche il presidente del Palermo, Zamparini, è stato molto solidale con noi e per questo lo ringraziamo». Al termine della marcia, la moglie di Giuseppe Campaniello, la cui fotografia campeggia su uno striscione bianco, deporrà un mazzo di fiori nel punto in cui il marito si è dato fuoco e leggerà i nomi delle persone che si sono tolte la vita a causa della crisi. «Ci hanno contattato case editrici - ha aggiunto Bianchi - e scriveremo un libro i cui proventi saranno devoluti ai familiari delle vittime e chiederemo alle istituzioni dei comuni di residenza delle vittime di istituire una 'targa delle vittime del fiscò». L'organizzatrice della manifestazione ha poi aggiunto che «le tasse vanno pagate ed è un dovere farlo», ma occorre trovare un rapporto umano. «Chiediamo al governo di cambiare leggi, di mettersi una mano sulla coscienza. La gente ha bisogno del rapporto umano che non c'è più». Ad Equitalia, sottolinea ancora la donna, chiediamo di «mettersi una mano sulla coscienza. Mi chiedo, alla sera, come riescano ad accarezzare i loro figli. Non si può usare una divisa creando sudditanza - ha concluso -. Vorremmo avere un rapporto con loro».

«CI DISSOCIAMO DA BERGAMO» Si comprende la disperazione del gesto, ma non si può condividere quanto è accaduto ieri nella sede dell'Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia, dove un imprenditore esasperato» ha tenuto in ostaggio con una persone dopo averne liberate precedentemente una quindicina. Questo l'atteggiamento di Tiziana Marrone, vedova di Giuseppe Campaniello, l'artigiano di Ozzano che, lo scorso 28 marzo, si è dato fuoco, per poi trovare la morte, davanti alla sede dell'agenzia delle entrate di Bologna. «Mi dissocio - ha osservato prima della partenza della marcia delle vedove delle vittime della crisi -: queste cose non si fanno. La disperazione è totale - ha aggiunto riferendosi ai fatti di Bergamo -: non condivido il gesto, ma posso capire lo stato d'animo di queste persone». «Noi ci dissociamo da questi tristi avvenimenti - aggiunge Elisabetta Bianchi - organizzatrice della manifestazione ribattezzata Marcia delle Vedove Bianchi -: il caso di Bergamo parla da solo, ma ci dissociamo anche perchè si rischia di essere sullo stesso livello di quelli che non hanno rapporto con noi», ossia di fisco ed Equitalia.

Fonte: http://www.leggo.it/news/cronaca/suicidi_per_la_crisi_le_vedove_in_piazza%20i_nostri_mariti_disperati_foto_video/notizie/178225.shtml

Morto in cantiere e buttato nel torrente


La procura di Sanremo ha aperto un fascicolo per occultamento di cadavere, in merito al ritrovamento di un uomo, avvenuto una settimana fa, nel torrente
Argentina a Taggia (Imperia).

In un primo momento gli inquirenti pensavano che si trattasse di un suicidio o di una caduta accidentale, ora ipotizzano che l'uomo sia stato buttato nel torrente gia' morto, probabilmente a seguito di un incidente sul lavoro. Secondo i carabinieri che stanno svolgendo le indagini, non e' escluso che la vittima sia deceduta in qualche cantiere edile, e poi si siano sbarazzati del corpo.

Dall'autopsia, e' risultato che l'uomo aveva delle lesioni toraciche e addominali, risultate mortali, e gravi traumi avvenuti dopo la morte. Secondo il medico legale, le lesioni letali sono compatibili con una precipitazione, cosi' come quelle causate dopo la morte. L'uomo, oltre a numerose fratture, e un trauma importante alla colonna vertebrale aveva numerosi traumi interni.

Le indagini ora proseguono non solo nei cantieri della zona, e della provincia di Imperia: i carabinieri non escludono che l'incidente possa essere avvenuto anche in Piemonte o nella vicina Costa Azzurra. I militari sono stati in alcuni cantieri
aperti nei pressi del luogo del ritrovamento del corpo, senza trovare elementi utili per l'indagine. Il corpo e' ancora senza identita' e questo lascia pensare che si possa trattare di un lavoratore in nero o di uno straniero non in regola.

Fonte: http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=164768