domenica 27 maggio 2012

IL PAPA ALL'ANGELUS DIMENTICA EMANUELA.LA FOLLA GRIDA: "VERGOGNA" - VIDEO

Il Papa contestato dopo l'Angelus


La conclusione dell'Angelus del Papa Benedetto XVI di questa mattina è stato accolto dalle urla 'vergogna!' ripetute più volte dalle decine e decine di manifestanti che oggi hanno partecipato alla marcia in ricordo di Emanuela Orlandi. All'interno del colonnato, durante il discorso del pontefice, è stato gridato più volte il nome della ragazza vaticana scomparsa nel giugno del 1983. Nel cielo, tra gli applausi della folla, è volata anche una sua foto in bianco e nero appesa a palloncini bianchi.  «Siamo arrivati qui da tutta Italia - ha commentato una signora - per sentire dalla bocca del Papa il nome di Emanuela, ma anche questa volta torniamo a casa delusi. C'è qualcosa che non va, e che intanto qui c'è una famiglia che soffre e un mistero che ancora non trova pace». «Benedetto XVI ha salutato di tutto e di più - le ha fatto eco una ragazza - addirittura gli sportivi che praticano il tiro con l'arco. Questo mi sembra davvero uno schiaffo per Emanuela Orlandi. Non il primo, e credo, neanche l'ultimo se si continuerà questo tipo di atteggiamento dal Vaticano».

Fonte: Leggo

Giarda, "pronti tagli da 100 miliardi fra gli sprechi della spesa pubblica"

ANCORA TAGLI MA LORO NON SI TAGLIANO MAI NIENTE




"La massa di spesa che oggi e' sotto attenzione ammonta a circa un centinaio di miliardi di euro diviso tra Stato, Enti previdenziali, Regioni ed Enti locali.
  Ed e' la parte di spesa valutata come aggredibile nel breve periodo". Lo afferma il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, intervistato a Radio Vaticana. "Se si guarda lontano - aggiunge - la spesa su cui si puo' intervenire si puo' considerare pari ad almeno 300 miliardi di euro. Ci stiamo dedicando un po' all'uno e all'altro di questi potenziali di intervento". "In tutto il settore pubblico, dallo Stato fino all'ultimo dei comuni, il Paese non si e' ancora adattato alle nuove condizioni", aggiunge Giarda. "C'e' un paese che, purtroppo o per sfortuna, un po' per nostra incapacita', sono quasi dieci anni che non cresce piu'. Come una famiglia in cui i redditi restano stabili nel tempo e non ci sono posti, sezioni dove si annidano sprechi maggiori ma e' tutto il comparto che va rivisto e analizzato".
  La revisione della spesa e' un'operazione con cui si cerca di "portare alla luce sprechi e inefficienze" con l'obiettivo di far pagare qualche tassa in meno e emettere meno titoli del debito pubblico, ha detto Giarda.
  "La revisione della spesa - spiega Giarda - e' l'operazione che cerca di riconsiderare se le nostre abitudini del passato sono ancora compatibili con la situazione economica che stiamo vivendo e quindi si tratta di guardare le voci di spesa per portare alla luce sprechi e inefficienze, gli interventi che facevamo prima e che oggi sono piu' costosi e che comportano oneri che non possiamo piu' affrontare. Si tratta di spendere meglio i soldi che abbiano a disposizione, cercare di spenderne meno laddove non e' proprio necessario". Gli obiettivi della revisione della spesa, prosegue, "sarebbero quelli di consentire ai cittadini di pagare qualche tassa in meno o al governo e al paese di emettere meno titoli del debito pubblico rispetto a ora".
  Giarda ha poi fatto una metafora: "Bisogna immaginare di essere una famiglia in cui e' nato nuovo bambino e quindi il papa' e la mamma devono fare i conti di quanto spendevano prima e devono riguardare a tutti i vizi accumulati nel passato nella spesa. Bisogna cercare di mettere ordine, adattare la spesa alle nuove condizioni in cui si trova la famiglia. Il padre e la madre - conclude - devono cominciare a rinunciare a qualcuno dei loro vizietti per tenere in vita il bimbo". (AGI) .

Fonte: AGI,it


CAGLIARI, IMPRENDITORE SUICIDA PER I DEBITI IL FRATELLO AVEVA TENTATO DI SALVARLO


Era schiacciato da tasse e debiti, così ieri sera un imprenditore si è ucciso a Cagliari, sparandosi un colpo di pistola alla testa. Ermanno Gravellino, di 74 anni, di Selargius, molto noto in città, poco prima ha anche cercato di uccidersi con il gas della bombola della cucina ma è stato salvato dal fratello, rincasato in quel momento, che ha sentito l'odore diffuso nell'appartamento. Mentre il fratello apriva le finestre per purificare l'aria si è spostato in un'altra stanza dove si è sparato. Il fatto è avvenuto poco prima delle 23 in un appartamento nella centrale via Tuveri - ha riportato il quotidiano L'Unione Sarda - dove l'uomo viveva. Nelle ultime settimane era depresso a causa della tasse da pagare e per i crediti di forniture non saldate alla sua società, la Edilforniture, da parte di alcune aziende del Sulcis, in particolare di Portovesme. I mancati incassi lo hanno messo sul lastrico ed i debiti si sono accumulati. Ieri sera l'imprenditore ha deciso di farla finita. Si è chiuso in cucina ed ha aperto il gas. Ma il rientro del fratello lo ha salvato una prima volta. Si è allontanato dalla stanza e, risoluto nel togliersi la vita, ha afferrato la pistola che deteneva regolarmente e si sparato alla testa. Sul luogo della tragedia sono intervenuti il personale del 118 che ha solo potuto constatarne il decesso e le forze dell'ordine.

Fonte: Leggo

Dal Campidoglio a San Pietro: è la «marcia per Emanuela»


Il fratello: vicini a tutte le vittime di giustizia negata. Alemanno: «Questo caso s'intreccia con i molti capitoli oscuri che avvelenano la memoria del Paese»


Cittadini arrivati da Udine e da Varese, dal Piemonte e dalla Campania. Presidenti di Provincia come Andrea Barducci (Firenze), con il gonfalone, e sindaci come Stefano Simoncini (Osimo), con la fascia tricolore. Esponenti del mondo del cinema e della cultura, dopo che il produttore e regista Renzo Rossellini ha fatto circolare un «Manifesto per Emanuela» già sottoscritto da Marco Bellocchio, Liliana Cavani, Dacia Maraini, Francesca Archibugi. E, ancora, associazioni antimafia come «Libera», comitati civici e giovanili, una folta rappresentanza del gruppo Facebook (14 mila iscritti) che da mesi sostiene la causa della famiglia Orlandi.
LA MARCIA - L'appuntamento era per domenica alle 9.30 in piazza del Campidoglio. Poco dopo è partita la marcia per la «verità su Emanuela» organizzata dal fratello, che si concluderà a San Pietro. L'obiettivo è chiedere giustizia sulla scomparsa della figlia del messo pontificio di Wojtyla, avvenuta il 22 giugno 1983. «Questa iniziativa - precisa Pietro Orlandi - punta ad alzare il velo anche sulle tante altre storie di giustizia negata nel nostro Paese. Emanuela è diventata un simbolo, ma tutte le vittime hanno diritto a non essere dimenticate». Alla marcia - che cade in un momento delicato per la Santa Sede, dopo l'arresto del presunto «corvo» - ha dato il patrocinio il sindaco, Gianni Alemanno, che ha srotolato in piazza del Campidoglio una gigantografia della «ragazza con la fascetta». Previsti anche gli interventi del presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, e di Walter Veltroni, che di recente si è interessato all'intrigo Orlandi-De Pedis, con un'interrogazione al Viminale sulla «indegna sepoltura» del boss a Sant'Apollinare. «Sarebbe bello - ha detto Veltroni - se papa Benedetto XVI pronunciasse una parola all'Angelus sul dolore della famiglia di Emanuela». Due sindaci (l'attuale e il precedente) di opposta estrazione, dunque, uniti in una mobilitazione nata e cresciuta dal basso: «Questo caso si intreccia con molti capitoli oscuri della storia degli anni '80 - aveva detto Alemanno al momento di annunciare il sostegno del Campidoglio - che continuano ad avvelenare la memoria collettiva del nostro Paese».

PETIZIONE ONLINE - La testa del corteo è aperta dalle parole «Verità e giustizia», composte con cartelli indossati dai manifestanti. Preannunciato anche un volo di palloncini. A far crescere l'interesse è stata negli ultimi mesi una petizione on line lanciata ad ottobre e indirizzata al pontefice. «Santità, mi rivolgo a Lei nella sua duplice veste di capo di Stato e di rappresentante di Cristo in terra - ha scritto il fratello - per chiederLe di porre in essere tutto ciò che è umanamente possibile per accertare la verità sulla sorte della Sua connazionale Emanuela Orlandi». Le adesioni sono state oltre 80 mila. E l'appello non è caduto nel vuoto: dalla Santa Sede negli ultimi tempi sono arrivati segnali di collaborazione. Di certo, tutto ciò accade sotto gli occhi del mondo: a documentare la «battaglia di Pietro» tra gli altri la Bbc e la tv tedesca, oltre ai molti corrispondenti esteri che da due settimane, dopo l'apertura della tomba di «Renatino», seguono il doppio giallo paragonandolo a un romanzo di Dan Brown. «Solo che la misteriosa scomparsa di Emanuela Orlandi - scrivono - è realtà».

Fabrizio Peronaci

L’Avv. Paola Musu li ha denunciati tutti e fa sul serio! Grande partecipazione popolare.

Paolo Barnard e Paola Musu denunciano il Golpe Finanziario mettendoci la faccia


Aggiorniamo i lettori riguardo l’importante azione legale avviata dell’Avv. Paola Musu in tandem con l’intraprendente Paolo Barnard, nei confronti dei responsabili politici del disastro economico e sociale che stiamo vivendo a seguito di quello che viene definito (nonchè perfezionato legalmente) come un vero e proprio colpo di Stato.

L’azione legale iniziata sotto forma individuale, mettendoci la faccia in prima persona, sta assumendo sempre più le sembianze di una class action di successo popolare


Inoltre si legge dalla relativa fan page il seguente comunicato:

IMPORTANTE: Aggiornamento per il conteggio delle denunce. Chiedo a tutti uno sforzo: PRIMA DI COMMENTARE SU QUESTO POST, LEGGETE BENE QUELLO CHE E’ SCRITTO, GRAZIE! Oggi sono entrato in contatto con Paolo Barnard. Come sapete, ha presentato denuncia anche lui. Ad oggi sono circa 30 le persone legate a Paolo che hanno sporto denuncia. Noi siamo al momento in 11. Con Paolo abbiamo deciso di NON …scambiarci links per evitare troppa confusione, ma periodicamente ci scambieremo i dati. E’ essenziale contarci. Paolo quando arriveremo ad un numero di denunce sufficienti, intraprenderà un’azione a livello europeo. Visto che qualcuno potrebbe essere contato due volte.

Fonte: Pensare Liberi News

UNA DOLCE NOTTE CON QUESTA BELLISSIMA CANZONE.VIDEO


Ninna nanna un brano tratto dall`album 1975-1978 che mi piace molto....con foto+testo
DEDICATA A TUTTI I LETTORI DEL BLOG

Strage di bimbi, l’Onu accusa l’esercito




Cadaveri di bambini, anche di un anno, stesi a terra, alcuni con gli occhi sbarrati, altri con ferite devastanti al volto, altri ancora che sembrano dormire, con indosso il pigiamino. Il massacro di civili avvenuto ieri a Hula, di cui gli oppositori hanno diffuso le immagini su Internet, sconvolge le coscienze e rischia di portare un colpo fatale ai tentativi dell’Onu di riportare la pace in Siria.

Gli osservatori delle Nazioni Unite, arrivati oggi in questa città una ventina di chilometri da Homs, hanno confermato che almeno 92 persone sono state uccise, di cui 32 bambini, e hanno chiamato in causa l’esercito. Gli inviati hanno infatti accertato «l’impiego dei cannoni di carri armati» nel bombardamento di Hula di ieri, ha affermato il capo della missione, il generale norvegese Roberto Mood, che ha definito l’episodio «una tragedia brutale» e ha evocato il pericolo di una «guerra civile» aperta.

Quasi a conferma dei suoi timori, l’Esercito libero siriano, composto essenzialmente da militari disertori, ha detto che manderà «al diavolo» il piano dell’inviato Kofi Annan se l’Onu non interverrà immediatamente per mettere fine alle violenze del regime e ha lanciato un appello ai «paesi amici» dell’opposizione siriana affinché lancino «raid aerei» contro le forze del presidente Bashar al Assad. Le quali, da parte loro, continuano la repressione. Secondo i Comitati locali di coordinamento dell’opposizione, non meno di 40 persone sono state uccise anche oggi, diverse delle quali in manifestazioni in diverse città, in particolare Aleppo, Idlib e nei sobborghi di Damasco, contro il massacro di Hula.
«Chiunque essi siano, coloro che hanno cominciato, coloro che hanno risposto e coloro che hanno compiuto quest’atto deplorevole devono essere ritenuti responsabili», ha affermato il generale Mood, esortando «il governo siriano a non usare le armi pesanti e tutte le parti a mettere fine alle violenze sotto tutte le forme». «Questo uso sproporzionato della violenza è inaccettabile e imperdonabile», ha aggiunto il capo degli osservatori.

Il generale Mood non ha spiegato la dinamica del massacro. Secondo fonti dell’opposizione, le forze governative avrebbero bombardato ieri Hula per molte ore consecutive, per costringere i soldati dell’Els a ritirarsi. E successivamente bande di Shabiha, miliziani fedeli al regime, avrebbero avuto mano libera nell’infierire sui civili.
In Siria si è creata una situazione «che la comunità internazionale non può più accettare», ha detto il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi, che ha condannato il massacro insieme con il collega francese Laurent Fabius e con la Gran Bretagna. Terzi ha chiesto «l’immediata applicazione» del piano di pace di Kofi Annan, «a cominciare dall’assoluta cessazione delle violenze», e ha aupicato che torni presto a riunirsi il gruppo dei Paesi `Amici della Siria´. Mentre il Consiglio nazionale siriano (Cns), il principale raggruppamento dell’opposizione, e il segretario generale della Lega Araba, Nabil al Arabi, hanno chiesto un intervento del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
In una lettera al Consiglio di Sicurezza, ieri il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, aveva evocato anch’egli il rischio di un’aperta guerra civile, affermando che gli oppositori controllano ormai parti «importanti» del territorio e aveva detto di vedere la mano di «gruppi terroristi» in una serie di attentati avvenuti negli ultimi mesi, facendo appello a tutte i Paesi perché si astengano dal fornire armi o assistenza militare «a qualsiasi parte».

Fonte:Il Secolo XIX