sabato 2 giugno 2012

SI FACEVA FOTOGRAFARE NUDO DALLA FIGLIA:ARRESTATO 50ENNE ASCOLANO


È finito in carcere con l'accusa di aver sottoposto la figlia minorenne a pratiche a sfondo sessuale, facendosi anche fotografare nudo dalla ragazzina mentre si masturbava. In esecuzione di un ordine di custodia cautelare i carabinieri di Ascoli hanno arrestato un 50enne dell'hinterland ascolano. L'inchiesta della procura di Ascoli, secondo quanto riporta oggi il Corriere Adriatico, è partita dalla denuncia della ragazzina che all'epoca dei fatti, il 2010, non aveva ancora compiuto 16 anni. Separato dalla moglie, l'uomo ogni tanto si incontrava con la figlia, ma in occasioni di questi incontri l'avrebbe costretta a pratiche a sfondo sessuale e a fare foto di contenuto esplicito. Durante l'interrogatorio di garanzia il 50enne ha negato ogni addebito sostenendo che si tratterebbe di una ritorsione della ragazza alla sua opposizione al fatto che frequentasse un giovane rom. L'uomo si trova ora nel carcere di Marino del Tronto.

Fonte: Leggo

La camorra sapeva dell'attentato alle torri gemelle



I trafficanti di droga marocchini prima dell'atto terroristico avrebbero detto a un clan napoletano di aver pronti due attentati: uno con gli aerei e l'altro sui treni spagnoli
I camorristi sapevano in anticipo ciò che sarebbe accaduto l'11 settembre 2001 alle torri gemelle di New York. E si vantavano di aver ospitato nei loro covi gli autori dell'attentato che ha cambiato la recente storia del mondo. Ma erano anche a conoscenza delle bombe esplose l'11 marzo 2004 nelle stazioni ferroviarie di Madrid. Questo emerge oggi da un articolo de Il Mattino di Napoli.

Traffico di droga - Lo scenario inquietante deriva dalle dichiarazioni di un pentito, considerato attendibile dai magistrati, che era affiliato al clan camorristico con a capo Giuseppe Polverino, arrestato proprio in Spagna da pochi mesi. Il collaboratore di giustizia parla di un pranzo avvenuto nell'estate del 2001, pochi mesi prima dell'attentato di New York, dove avrebbe conosciuto un tale Rachid (un marocchino riconosciuto nella fotografia mostratagli dai pm), che poi si sarebbe dimostrato legato agli ambienti qaedisti. Il pranzo era dovuto all'organizzazione del traffico di hashish che il clan gestiva in collaborazione con i marocchini.

Gli attentati - E' durante questo pranzo che Rachid riceve una telefonata in cui parla in spagnolo. Dopo sarà lo stesso Rachid a dire ai camorristi presenti (oltre al pentito, Sabatino Cerullo e Angelo D'Alterio) che stava per esserci un attentato utilizzando con degli aerei. Rachid avrebbe anche accennato ad un "qualcosa" in via di organizzazione sui treni metropolitani in Spagna. Sul momento il pentito non avrebbe capito a cosa Rachid si riferisse e avrebbe compreso le sue parole solo dopo la realizzazione degli attentati. Al pranzo avrebbe partecipato anche un amico di Rachid, un altro marocchino, che il collaboratore di giustizia ha riconosciuto come uno degli attentatori delle torri gemelle.

Inchiesta - Le indagini sono condotte dai pm Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio con la collaborazione del comando provinciale di Napoli dei carabinieri, guidato dal colonnello Marco Micicucci, e del reparto e nucleo investigativo, guidati da Giancarlo Scafuri e Lorenzo D'Ajola. Il collaboratore di giustizia è considerato molto affidabile e ha anche assicurato che i due ipotetici terroristi marocchini, Rachid e l'amico, avrebbero passato alcuni giorni nel Napoletano, ospiti del clan Polverino, andando in giro su uno scooter per le masserie.

Fonte: Libero quotidiano.it

Scomparsa di Roberta Ragusa, ecco il dossier della criminologa: "Il caso rischia di essere dimenticato"



Ormai sono 140 giorni (ovvero ben 20 settimane) che di Roberta Ragusa non si hanno più notizie. In questi giorni è stato ultimato i lavoro svolto dalla criminologa Imma Giuliani e dallo psicologo Fabrizio Mignacca per conto dell’associazione «Per Roberta», che hanno a lungo ascoltato le testimonianze di numerose amiche della contitolare dell’autoscuola «Futura». Il lavoro sarà consegnato il 12 giugno al sostituto procuratore della Repubblica Aldo Mantovani, il magistrato che dirige le indagini.
«Si tratta — spiegano gli autori — di una relazione volta all’organizzazione delle diverse ipotesi valide e, attraverso l’analisi delle dinamiche relazionale di Roberta Ragusa, in grado di fornire un quadro completo della vicenda. Infine sarà fondamentale porre delle domande concrete su un piano investigativo rispetto alle piste più probabili. Un lavoro di profilino su un piano vittimologico. Quando scompare qualcuno è prassi comune affermare che non c’erano motivi che portassero alla scomparsa, che era tutto normale, tutto andava bene. Evidentemente non è così».
«Nel caso di Roberta — proseguono — , è normale avere dubbi su comportamenti all’apparenza ambigui, che magari hanno una spiegazione semplice e che sottendono proprio a una relazione che non c’è più, a un sentimento che si è spento e che porta a un’apparente freddezza. L’unica certezza è che una donna è scomparsa. Eppure è chiaro che diventa inutile sapere perché è scomparsa. Sappiamo per certo da cosa è scomparsa. Su questo dobbiamo interrogarci. Ma il problema più grande è un altro: la seconda scomparsa che Roberta oggi può subire. Essere l’ennesimo nome che viene archiviato nella lista di chi non c’è più. Perso tra le carte il nome Roberta Ragusa rischia il definitivo oblio. Per questo ogni avvistamento è prezioso, ogni articolo di giornale è fondamentale, perché Roberta, come tanti altri non venga dimenticata in un faldone giudiziario».

Fonte:Quotidiano.net

ANIMALI TORTURATI AL MERCATO, VIDEO CHOC DELLE ATROCITÀ PORTA A 7 ARRESTI -GUARDA



Nascondono le telecamere al mercato del bestiame e ottengono l'incriminazione di sette persone. I volontari dell'associazione Mercy For Animals hanno rivelato il dietro le quinte dell'allevamento di animali da carne montando delle telecamere nei recinti di smistamento del bestiame all'annuale fiera di San Bernardino, in California. Il filmato è stato subito reso pubblico per chiedere un'immediata azione legale e per dimostrare che oltre a trattare gli animali senza rispetto, gli allevatori violano le più elementari norme igieniche e sanitarie mettendo in commercio anche le carni di capi malati, ai quali viene semplicemente sospesa la somministrazione di acqua e cibo fino al decesso, anziché intervenire con un'obbligatoria - e pietosa - soppressione.
Il filmato, che mostra adulti e cuccioli di bestiame presi per la gola e per le zampe, calciati, lanciati come sacchi di patate o strizzati dentro gabbie anguste, è sconsigliato ad un pubblico sensibile.

Fonte: Leggo

INCENDIA LA SUA ABITAZIONE E SI IMPICCA, MA RISPARMIA LA VITA DEI SUOI CANI


Un gesto disperato e un ultimo pensiero verso gli amici a quattro zampe per un uomo che ha dato fuoco alla sua abitazione e a quella disabitata dove viveva la madre e infine si è suicidato impiccandosi. Tutto questo dopo aver tratto in salvo i suoi cani. La vicenda è accaduta a Tavarnelle Val di Pesa, vicino Firenze. I soccorritori hanno trovato la vittima, un invalido di 55 anni, impiegato, morto lungo la tromba delle scale. Prima di dare alle fiamme gli arredi, l'uomo ha però portato gli animali domestici in un punto dove il fuoco non poteva raggiungerli. L'allarme è scattato da parte di alcuni vicini che hanno visto uscire del fumo dalle due case, attigue l'una all'altra. Sul posto vigili del fuoco e carabinieri. Secondo una ricostruzione, l'uomo ha incendiato la camera da letto della sua casa e una camera dell'abitazione dove fino a qualche anno fa viveva la madre, deceduta da qualche tempo. La scomparsa della donna, che lo accudiva, avrebbe destabilizzato l'equilibrio dell'invalido, non pienamente autosufficiente. Inoltre, secondo quanto emerge, negli ultimi giorni l'uomo avrebbe dato a parenti e conoscenti segnali di disagio, che però non sono stati percepiti come un possibile pericolo. Appena ieri aveva saldato un debito con un conoscente ed aveva portato al parroco la foto della madre dicendogli di custodirla.

Fonte: Leggo

EGITTO, ERGASTOLO PER MUBARAK: "ORDINÒ DI SPARARE SUI MANIFESTANTI"



Un verdetto meno pesante del previsto: l'ex rais egiziano Hosni Mubarak è stato condannato all'ergastolo per aver ordinato l'uccisione di oltre 800 manifestanti durante la rivoluzione. Occhiali scuri, tuta beige e aria apparentemente tranquilla, il primo leader destituito dalla 'Primavera arabà a comparire di persona, se pur in barella e dentro una gabbia, davanti ai giudici, ha evitato la pena di morte. Il procuratore generale ha chiesto l'immediato trasferimento in carcere dell'ex presidente che dall'aprile dell'anno scorso è ricoverato in un ospedale militare alla periferia del Cairo. Ergastolo anche per l'ex ministro dell'Interno di Mubarak, Haimb El Adly, assolti, invece, i suoi sei assistenti al ministero. Ma la sentenza che forse ha suscitato e susciterà nei prossimi giorni le reazioni più forti è il non luogo a procedere per i due figli di Mubarak, Gamal e Alaa, accusati di corruzione e abuso di potere, perchè i reati risalgono a oltre dieci anni fa. Reati prescritti anche all'ex rais. Al momento della sentenza i due figli sono rimasti in piedi davanti alla barella del padre che è rimasto immobile. Gli avvocati dell'accusa sono saliti sui tavoli del tribunale scandendo gli slogan «fuori, fuori» e «il popolo vuole che la magistratura sia ripulita». Fuori dall'aula, la polizia in tenuta antisommossa ha caricato i sostenitori di Mubarak che dopo la sentenza hanno cominciato a lanciare sassi e ad aggredire anche i giornalisti e fotografi presenti sul posto. Il primo bilancio parla di 20 feriti e almeno quattro arresti. Fra la folla che da questa mattina si è raccolta all'esterno dell'aula bunker per seguire il verdetto sono scattate scene di esultanza non appena il presidente della Corte ha letto la condanna all'ergastolo.

Fonte: Leggo

SISMA, GUERRA AGLI SCIACALLI: "SE NECESSARIO INTERVERRÀ L'ESERCITO"



«Stiamo valutando un possibile intervento dell'esercito, so che alcuni comuni ne hanno fatto richiesta: se sarà possibile e necessario, io senz'altro lo richiederò». Lo afferma a Tgcom24 il Prefetto di Modena, Benedetto Basile, ricordando che per evitare gli episodi di sciacallaggio è stato «rinforzato il presidio delle forze di polizia». Attualmente sono infatti 395 le unità impiegate dalle forze dell'ordine contro il fenomeno.

INDAGINE APERTA A BOLOGNA La paura instillata dalle scosse dei giorni scorsi ha prodotto una psicosi collettiva, dietro la quale si teme che si celi una vera e propria strategia messa a punto dagli 'sciacallì: per cercare di arrivare alla fonte di tutto la Procura di Bologna ha aperto un fascicolo per procurato allarme, dopo le tante telefonate giunte ieri ai centralini delle forze dell'ordine di persone che chiedevano se era vero che fosse previsto l'arrivo imminente di una scossa di terremoto devastante. Ieri a Bologna sono state 200 le chiamate arrivate a carabinieri, polizia, vigili urbani e vigili del fuoco. Altre sono arrivate anche alla sede della Provincia. E lo stesso copione, si è ripetuto nelle altre città interessate dal sisma. Nel capoluogo, a seguito della psicosi che si era creata, sono stati evacuati uffici importanti, come la Banca d'Italia (con un vero ordine di evacuazione) e la Carisbo. Anche in Tribunale alcuni addetti hanno lasciato il palazzo. L'inchiesta aperta dal procuratore aggiunto Valter Giovannini ora cercherà, appunto, di capire l'origine delle voci. Verranno fatti accertamenti a campione sui tabulati telefonici. Verrà chiesto a chi ha telefonato come aveva appreso la 'bufalà della scossa devastante. Per capire se dietro c'è una strategia degli sciacalli. Ed, eventualmente, per scoraggiare ogni loro iniziativa. Il fascicolo per procurato allarme della magistratura bolognese è il terzo aperto sul sisma che ha colpito l'Emilia, dopo quelli sui crolli e sugli operai morti delle Procure di Ferrara e Modena. E, a conferma del clima di preoccupazione molto forte che si respira anche a Bologna, un serie di fax e mail con allegati sono stati inviati alla Procura per segnalare casi di abitazioni a rischio dopo le scosse di terremoto. La Procura non può fare altro che aprire fascicoli per fatti non costituenti reati. Si tratta di segnalazioni che andrebbero inoltrate a uffici tecnici, in questi giorni in realtà molto occupati per le varie verifiche in corso. A Modena, intanto, il Prefetto Benedetto Basile sta valutando anche un possibile intervento dell'esercito in funzione anti-sciacalli.

Fonte: Leggo