giovedì 22 novembre 2012

EVENTO:LA LOCANDA DEI GIRASOLI - CONFERMA NUMERO PARTECIPANTI



CHI HA CLICCATO PARTECIPA O FORSE, E' PREGATO DI DARE CONFERMA IN TEMPI BREVI  NELL'EVENTO,PER MOTIVI ORGANIZZATIVI, CON IL NUMERO DI PERSONE CHE SONO CON VOI. Esempio( TIZIO + 2).GRAZIE ANTICIPATAMENTE.

NELL'EVENTO C'E' IL MENU' FISSO CON LA QUOTA DI PARTECIPAZIONE.

CONDIVIDETE IN MODO CHE ARRIVI A TUTTI I PARTECIPANTI....SONO GRADITE NUOVE PARTECIPAZIONI

EVENTO FACEBOOK:TUTTI INSIEME PER SOSTENERE LA LOCANDA DEI GIRASOLI - CENA SOLIDALE

PER NOTIZIE PIU' DETTAGLIATE LEGGETE IL POST PRECEDENTE O ENTRATE NELL'EVENTO: http://tuttosulsocialeenon.blogspot.it/2012/11/richiesta-di-aiuto-leggete-e-condividete.html

sabato 17 novembre 2012

RICHIESTA DI AIUTO - LEGGETE E CONDIVIDETE





A Roma c’è un ristorante la Locanda dei Girasoli. E’ nato dalla volontà di alcuni genitori di ragazzi con la sindrome di Down per dare una prospettiva lavorativa ai loro figli Claudio,Valerio, Emanuela e Viviana che già oggi ci lavorano come camerieri. Purtroppo non è in una via molto frequentata di Roma (in zona Quadraro) ed è molto difficile farlo conoscere. Però se non riusciamo a farlo in fretta, le prospettive non sono molto allegre. La pizza è buona, il locale è carino ed economico e vale la pena di dar loro una mano, non vi pare? Un primo aiuto può essere far girare questo messaggio al maggior numero di amici possibile; se poi conoscete persone o uffici nella zona Appio-Tuscolano è ancora meglio o se avete un amico giornalista che può pubblicizzare la loro esperienza, ancora meglio.
Cu ♥ re ♥♥

Questa è una di quelle volte che vi chiedo CONDIVIDETE AMICHE AMICI...

Si sei de Roma
e alla
LOCANDA DEI GIRASOLI
nun vai
nun fa gnente :)
ma si ce vai
grazie a te
loro
tanto faranno :)

e si ce annate portateje er saluto mio diteje
ER CORE SCRIVE L'AMORE ve abbraccia no co' 1 ma co' 2 cori :)

LA LOCANDA DEI GIRASOLI RISCHIA LA CHIUSURA



Via dei Sulpici 117/h - 00174 Roma 
Tel - Fax 06.76.10.194

Sito web:LA LOCANDA DEI GIRASOLI

Evento Facebook partecipate:TUTTI INSIEME PER SOSTENERE LA LOCANDA DEI GIRASOLI - CENA SOLIDALE

     
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venerdì 16 novembre 2012

DENISE PIPITONE, ACCERTAMENTI NEGATIVI SU UNA BIMBA ROM. LA POLIZIA: "NON È LEI"



Niente da fare nemmeno questa volta. Non è Denise Pipitone la ragazzina rom portata oggi in commissariato. "Gli esami hanno dato esito negativo", ha detto il dirigente della squadra mobile di Gela, Giovanni Giudice. La ragazzina, ha spiegato il funzionario, è figlia di una coppia di rom che da diversi anni risiede a Gela. Secondo gli investigatori, che hanno controllato i documenti e i certificati di nascita, non sarebbe necessario l'esame del Dna. Tuttavia, per maggiore sicurezza, hanno chiesto alla procura di Marsala di poter compiere anche questo accertamento.

SEGNALAZIONE A "LA VITA IN DIRETTA". Denise Pipitone è scomparsa all'età di quattro anni nel settembre 2004 a Mazara del Vallo (Trapani). Lanotizia degli accertamenti sulla piccola rom è stata riferita dalla  rasmissione di Raiuno La vita in diretta, che nell'edizione di oggi delle 18 ha dedicat un approfondimento alla notizia, in occasione di un'udienza del processo alla sorellastra di Denise accusata di concorso in sequestro di minorenne e del suo ex fidanzato imputato di false dichiarazioni al pm. Alcune auto degli agenti sarebbero uscite un paio di ore dopo dal commissariato alla ricerca di un'altra ragazzina della comunità Rom stanziale.

Fonte.Leggo

LACRIMOGENI, IL QUESTORE: "SONO STATI DEVIATI, NOI AGGREDITI MILITARMENTE" -VIDEO




Se ci sono «eventuali responsabilità dei singoli verranno verificate»: ma le forze dell'ordine «hanno reagito perchè aggredite militarmente». E i lacrimogeni al ministero della Giustizia 'piovuti dal cielo', come hanno sostenuto decine di testimoni? «Le capsule di gas sparate dal basso potrebbero aver urtato gli edifici, deviando la traiettoria».
A due giorni dagli scontri sul Lungotevere, il questore di Roma Fulvio La Rocca difende la gestione dell'ordine pubblico. «In piazza c'erano molti ragazzini e abbiamo cercato di garantire la sicurezza - spiega Della Rocca - Se ad un certo punto veniamo aggrediti militarmente è chiaro che dobbiamo reagire, perchè siamo qui anche per questo: per tutelare la legge, questo è il nostro compito». Per il Questore, «se ci sono stati eccessi agiremo e verificheremo di conseguenza. Accerteremo eventuali responsabilità dei singoli. Ma la gestione dell'ordine pubblico non ha avuto problemi». Il problema maggiore resta però quei lacrimogeni che sembrerebbero esser sparati dal ministero della Giustizia sulle teste dei ragazzi. Il Racis esaminerà il video, ed anche il ministero dell'Interno, tramite il Dipartimento di pubblica sicurezza, sta lavorando per capire da dove è stato sparato il gas.
La versione di Della Rocca è che «i lacrimogeni potrebbero essere stati lanciati da agenti di polizia: sono stati sparati a 'parabolà e non diretti sui manifestanti. La traiettoria è stata deviata perchè hanno urtato sull'edificio» e si sarebbero infranti cadendo. Dagli studenti arrivano invece versioni diverse. «In via Arenula un lacrimogeno è cascato verticalmente davanti a me, così come altri due più distanti: piovevano dal cielo. Mi sono voltata e, sia davanti a me che indietro, dalla strada non c'erano agenti che sparavano il gas», ha spiegato una studentessa di Psicologia di 25 anni, che il 14 era alla manifestazione. E a difendere il ruolo delle forze dell'ordine è anche uno storico agente del Reparto Mobile, Gianluca Salvatori. È chiamato 'Dragò dai suoi colleghi e ha ispirato il personaggio interpretato dall'attore Favino nel film 'Acab'. «Un conto è fronteggiare una manifestazione con padri di famiglia disperati come i lavoratori di Alcoa e Ilva, un altro è trovarsi di fronte a chi, come gli studenti due giorni fa, rappresenta le proprie idee in maniera sbagliata. È chiaro che c'è un atteggiamento differente anche da parte nostra. Stare in piazza adesso è veramente pesante. Ho presidiato l'Hotel Rafael ai tempi di Craxi e di tangentopoli e ne ho viste tante, ma gli studenti dovrebbero sapere che noi siamo le stesse persone che si buttano in acqua a salvare gli extracomunitari a Lampedusa».

LA SEVERINO APRE UN'INDAGINE Il ministro della Giustizia, Paola Severino, visionato il video pubblicato sul sito di Repubblica.it che ritrae il lancio di lacrimogeni dal palazzo del ministero durante lo «sciopero europeo», ha immediatamente disposto un'indagine interna ed esprime «inquietudine e preoccupazione».
A partire da un video amatoriale girato con un telefonino, di cui è venuta in possesso, Repubblica descrive oggi in un articolo il contenuto delle immagini. Nel video - secondo quanto riporta il giornale - si vedono i manifestati «senza maschere, caschi né scudi» in fuga in via Arenula. Poi «dal palazzo di fronte, che è la sede del ministero della Giustizia, in rapida successione vengono sparati due lacrimogeni. Sulla folla. Subito dopo un terzo».
Nell'articolo ci si chiede come sia possibile che dal palazzo del ministero possano essere partiti dei lacrimogeni e si fa anche notare che «all'interno del ministero lavorano alcune guardie penitenziarie» domandandosi se possano essere state loro a «sparare sulla folla in fuga».
«Dai primi accertamenti, è stato verificato che lacrimogeni a strappo, come quelli che sembrerebbero essere stati lanciati dal Ministero» durante lo sciopero europeo, «non sono in dotazione al reparto di polizia penitenziaria di via Arenula», fa sapere il ministro della Giustizia Paola Severino, assicurando che «le verifiche proseguiranno con il massimo impegno, con il dovuto rigore e con la massima tempestività».

FonteLeggo
  

VIOLENTA E METTE INCINTA LA FIGLIA, IN MANETTE 46ENNE "PROTETTO" DALLA FAMIGLIA




Choc a Palermo per l'ennesimo caso di violenza su dei minori. Ha costretto la figlia minorenne ad avere rapporti sessuali con lui. La ragazza ora maggiorenne è rimasta anche incinta ed ha recentemente dato alla luce un bambino. Una turpe vicenda quella scoperta a Palermo dagli agenti della polizia di Stato che hanno disposto una misura cautelare per un 46enne accusato di avere violentato e maltrattato la figlia.
All'uomo è stato imposto l'allontanamento dal domicilio e il divieto di vedere la ragazza. Le indagini sono state ostacolate dall'atteggiamento omertoso degli altri familiari che intendevano evitare «scandali» e volevano costringere la loro congiunta ad abortire. Gli investigatori dopo alcuni accertamenti hanno dimostrato che il neonato era figlio del padre della ragazza. La storia è stata scoperta dagli agenti in seguito alla segnalazione giunta loro da una fonte confidenziale.

L'ARRESTO L'uomo successivamente è stato arrestato. Una misura affermano gli investigatori scattata dopo che è stato accertato che l'indagato avrebbe tentato di incontrare la figlia per tentare di condizionarla psicologicamente.

Fonte:Leggo

giovedì 15 novembre 2012

IN STATO VEGETATIVO DAL 2010, LA MOGLIE IMPLORA: "STAMINALI O EUTANASIA"



In stato vegetativo dopo un banale intervento alla bocca. É la storia di Giuseppe Marletta che dopo aver riportato gravi danni al cervello a seguito di un'operazione è in coma dal 2010.
Da allora la moglie, Irene Sampognaro, ha intrapreso una battaglia per permettere al marito di essere sottoposto a cure a base di staminali mesenchimali, cellule il cui uso per fini terapeutici non è ancora consentito nel nostro Paese.
«É l'unica speranza per Giuseppe», ha dichiarato la donna a TgCom24, «se non mi daranno il permesso chiederò l'eutanasia». La moglie ha espresso tutta la sua rabbia nei confronti delle istituzioni: «Se questo fosse un paese civile mio marito non sarebbe finito in coma per un intervento banalissimo e per di più inutile. E poi avrebbe accesso all'unica cura che forse può migliorare la sua condizione». Giuseppe, infatti era stato sottoposto ad un intervento per rimuovere due punti metallici dalla mandibola inseriti per curare la sinusite e lenire i disturbi che da tempo avvertiva. Ma durante l'operazione ci sono state delle complicazioni e oggi, anche se è ancora vivo, non riesce più a comunicare  e non è più cosciente.

LA BATTAGLIA DELLA MOGLIE La moglie, che vive con un solo stipendio da insegnante e due figli da mantenere, sta portando avanti una battaglia legale per fare in modo che qualcuno paghi per quanto accaduto a suo marito, ma sta cercando di condurre anche la battaglia per la vita del marito e chiede di sottoporlo a una terapia a base di cellule staminali somministrata dalla Stamina Foundation presso gli Spedali Civili di Brescia. Non è ancora stato possibili iniziare le cure perché il pm di Torino Raffaele Guariniello ha aperto un'inchiesta contro la fondazione bresciana,dopo un'indagine del Ministero della Salute e dell'Aifa, il 5 novembre è arrivato lo stop da parte dell'Istituto superiore di Sanità e dell'Aifa. La terapia è stata considerata pericolosa per la salute e i laboratori dove veniva praticata inadatti.
La donna denuncia anche la totale mancanza di attenzione da parte delle autorità: «Ho scritto al ministro Fazio, all’assessorato alla Salute della Regione Sicilia e al presidente Napolitano che non mi ha mai degnato di risposta. Lo Stato è rimasto indifferente: si proclama in favore della vita ma poi non la tutela».
Ora la donna vuole dare fine a questa situazione e minaccia di ricorrere all'eutanasia: «Giuseppe non avrebbe mai voluto vivere in questo modo. Adesso la sua vita è sospesa in un limbo così come la mia e quella di tutta la famiglia. A volte solo la morte può essere la cessazione della sofferenza».

Fonte:Leggo

domenica 11 novembre 2012

PERMALOSITA' - DEDICATA A TUTTI/E LE PERSONE PERMALOSE


Prendersi troppo sul serio e reagire male a qualunque osservazione su di sé, anche sottoforma di battuta. I permalosi hanno di base una forte insicurezza.

Persone pronte a mettere il broncio alla minima osservazione, che hanno difficoltà a sorridere dei loro difetti e spesso finiscono per avvelenarsi la giornata per un nonnulla, vittime come sono del loro stesso bisogno di totale approvazione. Ma cosa si nasconde dietro alla permalosità? Perché si fa fatica a superarla? E soprattutto come gestire le critiche?

Persone fragili
Fragili, un po’ rigide, molto attente ai segnali provenienti dall’esterno: spesso mancano di autoironia e di spirito di autocritica. Sono persone che si prendono sempre troppo sul serio, si innervosiscono non appena ricevono una critica e mettono il muso al primo dissenso.
Si definisce permalosa la persona che si risente di parole o di atti che gli altri non considererebbero offensivi. Le reazioni sono varie: si passa dal mutismo destinato a durare anche dei giorni, oppure si reagisce in modo impulsivo, passando al contrattacco con l’obiettivo di avere l’ultima parola.

Scarsa fiducia in sé
Qualunque forma di permalosità va ricercata nella scarsa fiducia in se stessi; il permaloso interpreta le osservazioni in base alle proprie insicurezze e si creano degli equivoci di fondo, su percezioni distorte del reale. Le radici di questo comportamento affondano nell’infanzia: in alcuni casi ci si è sentiti trascurati quando si era piccoli per cui il messaggio interiorizzato era “tu non conti”. Ma si può anche essere verificato il caso opposto, ovvero persone cresciute in un contesto in cui sono state adorate e trattate con i guanti di velluto e così permane il desiderio irrinunciabile di piacere totalmente agli altri, godendo di una considerazione positiva incondizionata. In questo caso non si ammettono ombre perché non hanno mai sperimentato di poter essere amate nonostante i propri limiti.
In entrambi i casi si tratta di un problema dell’ego, da non confondere con la sensibilità che, invece, è una qualità dell’anima.

Le conseguenze
Basta una parola, un tono di voce diverso e il permaloso subito si chiude in se stesso, rimugina, gli viene da piangere. Così se da una parte si cerca l’approvazione continua degli altri, le relazioni si deteriorano sempre di più. Per non indispettirsi si evitano i confronti e i rapporti rischiano di perdere di spontaneità, divenendo rigidi e formali.

Cosa fare
Il punto di base nel permaloso è la mancanza di autostima e bisogna lavorare proprio su questa.

Fare una lista delle proprie qualità e rileggerla nei momenti difficili;
Valutare successi e fallimenti;
Tenere conto del contesto in cui ci si trova e non confondere il proprio operato con la propria persona;
Imparare a gestire le proprie reazioni e riflettere.
Se qualcosa ci ha ferito anziché rimuginare meglio parlarne e chiarire con calma.
Ricordarsi che tutti hanno difetti e punti deboli;
Imparare a distinguere le critiche.

venerdì 9 novembre 2012

CARMELA, SUICIDA A 13 ANNI DOPO STUPRO. IL PADRE: "BEFFATI DALLA GIUSTIZIA"




Alfonso Frassanito è un uomo distrutto dal dolore e a cinque anni di distanza dal suicidio della figlia Carmela si sente beffato dalla giustizia. «Il nostro Paese ha uno strano concetto di giustizia e dopo tutto questo tempo mi ritrovo ancora qui con un pugno di mosche in mano e con le beffe che la giustizia italiana impone alle vittime, come se non bastasse il danno subito». Inizia così la lettera scritta da Frassanito, presidente dell'associazione 'Ioso'Carmela'. La figlia si tolse la vita a 13 anni il 15 aprile del 2007 lanciandosi dal terrazzino al settimo piano di uno stabile del quartiere 'Paolo VÌ, a Taranto perché qualche mese prima era stata stuprata, ma nessuno le credeva.
«Sei anni fa, proprio il 9 novembre, Carmela - racconta Frassanito - viveva l'incubo degli stupri, durò 4 giorni il suo martirio fisico, dopo le immediate denunce iniziò il calvario ancora più lungo che le imposero proprio quelle istituzioni che invece avrebbero dovuto aiutarla e tutelarla. Questo durò lunghissimi sei mesi fino a quel 15 aprile in cui pose fine alla sua breve esistenza». Ancora più interminabile, aggiunge il papà di Carmela, «il mio calvario, fino ad oggi sono sei gli anni di attesa senza alcun riscontro di giustizia, quella vera, da parte delle istituzioni, dello Stato, nonostante i miei innumerevoli appelli». Venerdì prossimo è prevista un'altra udienza del processo che vede imputati tre maggiorenni accusati di aver violentato la ragazzina. «Processo - rammenta Frassanito - che dopo tutto questo tempo è ancora nella fase del primo grado». Le associazioni 'Csin onlus' (Centro servizi interdisciplinare) e «IosòCarmela' hanno proposto un disegno di legge per l'inasprimento sostanziale e la certezza delle pene per i reati di violenza sessuale e pedofilia, per il quale si stanno raccogliendo le firme. Anche Carmela, si sfoga Frassanito facendo un parallelo con l'attenzione riservata dagli organi di informazione all'omicidio della 15enne Sarah Scazzi, «è stata una figlia, non solo Sarah, tutti i bambini hanno diritto alla loro vita, ad avere giustizia, sempre e comunque ... non solo quando la città si trasforma in una piccola Hollywood per via del circo mediatico, ma soprattutto macabro, che si attiva solo quando si possono sfruttare gli aspetti morbosi di vicende a sfondo sessuale o da thriller».

Fonte:Leggo

giovedì 8 novembre 2012

CREMONA, STUPRAVANO E FILMAVANO STUDENTESSE MINORENNI: ARRESTATI IN DUE



Avrebbero violentato almeno due studentesse delle scuole superiori di Crema (Cremona), portandole in uno stabile della Bassa Bergamasca, minacciandole di divulgare il filmato dei rapporti. Per questo due cittadini di origine indiana, uno di 22 anni, residente a Soncino (Cremona), e l'altro di 25, di Casaletto di Sopra (Cremona), entrambi operai, sono stati arrestati dai carabinieri di Crema con le accuse di violenza sessuale, pornografia minorile, tentata violenza privata e porto di arma bianca.

L'operazione è partita dalla denuncia dell'ultima delle loro presunte vittime, una diciassettenne che si è rivolta ai carabinieri. Sequestrata la Fiat Punto intestata alla madre del ventiduenne: nell'abitacolo c'erano una katana, numerosi telefoni, computer, fotocamere, chiavette usb, schede di memoria e schede sim. Sui supporti è stato trovato materiale pornografico.

Fonte:Leggo

ABUSA DEL FIGLIO DI 8 ANNI DELLA SUA EX:LA MAMMA LO SCOPRE E LO FA ARRESTARE




Sospettato di aver violentato un bambino di 8 anni, per queste accuse un uomo di 46 anni residente in provincia di Pordenone è finito in manette.
A denunciare il fatto sarebbe stata la mamma della vittima, che aveva avuto una relazione con quest'uomo. Secondo quanto riporta il Gazzettino.it, la donna dopo qualche mese, affidò il piccolo al fidanzato perchè voleva che si abituasse alla presenza dell’uomo in vista di una possibile convivenza. Ma quando andò a prendere il bambino notò che in lui c'era qualcosa di diverso e dopo insistenti domande il figlio confessò alla madre che il motivo di tanta agitazione era il fatto che non aveva dormito da solo, che era stato avvicinato e toccato.
La donna denunciò il fatto ai carabinieri e si allontanò dal compagno. Le indagini confermarono la confessione del bambino, tanto che sul lenzuolo  del letto dell'uomo furono trovate tracce biologiche appartenenti alla piccola vittima.
Il quarantaseienne, ora in carcere dopo mesi, ha sempre respinto ogni accusa.

Fonte:Leggo

FEDERICA, INDAGATO IL FIDANZATO."È CADUTO IN CONTRADDIZIONE"



E’ indagato per omicidio volontario, fin dal giorno della macabra scoperta, anche se la notizia è stata diffusa solo ieri. Marco Di Muro, il fidanzato 23enne di Federica Mangiapelo, la ragazza di 16 anni morta misteriosamente sulla riva del lago di Bracciano nella notte di Halloween e ritrovata cadavere da un ciclista la mattina dopo, riversa a terra, con la testa lambita dalle acque, trascorse con lei gran parte della serata. Il racconto che ha reso l giovane ai carabinieri presenta una serie di incongruenze, anche ala luce di una serie di video-riprese in strada.
I carabinieri avevano immediatamente sequestrato i vestiti del giovane, il suo cellulare e la sua macchina e proprio in virtù di questi atti è scattata l’iscrizione di Di Muro nel registro degli indagati. Tecnicamente, dunque, si tratta di un atto dovuto. D’altra parte, visto che il medico legale non ha riscontrato cause violente della morte e dunque escluso l’iniziale ipotesi di omicidio, è probabile che il capo di imputazione si alleggerisca, anche se si attendono gli esami istologici e tossicologici per conoscere le reali cause e soprattutto sull’ora esatta del decesso. Dall’autopsia, non è emerso né che Federica abbia sniffato, né che abbia assunto pasticche né alcool né che si sia iniettata droga. E Di Muro è risultato negativo al narco-test. I due avevano però litigato, quella notte. E mentre Di Muro ha raccontato che dopo essere andati a Roma a una festa, sarebbero ritornati ad Anguillara e si sarebbero separati sotto casa di lei, prima delle 3, c’è un testimone che avrebbe visto Federica, dopo le 3, camminare sola sul lungolago. Forse si rivide col fidanzato? E se non è stata la droga, forse Di Muro, dopo il litigio, ha abbandonato la 16enne sotto la pioggia e lei è stata colta da malore? Ancora non si trova il telefonino di Federica. E ieri sono iniziate le analisi del Ris nella macchina di Marco.

Fonte:Leggo

MICHELINA, MORTA DI TUMORE A GIUGNO:PER L'INPS NON MERITAVA LA PENSIONE



TREVISO - Un tumore l'ha assalita e sfiancata fino a ucciderla, ma per l'Inps quella donna trevigiana è viva, in grado di camminare e lavorare e non merita la pensione di invalidità. Una vicenda paradossale che ha come
protagonista Michelina Bruschetta, morta il 18 giugno a 56 anni. Gestiva una sala per parrucchieri e tre anni fa le fu diagnosticato un tumore: mesotelioma pleurico. Una forma particolare, legata alle polveri d'amianto presenti, un tempo, in molti prodotti utilizzati dalle parrucchiere. Michelina fu costretta ad abbandonare il suo lavoro riuscendo a ottenere le agevolazioni previste per chi è colpito da malattie professionali. Un aiuto necessario ad affrontare il calvario tra medici, cure e ospedali, ma ancora tanto esiguo da rivolgersi all'Inps.
A mesi dalla sua morte l'ente di previdenza ha fatto recapitare la risposta alla sua domanda.
La pensione d'invalidità non serve più a nessuno, ma la famiglia di Michelina non sopporta le motivazioni con cui i medici hanno bocciato la richiesta: «La commissione medica superiore riconosce l'interessato non invalido». Spiegando che la patologia non è "invalidante" e che la capacità lavorativa "non è ridotta".

Fonte:Leggo

martedì 6 novembre 2012

ABBANDONATA IN BARELLA DOPO L'ABORTO:11 INDAGATI TRA MEDICI E INFERMIERI



La Procura di Catanzaro ha chiuso le indagini per 11 persone, tra medici, infermieri ed ostetriche del reparto di Ginecologia dell'ospedale del capoluogo calabrese. Il pm Carlo Villani ha emesso l'avviso di conclusione indagini in cui si ipotizzano i reati di abbandono di incapaci, lesioni e omissioni in atti d'ufficio. Secondo l'accusa, gli indagati avrebbero lasciato in condizioni di abbandono su una barella per tre giorni una paziente prima e dopo l'aborto.
Il 17 marzo del 2010 la paziente, incapace per una malattia, venne ricoverata nel reparto di ginecologia e ostetricia dell'ospedale 'Pugliesè di Catanzaro per essere sottoposta ad un intervento per l'interruzione volontaria di gravidanza per una malformazione del feto. La donna venne sistemata su una barella posta nella corsia del reparto dell'ospedale. L'intervento durò oltre 20 ore per poi essere sospeso e riprendere due giorni dopo. Durante la fase di travaglio e del successivo parte la paziente venne lasciata in corsia e, secondo gli inquirenti, senza ricevere assistenza medica. Nel corso del ricovero la paziente, la madre e la sorella avrebbero ripetutamente sollecitato i medici del reparto ad intervenire per l'assistenza. Solamente dopo due giorni dall'aborto la donna venne sottoposta ad una visita medica per poi essere dimessa. Durante il ricovero, inoltre, la donna ha riportato anche una trombosi alla gamba sinistra, provocata, verosimilmente, dalla mancata asportazione di «materiale abortivo endocavitario». Nelle indagini della Procura di Catanzaro vengono contestati anche altri due casi di lesioni, per effetto di trombosi alle gambe, nei confronti di altre pazienti ricoverate nel reparto di ginecologia.

Fonte:Leggo

SARAH, IL TESTE SMENTISCE IL FIORAIO CHE LA SOGNÒ NELL'AUTO DI COSIMA




Novità sull'omicidio di Sarah Scazzi. È stato smentito da una testimone, Stefania Zizza, responsabile di sala di una struttura ricettiva, il fioraio di Avetrana che ritrattò una sua deposizione contro Cosima Serrano asserendo di aver solo sognato quanto in un primo momento aveva dichiarato di aver visto: il sequestro di Sarah Scazzi nella vettura di Cosima. Zizza e un altro teste sono stati i soli protagonisti dell'udienza odierna.
Altri citati dal collegio difensivo non si sono presentati (e per uno di loro è scattata un'ammenda di 400 euro), mentre alcuni saranno nuovamente citati a testimoniare. La prossima udienza si terrà il 20 novembre quando ci sarà l'esame di Sabrina Misseri e Cosima Serrano, imputate dell'omicidio. Sabrina dovrebbe sottoporsi all'esame, la madre invece potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere.

LE PAROLE DELLA TESTE ZIZZA  La teste Zizza ha detto che il 26 agosto 2010, giorno dell'uccisione di Sarah Scazzi, alla masseria 'La Grottellà di Avetrana (Taranto) nella quale si festeggiava un matrimonio, degli addobbi floreali della sala si occupò un fioraio di Erchie (Brindisi), non il fioraio di Avetrana Giovanni Buccolieri. La teste ha detto anche di non conoscere Buccolieri.
Quest'ultimo, che è indagato in processo connesso per false dichiarazioni al pm, quando disse agli inquirenti che aveva solo sognato il sequestro di Sarah, raccontò che quel giorno doveva consegnare dei fiori per un matrimonio alla masseria 'La Grottellà. La testimone era stata citata dalla difesa di Giuseppe Nigro, titolare e gestore della masseria, il quale - sentito in una precedente udienza - aveva dichiarato che quel giorno Buccolieri non fece alcuna consegna di fiori.
Anche Antonio Panzuto, padre del giovane che festeggiò quel giorno il matrimonio alla 'Grottellà, ascoltato in aula dopo Zizza, ha confermato che Buccolieri non ricevette alcun incarico per il matrimonio nè fu visto quel giorno alla masseria. La teste Zizza ha detto che il 26 agosto 2010, giorno dell'uccisione di Sarah Scazzi, alla masseria 'La Grottellà di Avetrana (Taranto) nella quale si festeggiava un matrimonio, degli addobbi floreali della sala si occupò un fioraio di Erchie (Brindisi), non il fioraio di Avetrana Giovanni Buccolieri.
La teste ha detto anche di non conoscere Buccolieri. Quest'ultimo, che è indagato in processo connesso per false dichiarazioni al pm, quando disse agli inquirenti che aveva solo sognato il sequestro di Sarah, raccontò che quel giorno doveva consegnare dei fiori per un matrimonio alla masseria 'La Grottellà. La testimone era stata citata dalla difesa di Giuseppe Nigro, titolare e gestore della masseria, il quale - sentito in una precedente udienza - aveva dichiarato che quel giorno Buccolieri non fece alcuna consegna di fiori.
Anche Antonio Panzuto, padre del giovane che festeggiò quel giorno il matrimonio alla 'Grottellà, ascoltato in aula dopo Zizza, ha confermato che Buccolieri non ricevette alcun incarico per il matrimonio nè fu visto quel giorno alla masseria.

Fonte:Leggo

ANGELA CELENTANO, SÌ ALLA PISTA MESSICANA. LA MADRE: "È VIVA, ME LO DICE IL CUORE"



Se ancora ci sono dubbi sull’identità è certo che la fotografia che ritrae la giovane ragazza bruna, dai capelli neri è autentica. Un primo punto fermo su cui ripartire e che getta nuova luce sulla vicenda di Angela Celentano, la piccola scomparsa dal mondo Faito sedici anni fa. A dare la notizia il legale della famiglia Celentano, Luigi Ferandino all’uscita del Palazzo di Giustizia di Torre Annunziata. Dietro di lui, ci sono papà Catello e mamma Maria. Per la prima volta da quando è scoppiata la tragedia, i Celentano appaiono con il volto sereno e si comprende che al di là delle parole è riposta ben più di una speranza: “Il mio cuore di mamma me lo ha sempre detto, tante, troppe somiglianze - ha detto mamma Maria -, quella bambina della foto potrebbe essere mia figlia. E adesso più che mai sento che è viva”.

FIDUCIA. I genitori di Angela confidano nel ruolo degli inquirenti: “Credo stiano seguendo la pista giusta, noi aspettiamo gli esiti dell’indagine”. Un’inchiesta che porterebbe fino al Mexico e alla famiglia Ruiz. Sulla pista messicana e sul ruolo giocato dalla famiglia, Maria Catello non ha dubbi: “Non m’interessa conoscere i Ruiz, del resto non hanno contribuito alla verità”. Il vertice in Procura (con il procuratore facente funzioni Raffaele Marino e il pm Antonio De Tommaso) si e' concluso poco prima mezzogiorno, una riunione per analizzare la pista sudamericana delle indagini sulla scomparsa della ragazzina.

SOMIGLIANZA. La foto inviata un anno fa via mail, da un pc messicano con la quale una ragazza di nome Celeste asseriva di essere proprio lei, Angela presenterebbe non pochi punti di contatto, di rilievo anche lo strabismo dell’occhio destro che si nota sia sulla foto della piccola Angela, prima della scomparsa, che su quella attribuita a Celeste: "Il mio cuore dice che questa potrebbe essere la volta buona" - ha concluso Maria Celentano. E' il secondo incontro nel giro di un mese che la Procura di Torre Annunziata tiene con i familiari per fare il punto sulle ricerche spostatesi ormai da mesi in Messico.

Fonte:Leggo

PADOVA, BIMBI CHIASSOSI AL RISTORANTE:IL TITOLARE LI PRENDE A SCHIAFFI E CALCI



Si è concluso come nessuno avrebbe mai immaginato il pranzo di compleanno di un gruppo di amici: quattro dei loro bambini sono stati schiaffeggiati dal ristoratore. È accaduto domenica, poco dopo le 16.30, al termine di un pranzo per il cinquantesimo compleanno di un vigontino che aveva riunito, in un ristorante di Borgoricco, 45 persone tra amici e parenti. Tra gli invitati anche 15 bambini tra i due e i tredici anni.
«Conosco bene il ristorante e ci vado spesso, anche perché lì i bambini possono uscire e hanno degli spazi per loro - racconta l'uomo -. Domenica tutto è filato liscio fino a quando, verso le 16.30, in sala è entrato correndo spaventatissimo e urlando uno dei bambini, rincorso dal titolare del ristorante. Quando gli è stato vicino l'uomo a fatto il gesto di afferrarlo per il giubbotto e di dargli una sberla.
Una nostra amica, che fa la pediatra, l'ha bloccato immediatamente. Quando gli abbiamo detto cosa stesse facendo, lui ha risposto: "I bambini facevano casino. Qui è casa mia e faccio quello che voglio".
Sono rimasto esterrefatto e amareggiato per la scena che ho visto, e come me tutte le altre persone. Se i bambini davano fastidio doveva venirci a chiamare e non alzare le mani contro di loro».
Usciti dal locale, infatti, i bambini hanno raccontato ai genitori che l'uomo poco prima li aveva schiaffeggiati, anche pesantemente, tirandogli le orecchie e rincorsi fino in strada. Due di loro sarebbero stati presi a calci sul sedere. «Alla fine ne ha picchiati quattro - afferma il papà di uno dei bambini rincorsi dal ristoratore -. Ma stiamo scherzando? Uno di loro aveva le cinque dita di una mano stampate in faccia. Tutti però abbiamo rimproverato i ragazzi perché devono aver fatto effettivamente chiasso, ma non si alzano le mani contro i figli degli altri. In serata ho fatto denuncia ai carabinieri di Pionca di Vigonza. Altri genitori sono andati in caserma a Cadoneghe e Campodarsego». I militari confermano la denuncia per percosse e maltrattamenti.

Fonte:Leggo

BRESCIA CHOC, BIMBO DI UN ANNO E MEZZO INTOSSICATO DA HASHISH E VOLTAREN



Ha corso un grave rischio un bambino marocchino di 17 mesi, ricoverato d'urgenza alcuni giorni fa nel reparto di rianimazione all'ospedale Civile di Brescia a causa di un'intossicazione da cannabinoidi, aggravata dalla somministrazione di una pastiglia di Voltaren. Ora le sue condizioni sono migliorate, ma per i genitori è scattata una denuncia e il piccolo è stato affidato ai servizi sociali.
Dagli accertamenti della squadra mobile della questura di Brescia, che ne ha dato notizia oggi, è emerso che il giorno precedente al ricovero la madre del piccolo, una marocchina di 38 anni, il compagno, un connazionale di 39, ed un 30enne brasiliano che li ospitava nel suo appartamento a Brescia, avevano consumato hashish in casa senza aprire le finestre per arieggiare le stanze. L'inalazione del fumo per gli investigatori è la causa dell'intossicazione del bambino.
Gli agenti hanno trovato nell'appartamento tracce di hashish, che i tre hanno ammesso aver consumato per l'intera giornata. La madre, il suo compagno ed il brasiliano sono stati denunciati per lesioni. Il caso è finito sulla scrivania della Procura dei minorenni di Brescia, perchè si adottino provvedimenti per tutelare la salute del bambino.

Fonte:Leggo

Erbezzo: Michelangelo ha bisogno di un trapianto di rene - VIDEO

Appello dei genitori per salvare la vita al figlio


Si chiama Michelangelo, ha 9 anni e risiede a Erbezzo. E' un bambino a cui hanno trapiantato un rene, ma purtroppo il suo corpo lo sta rigettando ormai da 5 anni; per questo motivo ha bisogno immediato di un altro trapianto. La legge italiana però questo non lo permette, se non dopo un periodo di un anno e mezzo di dialisi.
I genitori disperati hanno venduto tutto quello che avevano per potere andare in California  ad effettuare il trapianto,  dal costo di circa 500mila dollari. Malgrado questo non hanno ancora raggiunto la somma e chiedono aiuto per salvare la vita al loro figlio. Il trapianto sarà reso possibile grazie alla donazione di un rene da parte di uno dei genitori.


Fin dalla nascita Michelangelo ha dovuto soffrire, perchè nato con una malformazione congenita;ha dovuto subire 30 interventi: il primo a soli 18 mesi.
La notizia è stata data oggi da "BuongiornoItalia", collegandosi con la sede regionale del Veneto



Comitato "Il coraggio della famiglia" Cell. 329 419 5021 - 346 327 7130



Bonifico intestato a : "Comitato il coraggio della famiglia"

Banca: Cassa Rurale Bassa Vallagarina
Filiale di S. Anna D'Alfaedo (VR)
Iban: IT56 U080 1159 8300 0002 2081 111

Bonifico dall'estero: BIC ((Bank Identifier Code) CCRTIT2T01A 
Iban: IT56 U080 1159 8300 0002 2081 111

Michelangelo è un bambino di 9 anni che ha bisogno di un trapianto di reni 
realizzabile solo in California. 
I genitori hanno venduto tutto (pizzeria, ecc.,), per trasferirsi la.
Purtroppo i soldi non bastano. Ci vogliono 500.000 €
Per chi volesse dare anche un piccolo contributo ho riportato i dati
apparsi nel servizio del TG3 Veneto di oggi, domenica 4 novembre 2012.

PER SAPERNE DI PIU' CHIEDETE L'ISCRIZIONE AL GRUPPO FACEBOOK IL CORAGGIO DELLA FAMIGLIA

Un abbraccio ed un "in bocca al lupo" 
al piccolo Michelangelo ed alla sua famiglia 
   FATE GIRARE IL PIU' POSSIBILE E' URGENTE
                        

domenica 4 novembre 2012

TRENTO, VIDEO DI 10 ORE DI ABUSI SU BAMBINE NEL PC DI UN MANAGER: ARRESTATO


Un quarantenne, G.P., rappresentante di una grossa azienda e incensurato, è stato arrestato a Trento per detenzione, scambio e divulgazione di materiale pedopornografico e di realizzazione di immagini pedofile. L'uomo, davanti al giudice, si è difeso dicendo che non cercava foto pedopornografiche ma pornografiche e le scambiava prima di aprirle, senza rendersi conto che ci fossero anche quelle di bambini. Ma nel suo pc gli investigatori avrebbero trovato perfino un video di 10 ore di bambine costrette a fare sesso. Il giudice ha convalidato l'arresto. L'uomo, assistito dal legale Nicola Giuliano, ha aggiunto che quando si accorgeva che nelle immagini c'erano minori, aprendole, le metteva subito nel cestino del computer. La polizia postale nel gennaio scorso aveva trovato nella sua abitazione a Trento oltre 1.500 fotografie e il video di dieci ore nel computer. Eseguiti gli accertamenti è scattata in questi giorni l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, chiesta dal pm Maria Colpani.

Fonte:Leggo

PADOVA, TORNA A SCUOLA IL BIMBO CONTESO:"É SERENO E VEDE ENTRAMBI I GENITORI"



Sta cercando di tornare alla normalità il bimbo della provincia di Padova conteso dai genitori e finito al centro di un clamoroso caso mediatico a causa di un video girato dalla zia. Dopo il trasferimento nella casa famiglia del 10 ottobre scorso, ora il piccolo è pronto a ritornare a scuola, che ovviamente non sarà quella di Cittadella all'esterno della quale ci fu quel triste ma forse indispensabile allontanamento coatto.
Il padre - racconta il Mattino di Padova in edicola oggi - ha diritto di accudire il proprio figlio in base a una sentenza della Corte d'Appello, la madre ha perso la patria potestà e nonostante questo continuava a tenerlo in affidamento.
Oggi le cose sono migliorate. Chi segue il piccolo, dice che è sereno, è rinato e finalmente può affrontare la vita in modo normale, tanto che sta vedendo entrambi i genitori e non uno soltanto. Nei giorni scorsi, infatti, c'è stato il primo incontro con la mamma, sempre all'interno della gara-famiglia.
Prosegue anche l’iter del procedimento penale aperto nei confronti della zia materna e del nonno del bambino, che hanno osteggiato in tutti i modi il recupero del piccolino davanti alla scuola di Cittadella. Ora dovranno rispondere delle accuse di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale.

Fonte:Leggo

Eros Ramazzotti in hangout live su Google+ o Youtube



Lunedì 5 Novembre alle 17.00 Eros Ramazzotti "incontrerà" i suoi fans con un Hangout live. 
Tutti i fans, da tutto il mondo, potranno vedere in diretta l'hangout: da Google+ www.google.com/+ErosRamazzotti o dal canale YouTube www.youtube.com/ErosRamazzotti
In collegamento diretto dal suo studio a Milano dove si stanno svolgendo le prove del "NOI world tour" (che partirà la prossima primavera), sarà possibile vedere e ascoltare, sulla pagina Google+ o sul canale YouTube, la preparazione di alcuni brani famosi del repertorio di Eros e del nuovo singolo "Un angelo disteso al sole" che anticipa l'album "NOI" ! 


  

sabato 3 novembre 2012

LICENZIAMENTI - Ospedale San Raffaele di Milano - in crisi


La nota azienda ospedaliera milanese ha cominciato la procedura di licenziamento per ben 244 dipendenti

La crisi economica (termine che non vorremmo più usare, ma che inevitabilmente salta fuori quotidianamente) non risparmia proprio nessuno. E la cosa grave è che colpisce anche settori fondamentali, che vanno a toccare molto da vicino il cittadino e la tutela del suo stato di salute.

E’, per esempio, notizia delle ultime ore quella che vedrebbe l'Ospedale San Raffaelle costretto a fare dei tagli. Per la precisione si parla di un procedimento di licenziamento che riguarderebbe ben 244 dipendenti e sarebbe già iniziato.

E’ stato persino diramato un comunicato ufficiale che recita: “L’avvio della procedura si è reso necessario a causa del perdurare di un’ingente perdita, che ha carattere strutturale, e che non può essere eliminata senza una riduzione dei costi inerenti al personale”.

Nel comunicato si dice anche che il provvedimento non è altro che la conseguenza della mancata accettazione, da parte delle organizzazioni sindacali, di una proposta alternativa consistente nella rinuncia a vari accordi siglati con la passata amministrazione.

Fonte:Milano Web

La rivolta del San Raffaele finisce sul tavolo del governo


Raffaella Voltolini, appena nominata presidente del cda dell'ateneo, scrive parole infuocate facendosi scudo del testamento di don Verzè, la Giunta di presidenza di Medicina, il cuore dell'istituzione, le risponde punto per punto rispedendo il messaggio al mittente.

Fra i Sigilli, che hanno accompagnato il sacerdote veronese per una vita, e il corpo docente, particolarmente quello di Medicina che è un po' la vetrina del San Raffaele c'è una distanza ormai incolmabile. Sullo sfondo, naturalmente, le peripezie e i disastri di un ospedale che è diventato nel tempo un vero e proprio marchio di eccellenza della sanità italiana e ora rischia di essere travolto da debiti, scandali, ruberie.

Oggi il complesso è nelle mani di Giuseppe Rotelli e del suo gruppo e proprio nei giorni scorsi, per venire fuori dagli scogli dei debiti arrivati alla vertiginosa cifra di 1,5 miliardi di euro, Rotelli ha dato il via a un piano di tagli che passa anche attraverso 244 dolorosissimi licenziamenti. Ma la vecchia classe dirigente, quella che ha condiviso con don Verzè le glorie della fama internazionale e ha poi assistito al declino, quasi un tonfo, di quel modello, fra arresti e suicidi, non ha ammainato le vele. Invece di congedarsi, come capita nel bene o nel male quando una stagione finisce, combatte fra le cattedre e i banchi di quella che solo apparentemente è una provincia dell'impero.

Il 24 ottobre Raffaella Voltolini è diventata presidente del cda, sconfessando tutte le istanze di rinnovamento avanzate da docenti e studenti. E nel suo discorso di insediamento rivendica la continuità con l'esperienza precedente. «Oggi - afferma Voltolini - vengo chiamata ad assumere un incarico che, benché preconizzato, anzi, voluto e chiesto da don Luigi in via testamentaria, non è certo uno di quelli che può far sentire in qualche modo degno o meritevole. È un compito onerosissimo». Concetti,come si vede, espliciti. Al di là dei toni c'è al volontà di andare avanti. Comunque. Quasi di fermare il tempo. Una scelta che la Giunta di presidenza di Medicina respinge all'unanimità: «Il fatto che la carica di vertice di un'istituzione accademica che propugna valori e contenuti di libertà decisionale e metodologie meritocratiche venga trasferita per via testamentaria, quasi in linea ereditaria, è inaccettabile, soprattutto in un'istituzione che iscriva altri valori nel Dna dell'insegnamento da proporre ai suoi studenti». Alla monarchia più o meno costituzionale dei Sigilli, che hanno incoronato Raffaella Voltolini come presidente e Antonio Scala, per un quarto di secolo docente di chimica alla Statale, come rettore, il corpo insegnante replica inneggiando alla repubblica costruita sulla libertà e sul talento. Senza però perdere di vista quel che è successo. I professori sanno benissimo che il nuovo padrone dell'ospedale semisommerso dalle perdite è Giuseppe Rotelli che non è un cavaliere bianco, ma un imprenditore entrato in un campo delicatissimo. Nessuno vuole osannarlo, ma nemmeno demonizzarlo. E però la Voltolini parla apertamente del rischio che la nave naufraghi, imbastardendosi. Per la Giunta «questo atteggiamento non è più accettabile da parte della comunità accademica». Non basta. «È del tutto chiaro - si legge nel documento che circola in università - come l'attuale leadership del nostro ateneo sia stata incapace di condurre in porto la trattativa per una imprescindibile piena collaborazione con la realtà ospedaliera in cui noi tutti operiamo». Insomma, la bocciatura è definitiva, come si comprende dalle ultime righe del testo. «Questa leadership dovrebbe lasciare ad altri il compito di traghettare questo ateneo nel futuro, liberandolo dalle scorie del passato che, se da una parte ha creato il San Raffaele, con l'eccellenza che la nostra istituzione rappresenta, dall'altra rischia di impedirne il rilancio».

Come si vede, la rottura è insanabile Il cda, il vecchio che si fa nuovo, resiste come una testuggine. Il corpo docente cerca una via d'uscita a una situazione che non piace a nessuno. Il preside di medicina, Massimo Clementi, e i presidenti dei corsi di laurea hanno stabilito di andare avanti con l'insegnamento, per non creare problemi agli studenti già disorientati dia troppi temporali, ma hanno anche deciso di rimettere il loro mandato nelle mani di Francesco Profumo. Si aspetta solo l'incontro con il ministro per formalizzare il passo indietro. Anche i medici specializzandi sono sul piede di guerra e hanno messo sulla carta le loro inquietudini: «Pur non essendo di nostra competenza la scelta delle figure istituzionali, riteniamo che le recenti decisioni mettano a rischio il percorso formativo dell'Università Vita-Salute San Raffaele». Rotelli, fra le altre cose primo azionista, sia pure fuori patto, del Corriere della sera, ha cercato un contatto con i vertici dell'ateneo, ma, a quanto pare, senza risultato.

Si aspetta Profumo. E il suo tentativo di mediazione.

Fonte:Il Giornale.it


POCHI NE PARLANO L'OSPEDALE NOTO IN TUTTO IL MONDO NON FA PIU' NOTIZIA DALLA MORTE DI DON LUIGI VERZE' E' ANDATO TUTTO ALLA DISTRUZIONE

FATE GIRARE

STUDENTESSA 25ENNE SCOMPARSA DA PAVIA: TROVATO IL CADAVERE NUDO NEL PO



Un neo sul polso della mano destra. È il particolare che ha consentito ad Ulisse Beretta di affermare con certezza che il cadavere ritrovato questa mattina nelle acque del Po vicino a Pieve Porto Morone (Pavia) era quella di sua figlia. Cecilia Beretta, 25 anni di Abbiategrasso (Milano), studentessa universitaria che frequentava la facoltà di Farmacia all'Ateneo di Pavia, era scomparsa improvvisamente nella notte tra il 16 e 17 ottobre scorsi, dopo una serata trascorsa con amici. Dal giorno della sua scomparsa, Cecilia è stata segnalata prima alla stazione della metropolitana di Famagosta a Milano, poi a Pordenone. Qualcuno sosteneva di averla vista anche in Slovenia. Forse nessuna di queste segnalazioni era veramente attendibile.

IL CADAVERE NEL FIUME Dopo il ritrovamento del suo cadavere nelle acque del Po, si fa strada l'ipotesi che la ragazza possa essere finita nel fiume già subito dopo la sua scomparsa. Forse in quella stessa notte tra il 16 e 17 ottobre scorsi, dopo essere andata a mangiare a casa di amici in un appartamento di Strada Nuova, nel centro di Pavia. Una casa a poche centinaia di metri dal Ponte Coperto e dal Ticino. Il fiume che attraversa Pavia, dopo pochi chilometri entra nel Po all'altezza del Ponte della Becca. Da lì al tratto di Po in cui è stato ritrovato oggi il corpo di Cecilia, c'è ancora un percorso di alcuni chilometri. A lanciare l'allarme, questa mattina, è stato un uomo che ha notato un cadavere che affiorava dal fiume. Sul posto si è subito portata una squadra dei vigili del fuoco di Pavia che ha riportato a riva il corpo. Si è subito capito che si trattava di una donna di giovane età. Il pensiero è immediatamente corso a Cecilia Beretta.

IL RICONOSCIMENTO Il cadavere è stato trasportato all'istituto di Medicina Legale dell'Università di Pavia dove questa sera è arrivato Ulisse Beretta, che ha riconosciuto il corpo di sua figlia. L'uomo, affranto dal dolore, ha lasciato l'istituto uscendo da una porta sul retro, per non parlare con i giornalisti. Nei giorni scorsi Ulisse Beretta e sua moglie, farmacista ad Abbiategrasso, avevano lanciato un appello alla trasmissione 'Chi l'ha vistò, chiedendo a Cecilia di farsi viva. I genitori sin dalla scomparsa della ragazza avevano manifestato la loro preoccupazione, temendo che la figlia potesse essere fuggita con qualcuno che avesse in qualche modo plagiato la sua volontà. Cecilia, prima di sparire, ha lasciato alcuni biglietti rivolti alla sua famiglia, dedicando frasi piene d'affetto al padre, alla madre ed ai fratelli. Messaggi ripetuti anche in alcuni sms inviati ai genitori nei giorni prima di sparire. La sua scomparsa, sin dall'inizio, era apparsa come un vero e proprio giallo. Una bambina ha anche raccontato che Cecilia le avrebbe confidato di aver deciso di partire per iniziare una nuova vita, dopo aver conosciuto un amico sul treno con il quale viaggiava da Abbiategrasso a Pavia. L'autopsia che verrà effettuata nei prossimi giorni all'istituto di Medicina Legale di Pavia farà chiarezza sulle cause della morte. Il corpo della ragazza era completamente nudo, con tagli in diverse parti che però potrebbero anche essere stati provocati dallo sfregamento del cadavere contro alcuni rami o pietre sul fondo del fiume. L'indagine è condotta dalla Procura della Repubblica di Pavia, diretta da Gustavo Cioppa.

Fonte:Leggo

FACEBOOK, RITORNO ALLE ORIGINI:IL DIARIO DI NUOVO A UNA COLONNA



Quando il Diario Facebook è cambiato passando da una a due colonne, molti utenti hanno protestato. Ora il social network potrebbe tornare alle origini, riportando la Timeline a una colonna. L'indiscrezione è di Mashable.com. Secondo il blog Usa, Facebook starebbe testando un nuovo look per le pagine degli utenti raccogliendo in un solo spazio a sinistra i post, cioè la parte più corposa, e concentrando a destra e in formato più piccolo amici e app. Il formato attuale, a due colonne, prevede post su entrambi i lati costringendo gli utenti a guardare a destra e sinistra contemporaneamente.
Quando la nuova veste del Diario iniziò ad essere adottata, lo scorso dicembre, in molti si lamentarono ritenendo che fosse confusa. Tanto che su Facebook stesso, venne aperta una pagina dagli utenti che si chiamava 'Odio la Timeline di Facebook e voglio cambiarla subitò che raccolse migliaia di 'mi piace'. Con questa nuova veste che richiama il passato, nel Diario di Facebook i post sarebbero più in evidenza, con uno spazio più grande, mentre alle altre attività degli utenti (aggiornamenti, amici, app, etc) sarebbe destinato un formato più piccolo. Secondo Mashable, il social network starebbe già testando il nuovo look con un numero limitato di utenti. Non c'è però nessuna notizia sulla data di un eventuale lancio a livello mondiale.

Fonte:Leggo

BOLOGNA, HA SEVIZIATO E DROGATO DUE STUDENTESSE PER SETTIMANE: ARRESTATO



Seviziava due studentesse e le drogava con polvere di corallo. Un 33enne di origini milanesi ma residente a Bologna è stato arrestato dalla polizia per sequestro di persona, violenza privata e lesioni personali. A far scattare le manette è stata la denuncia bdelle due ragazze bolognesi di 27 anni, tra cui l'ex fidanzata del giovane con la quale era stato insieme per tre anni.
I fatti risalgono a poco più di un mese fa. Secondo la ricostruzione al vaglio degli inquirenti l'uomo in preda a una sorta di delirio mistico di onnipotenza, ha soggiogato due ragazze, sottoposte per settimane a sevizie di ogni tipo, anche sessuali, picchiate, umiliate e forse drogate con una sostanza misteriosa ricavata dai coralli. L'incubo per le studentesse è finito mercoledì scorso quando gli agenti del commissariato di polizia Santa Viola hanno bloccato e  arrestato in flagranza. Nel mirino del 33enne, appassionato di filosofie orientali e teorie 'energetiche', ma anche di spade e di pesci tropicali, erano finite la ex fidanzata, che lo scorso settembre lo ha lasciato dopo una relazione di quasi tre anni, e una coinquilina di lei, che l'uomo ha cominciato a frequentare subito dopo la fine della precedente relazione.

Fonte:Leggo

MORTE FEDERICA, OGGI L'AUTOPSIA. SU FB MOLTI GRUPPI DEDICATI A LEI



Proseguono a tutto campo, in attesa dei risultati dell'autopsia, gli accertamenti dei carabinieri sulla morte di Federica Mangiapelo, la ragazza di 16 anni trovata morta giovedì mattina sulle sponde del lago di Bracciano. Al momento non viene data una valenza particolare al ritrovamento della barca senza ormeggi a poca distanza dal cadavere.
Non viene comunque escluso che sia collegata alla morte della ragazza ma si fa notare che l'imbarcazione è stata ritrovata al suo posto, pur senza gli ormeggi legati: questo è un aspetto che sembrerebbe poco compatibile con l'ipotesi di una uscita notturna sul lago finita nel peggiore dei modi, considerando anche che nella notte tra mercoledì e giovedì nella zona c'era una vera e prorpia bufera di pioggia. In attesa dell'esito dei rilievi sulle cose repertate sul luogo in cui è stato ritrovato il cadavere, le indagini continuano a concentrarsi sugli spostamenti del fidanzato di Federica e del suo amico. Al momento non si cerca un 'quarto uomo' ma si cerca di capire in che modo la ragazza sia potuta arrivare da casa sua, situata a una certa distanza dal centro storico, fino a Vigna di Valle, luogo dove è stata ritrovata. Secondo la versione fornita dal ragazzo agli investigatori, lui avrebbe accompagnato a casa la sedicenne dopo un lite e poi ne avrebbe perso le tracce.

IL LUNGO INTERROGATORIO La prima ipotesi sulla morte di Federica Mangiapelo portava al fidanzato, ma dopo un interrogatorio di undici ora, il 18enne Marco, sostiene che ieri sera non si trovava insieme alla ragazza nel momento della morte: «Ero con un amico». L'alibi sarebbe stato confermato da un conoscente del ragazzo, anche lui interrogato dai carabinieri. Al termine dell'interrogatorio non sono stati presi provvedimenti nei confronti del ragazzo della vittima.

L'ULTIMO SMS RICEVUTO Spunta l'ultimo messaggio del fidanzato su Facebook: "Abbiamo litigato ma ti voglio sempre bene". Un messaggio che, spedito alle 4 del mattino dal computer del giovane, se possibile confonde ancor più le acque sulla vicenda. Il ragazzo, infatti, ha raccontato di non essere stato con Federica quando lei è scomparsa: intorno all'1.30 i due avrebbero litigato e si sarebbero separati, come testimoniato anche da alcuni amici. Il messaggio sul social network (spedito due ore e mezza dopo il litigio, ma un'ora prima dell'orario presunto della morte della giovane) potrebbe dunque essere una prova del litigio e del fatto che i due non erano insieme a quell'ora, oppure semplicemente il tentativo del ragazzo di preparasi un alibi: i carabinieri ancora non lo sanno.

L'AUTOPSIA OGGI POMERIGGIO Sarà eseguita oggi pomeriggio, nell'Istituto di medicina legale dell'università Sapienza di Roma, l'autopsia sul corpo di Federica Mangiapelo, la ragazza trovata morta giovedì mattina a Vigna di Valle, sulle rive del lago di Bracciano. I risultati dell'esame, che dovrebbe cominciare intorno all'una e contribuire a fare luce sulle cause del decesso, ancora misteriose, sono attesi nel tardo pomeriggio, fanno sapere dall'Istituto. Bisognerà aspettare ancora un paio di settimane, invece, per gli esiti degli esami tossicologici per capire se la giovane ha assunto droga.

LE TESTIMONIANZE Federica, la ragazza trovata senza vita sulla riva del lago di Bracciano, era probabilmente sola quando è morta. Aveva passato la serata con la sua comitiva in un locale poco distante da Anguillara, tornando al paese con loro tra l'una e le due. Prima di tornare a casa era triste e avrebbe passeggiato da sola fino al lago. È questa la ricostruzione, secondo alcune testimonianze, sulle ultime ore di vita di Federica. Ad Anguillara in molti ricordano la 'storia tormentatà tra Federica e Marco, il suo fidanzato di 18 anni. «Litigavano spesso - dicono alcuni conoscenti - E lei soffriva per questo rapporto altalenante».
Soffriva di problemi neurologici e, in passato, aveva avuto alcune crisi che avevano fatto pensare all'epilessia la ragazza di 16 anni il cui cadavere è stato trovato ieri mattina in riva al lago di Bracciano, a circa 7 chilometri di distanza da Anguillara Sabazia, paese a nord di Roma. A riferirlo ai carabinieri sarebbe stato il padre Luigi, commerciante ambulante, con il quale la giovane viveva. Il riscontro di questo particolare potrebbe risultare decisivo per le indagini, in quanto rafforzerebbe la pista del malore, ritenuta tra le più concrete dagli inquirenti, anche se, come hanno ribadito oggi ambienti investigativi, nessun'altra ipotesi è stata ancora del tutto accantonata.

IL RITROVAMENTO DI UNA BARCA Una barca ormeggiata a circa 250 metri di distanza dal punto in cui è stato ritrovato il corpo senza vita della ragazza di 16 anni, sulle rive del Lago di Bracciano, è stata slegata e probabilmente messa in acqua proprio la notte Halloween. Il proprietario, infatti, ha trovato le cime dei rulli sciolte e il natante sulla battigia, tanto che ha dovuto spingere la barca sulla spiaggia e assicurarla con le corde. Subito dopo avrebbe riferito l'episodio ai carabinieri che adesso stanno valutando se possano esserci collegamenti tra questo episodio e le ultime ore di vita di Federica. La barca si trovava proprio davanti al 'Cuba Librè, il locale in cui si è svolta la festa di Halloween privata, alla quale però la giovane non avrebbe partecipato, anche perchè era a inviti. Nessuno dei presenti, compreso il proprietario, hanno dichiarato agli investigatori di averla vista. L'episodio della barca ha innescato l'ennesima ipotesi sulle cause della morte della sedicenne: Federica, ma questa al momento è solo una delle strade percorse nell'inchiesta, potrebbe essere salita a bordo insieme a qualcuno e durante il tragitto potrebbe essere caduta in acqua annegando. Colui o coloro che erano con lei, non riuscendo ad issarla a bordo, avrebbero riportato la barca a riva abbandonandola sulla battigia. Subito dopo potrebbero essersi dileguati senza dare l'allarme per paura delle eventuali conseguenze. Poi, le acque del lago potrebbero aver spinto il cadavere della giovane fino al punto in cui è stato ritrovato ieri mattina da un ciclista.

«NON ERO CON LEI» La dichiarazione di Marco, 18 anni, residente a Formello, sarebbe state confermate dall'amico che era in sua compagnia e, indirettamente, da altri testimoni che avrebbero raccontato di averlo visto insieme ad altri giovani mentre cercavano la ragazza. Era quasi l'alba e, probabilmente, a quell'ora, la sedicenne era già morta. Le ragioni per le quali Marco - che la sera del 31 ottobre era passato da casa del padre della fidanzata a prenderla per festeggiare insieme la festa di Halloween - non era insieme a lei, le ha spiegate ai carabinieri che stanno eseguendo tutti i riscontri del caso. Allo stato, il fascicolo aperto dalla procura della Repubblica di Civitavecchia è intestato 'atti relativì e non sarebbe stata ipotizzata alcuna ipotesi di reato.

IL CADAVERE Disteso sulla spiaggia, con la testa lambita dall'acqua, i vestiti bagnati e cosparsi di sabbia e alghe. Così questa mattina, intorno alle 8, un passante ha trovato il cadavere di una ragazza di 16 anni, Federica M. sul lungolago di Anguillara Sabazia, uno dei paesi che si affacciano sul lago di Bracciano, alle porte di Roma. Sul corpo nessun segno di violenza evidente, tranne un braccio probabilmente fratturato. La morte della sedicenne, che secondo i primi rilievi sarebbe avvenuta tra le 4 e le 5 del mattino, si è subito tinta di giallo, tanto più che il decesso è avvenuto nella notte di Halloween e la ragazza era uscita di casa dicendo che andava a festeggiare la notte delle streghe con fidanzato e amici. Non solo. Non lontano dal luogo in cui è stato ritrovato il cadavere sono state trovate cinque croci di legno. Qualche resto del festeggiamento? Al momento per gli investigatori, che hanno interrogato per tutto il giorno il fidanzato della giovane, Marco, 18 anni, e molte altre persone, la ragazza sarebbe caduta da un dirupo di 3-4 metri, causandosi delle ferite a un braccio, finendo poi nelle acque del lago. Ma, secondo quanto si è appreso, le indagini proseguono a 360 gradi. «Finchè non avremo i risultati dell'autopsia prevista per domani - dicono - non possiamo escludere nessuna ipotesi».

IPOTESI FIDANZATO I carabiniere stanno tentando di far luce su alcuni lati ancora oscuri della vicenda: al momento della ipotetica caduta la ragazza era sola? E nel caso si trovasse con il fidanzato e gli amici perchè nessuno di loro l'ha soccorsa e non ha dato l'allarme? Poco prima che il passante notasse il corpo della sedicenne, la madre e il padre, separati da alcuni anni, si erano recati nella stazione dei carabinieri a denunciare la sua scomparsa. La ragazza, una biondina allegra e spensierata, ma che aveva sofferto la separazione dei genitori, era uscita dalla casa della madre, impiegata in una cooperativa sociale, ieri sera alle 21 in compagnia del fidanzatino e di alcuni amici. Alla madre la ragazza, che di giorno lavorava con il padre, commerciante ambulante di biancheria e vestiti, aveva detto che avrebbero festeggiato la notte Halloween, ma non le aveva indicato dove. L'attenzione dei carabinieri si è incentrata su un locale, il «Cuba Libre», distante un centinaio di metri dal luogo del ritrovamento del cadavere, all'esterno del quale sono state trovate cinque croci di legno piantate nel terreno.

LE CROCI La presenza delle croci ha fatto ritenere che nel locale, chiuso in questo periodo dell'anno, possa essersi svolta una festa di Halloween. Una donna che abita a ridosso del locale ha però riferito di non aver notato nessun movimento e di non aver sentito musica. «Ieri sera e per tutta la nottata ha piovuto a dirotto - ha raccontato - io mi sono chiusa in casa con le finestre sbarrate. A parte il fragore della pioggia non ha sentito alcun rumore che potesse far pensare che lì fosse in corso una festa». In un altro locale del lungolago, ieri notte, si è svolta una festa di Halloween ma il titolare ha escluso che tra i partecipanti ci fosse anche la sedicenne, anche perchè si trattava di un party privato, ad inviti. Entro domani, nell'istituto di medicina legale di Roma dovrebbe essere eseguita l'autopsia disposta dalla procura della Repubblica di Civitavecchia. Si avrà così una prima risposta ai quesiti ancora insoluti anche se, per avere i risultati degli accertamenti tossicologici saranno necessarie almeno un paio di settimane. Il giallo si rafforza.

SU FACEBOOK NASCONO PAGINE DEDICATE A LEI Intanto la comunità di Facebook si stringe intorno alla tragica scomparsa della ragazza: numerose sono le pagine e i gruppi creati in queste ore.

Fonte:Leggo

TRENTO, MASSACRA SUA MOGLIE INCINTA E LE PROVOCA UN ABORTO: 42ENNE ARRESTATO



Ha picchiato la moglie, 40 anni, fino a provocarle un malore e a causarle l'aborto del figlio che portava in grembo da tre mesi. Ne è accusato un uomo di 42 anni, di origine marocchina, arrestato dai carabinieri di Rovereto a conclusione di un'indagine che aveva avuto i primi presupposti nel 2010. I militari erano infatti intervenuti due anni fa per delle liti in famiglia. Il mese scorso poi la donna si è presentata in ospedale, in seguito all'ennesimo litigio: qui l'aborto. L'interessata però nulla ha detto ai sanitari dei problemi in famiglia. Sono stati quindi i carabinieri a indagare, fino a portare la vicenda all'autorità giudiziaria. Stamattina l'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, che ha condotto l'uomo nella casa circondariale di Trento.

Fonte:Leggo

venerdì 2 novembre 2012

Identikit del pedofilo



Cosa spinge il pedofilo ad indirizzare le sue attenzioni verso i bambini? Si tratta di una malattia o di un impulso naturale? La pedofilia è considerata a tutti gli effetti un disturbo mentale, infatti la ritroviamo nel DSM IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) tra le Parafilie (esibizionismo, feticismo, voyeurismo, ecc.). Tuttavia i pedofili, solo raramente, riconoscono di avere un problema infatti, se vengono scoperti, giustificano i propri comportamenti e li minimizzano, sostenendo di “amare i bambini”. Il pedofilo non è facile da individuare perché non si presenta come un “mostro”, anche se commette atti mostruosi, ma ha un viso familiare: può essere il padre, lo zio, il nonno, un amico dei genitori del bambino, un vicino di casa, un educatore, un allenatore e così via. Il pedofilo si mostra gentile e affettuoso e mira ad instaurare un rapporto di dipendenza affettiva con la sua vittima. Utilizza l’arma del ricatto per non essere scoperto e quindi costringe il bambino a non svelare il loro “segreto”. Posto in questa condizione, il bambino abusato non è in grado di ribellarsi e vive questa situazione con grande angoscia e paura. Si sente in colpa e non riesce più a capire cosa è giusto e cosa è sbagliato. Il comportamento patologico del pedofilo scaturisce dal bisogno di ferire e dominare l’altro o da una vecchia ferita causata da maltrattamenti o violenze subite durante l’infanzia. Il passato del pedofilo è, quindi, segnato da storie di sofferenza, rimosse e negate, riguardanti violenze sessuali e/o maltrattamenti subiti in età infantile e adolescenziale. Sono persone che hanno subito umiliazioni e soprusi e che in età adulta, spinti dal desiderio di vendetta, utilizzano la perversione per rimettere in atto l’antico trauma infantile, rivestendo questa volta il ruolo del persecutore. Non sempre il pedofilo usa violenza nei confronti delle sue vittime, ma può limitarsi a spogliarle, toccarle, masturbarsi in loro presenza. Queste modalità non riducono minimamente i danni psicologici che subiscono le vittime. I bambini abusati, oltre ad essere ricattati e costretti al silenzio da parte dei propri carnefici, si sentono spesso abbandonati anche dalla propria famiglia. Nei casi di abuso intrafamiliare, infatti, spesso i familiari, compresa la madre del bambino, sono consapevoli di ciò che accade ma preferiscono tacere per paura di distruggere la famiglia. Succede spesso che le madri facciano finta di non vedere, alleandosi con l’adulto abusante, facendo così sentire il bambino solo e abbandonato. E’ chiaro che tutto questo lascia un segno indelebile nel bambino, che nella maggior parte dei casi diventerà un adulto problematico e spesso abusante. Per rivolgere i propri quesiti alla dottoressa Francesca Leopardi è possibile inviare una email all’indirizzo francesca.leopardi@libero.it. Le risposte saranno pubblicate www.corrieredelgiorno.com. La dott.ssa Francesca Leopardi, Psicologa, Psicoterapeuta, Esperta del settore, già docente di Psicologia generale e Psicologia dell’età evolutiva presso la Scuola Pugliese di Formazione alla Consulenza familiare, dal 2007 svolge l’attività di consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Taranto nei procedimenti di separazione, divorzio e affidamento dei minori.

Fonte: Corriere del Giorno

ORRORE IN POLONIA, ARRESTATA MAMMA ASSASSINA: "HA UCCISO 5 DEI SUOI 8 FIGLI"



Un vero orrore è venuto alla luce nella capitale polacca. Una donna polacca di 41 anni ha ucciso cinque dei suoi otto figli, appena dati alla luce. Secondo il procuratore di Lomza, città nel nord-est della Polonia - avrebbe ucciso i neonati, nascondendoli nella stalla, nella soffitta e nel seminterrato della casa in cui viveva con il compagno e gli altri due figli di 7 e 10 anni (ora dati in affidamento).
«Sappiamo che tra il 1998 e il 2012 la donna ha ha dato alla luce sei figli, quattro maschi e due bambine, nati tutti vivi. Secondo le indagini cinque di questi neonati sono morti e sono in corso ricerche per scoprire la sorte del sesto», ha riferito la portavoce del procuratore di Lomza, citato dall'agenzia PAP. L'orribile vicenda è avvenuta nel piccolo villaggio di Hipolitowo vicino Lomza: la protagonista aveva «problemi di alcool ed era seguita dai servizi di assistenza sociale», ha spiegato al quotidiano polacco 'Gazeta Wyborcza, il portavoce del tribunale.
La polizia era stata allertata nel mese di giugno da parte dei dipendenti dei servizi sociali dopo che la donna aveva tentato di negare un'ennesima gravidanza.

Fonte:Leggo

VERONA: COSTRINGEVANO 13ENNE A PROSTITUIRSI, ARRESTATE SORELLA E AMICA



La Polizia municipale di Verona ha arrestato due ragazze rumene di 18 e 23 anni per il reato di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione a carico di una ragazzina rumena di 13 anni. Il fatto è accaduto nei giorni scorsi in via Palladio, zona Stadio, ed è venuto alla luce grazie alla segnalazione di una agente della Polizia municipale che, recandosi al lavoro, si era accorta della presenza di una ragazzina nei paraggi di un distributore di benzina frequentato da prostitute, insieme a due ragazze maggiorenni, una delle quali e poi risultata sua sorella.
L'agente, arrivata al Comando, ha allertato il nucleo di Polizia Giudiziaria, che ha subito attuato un servizio di osservazione con riprese video. Dall'appostamento è emerso che la ragazzina, sempre scortata dalle due ragazze più grandi, stava in effetti adescando i clienti in transito su via Palladio, ai fini di prestazioni sessuali a pagamento. Le riprese video, le osservazioni e parti di discorsi sentiti in diretta dagli agenti hanno anche rilevato la condizione di sudditanza della ragazzina nei confronti delle due maggiorenni, che interloquivano e prendevano accordi in sua vece con gli uomini che si avvicinavano per richiedere informazioni.

LA VICENDA Tra i vari clienti uno in particolare, dopo una trattativa di parecchi minuti, ha caricato la ragazzina sulla sua macchina per dirigersi verso via Sogare, dove è stato fermato dagli agenti. Nei paraggi è stata rinvenuta una capanna, utilizzata anche da altre cittadine rumene dedite alla prostituzione. Le dichiarazioni dell'uomo hanno confermato le responsabilità delle altre due ragazze, che avevano avuto un ruolo determinante nella conclusione delle trattative.
La minorenne è stata quindi accompagnata al Comando di via del Pontiere, dove si è attivata l'Unità di Crisi e di Valutazione della Regione Veneto, che ha portato a Verona una psicologa ed una mediatrice culturale, in accordo con i locali Servizi Sociali ed il Magistrato di Turno del Tribunale dei Minorenni di Venezia. Sui genitori, noti alla Polizia Municipale per essere dediti all'attività di accattonaggio, sono in corso ulteriori accertamenti per verificare eventuali responsabilità sull'attività di prostituzione della figlia tredicenne, nonchè per la sorella, arrestata ed accompagnata nel carcere di Montorio su disposizione del Pubblico Ministero Rombaldoni. Questa mattina il Gip ha convalidato gli arresti.

Fonte:Leggo

PIACENZA: SCONTRI TRA FORZE DELL'ORDINE E FACCHINI IKEA, ALCUNI FERITI - VIDEO



 Ikea, dopo gli scontri di questa mattina ha dichiarato: «in relazione a quanto riportato oggi da diversi media che le attribuiscono un coinvolgimento diretto nella vertenza che sta dando luogo ad incidenti in prossimità della propria piattaforma logstica», ribadisce che «i lavoratori aderenti al sindacato Si Cobas che stanno dimostrando di fronte alla nostra sede logistica di Piacenza non sono dipendenti Ikea ma del fornitore di servizi Consorzio Cgs a cui fanno capo le cooperative Cristall, Euroservizi e San Martino». «Ikea - prosegue la nota - ha chiesto al Consorzio Cgs, così come a tutti i propri fornitori, l'osservanza delle condizioni contrattuali dei propri lavoratori. Nelle verifiche fatte al Consorzio durante le attività di controllo ha sempre riscontrato disponibilità ad adeguarsi agli standard richiesti, al confronto e al miglioramento. Cgs ha inoltre sempre partecipato ai tavoli istituzionali per le opportune verifiche. Ikea da 11 anni si è dotata di un proprio codice di condotta che ha stabilito requisiti chiari per tutti i suoi fornitori in merito al rispetto sociale ed alle condizioni di lavoro (la salute e la sicurezza dei lavoratori, rispetto delle prescrizioni sulle strutture e i luoghi di lavoro) e alle condizioni contrattuali dei lavoratori in tema di salario, orario di lavoro, benefit, rifiuto del lavoro minorile e del lavoro forzato».

LE PROTESTE Dal presidio pacifico al blocco degli ingressi fatto sdraiandosi davanti ai cancelli, fino ai disordini e ai dodici feriti di oggi. La tensione davanti ai capannoni dell'Ikea di Piacenza, polo logistico per la distribuzione nel Nord Italia, cresce di giorno in giorno. Da due settimane i facchini del consorzio Cgs - in gran parte stranieri - che aderiscono ai sindacati Cobas, hanno avviato una protesta focalizzata sulle condizioni salariali e su presunte discriminazione in ambito sindacale.
Protesta sospesa almeno fino a lunedì in vista di nuovi incontri la prossima settimana. «È un copione già visto in altre battaglie affrontate in questi anni nel mondo delle cooperative - affermano i portavoce dei manifestanti - buste paghe non veritiere, non pagamento del dovuto, carichi di lavoro inaccettabili, inagibilità sindacale, non applicazione del già misero contratto di lavoro». Ma per qualche decina di facchini che protesta e tenta di impedire l'ingresso dei colleghi, nonchè dei camion che portano dentro e fuori le merci di Ikea, ce ne sono tanti altri che chiedono di poter lavorare regolarmente e non sottoscrivono lo sciopero. Dopo i disordini dei giorni scorsi, con feriti lievi sia tra i manifestanti che tra le forze dell'ordine, e la pausa festiva di ieri, anche oggi all'alba i facchini - appoggiati da decine di ragazzi provenienti dai centri sociali - hanno impedito ai colleghi di entrare in azienda con i pullman attrezzati già da qualche giorno per evitare danneggiamenti di vetture private e scontri tra lavoratori.

GLI SCONTRI CON LA POLIZIA Tra spintoni e l'intervento di Polizia e Carabinieri, un facchino è finito nel falò acceso davanti ai cancelli ed è rimasto ustionato in modo non grave: è stato immediatamente portato all'ospedale in ambulanza e medicato. Alla fine i pullman hanno potuto varcare i cancelli degli stabilimenti di Le Mose, nel polo logistico alla periferia Sud della città, scortati dai mezzi della Polizia. Ma alle dieci il presidio di protesta è tornato ad occupare i cancelli di ingresso per impedire l'accesso e l'uscita dei camion che caricano e scaricano la merce del colosso svedese. Nemmeno l'intervento del sindaco di Piacenza Paolo Dosi (Pd) e dell'assessore al Lavoro Luigi Rabuffi (Prc) è riuscito a convincere i manifestanti a desistere. «Sono a conoscenza della situazione e mi faccio garante per un incontro che avverrà oggi stesso», ha detto Dosi alle persone sdraiate a terra davanti ai cancelli. Ma nessuno si è spostato e a questo punto il questore Rino Germanà, presente sul posto, ha ordinato che i manifestanti fossero portati via di lì, azione inizialmente pacifica ed alla quale il questore stesso ha partecipato in prima persona. Ma durante lo sgombero la tensione è presto salita e sono iniziati gli scontri nel corso dei quali le forze dell'ordine hanno dovuto ricorrere a cariche e all'uso di gas lacrimogeni: dodici persone (tra cui due poliziotti) sono rimaste ferite.

LE RICHIESTE Per mediare le richieste dei lavoratori che protestano è arrivato questa mattina a Piacenza anche Khaled Mamdouh Shoukry Sheir, viceconsole generale d'Egitto a Milano, in considerazione del fatto che molti dei facchini coinvolti nella vicenda sono di quella nazionalità. Nel primo pomeriggio la situazione sembrava tornata ad una relativa normalità, ma i manifestanti sono rimasti vicini ai cancelli di Ikea tenuti a bada da decine di agenti di polizia e carabinieri. Nel frattempo è iniziato a palazzo Farnese un tentativo di mediazione tra le parti. Presenti il sindaco Paolo Dosi e l'assessore Luigi Rabuffi, oltre ai rappresentanti di sindacati, lavoratori e del consorzio di cooperative che gestisce il magazzino di Ikea a Le Mose. Le parti sono però molto distanti. Si ricontreranno, con proteste sospese, la prossima settimana. I Cobas chiedono che tutti i facchini siano reintegrati, senza trasferimenti.

Fonte:Leggo
 

BELLUNO, FA SESSO CON LA FIDANZATINA DEL FIGLIO: CONDANNATO 40ENNE




Si appartavano e portavano avanti la loro relazione proibita all'insaputa di tutti. A Feltre, in provincia di Belluno, un uomo di 40 anni è stato condannato per avere fatto sesso con la fidanzatina del figlio, di soli 14 anni. La ragazzina era consenziente, gli scriveva per sms «L’altra sera è stato bello». Lui le rispondeva: «E che non abbiamo dato il cento per cento». Dalla lettura di quei messaggini si è messo in moto un procedimento penale in tribunale che, pochi giorni fa, si è concluso con una pesante sentenza per il quarantenne. L’uomo è stato condannato in rito abbreviato a due anni e quattro mesi di reclusione per il reato di atti sessuali con minorenne.
Il caso risale all'agosto del 2010 quando, il quarantenne, che è divorziato dalla moglie, ha riaccompagnato la fidanzata del figlio a casa. Rimasti soli l'uomo non ha nascosto i suoi propositi e la ragazzina non si è tirata indietro.

Fonte:Leggo

ANGELA CELENTANO, GIALLO SENZA FINE:MARTEDÌ VERTICE IN PROCURA


Martedì si terrà un vertice alla Procura di Torre Annunziata (Napoli), per chiarire il punto della situazione sul caso di Angela Celentano. La famiglia della piccola scomparsa 16 anni fa sul Monte Faito, accompagnata dall'avvocato Luigi Ferrandino, farà il punto con gli inquirenti sullo stato delle indagini. In particolare, sulla pista messicana e su quella mail che tempo fa arrivò da una ragazza che disse di chiamarsi Celeste e che si definì Angela. Secondo quanto spiegato dal legale dei Celentano, le indagini si stanno concentrando anche sulla famiglia Marin, vale a dire la famiglia del primo matrimonio di Norma Hilda Valle Fierro, dipendente del ministero della Giustizia messicano dalla cui casa - dove vive con il secondo marito e con i suoi due figli - è partita la mail di Celeste. In interrogatori e in interviste, la donna al pari del suo secondo marito, ha sempre detto di non conoscere i Marin: le indagini vogliono cercare di capire perchè. Dal precedente matrimonio, Norma Hilde Valle Fierro ha avuto tre figli, uno dei quali, una ragazza, vive a Cancun. Non solo: il vertice servirà probabilmente anche a fare chiarezza su un altro contatto che sembra ci sia stato tra Celeste e Rosanna, l'altra figlia dei Celentano, tramite un altro profilo Facebook

Fonte:Leggo

giovedì 1 novembre 2012

CHICAGO, BABY SITTER UCCIDE DUE BIMBI.SI RIPETE L'ORRORE DI NEW TORK -VIDEO



Negli Stati Uniti si ripete l'orrore: una baby sitter ha ucciso i bambini di cui avrebbe dovuto prendersi cura. Non è passata nemmeno una settimana dall'episodio analogo avvenuto a New York, arriva la notizia del massacro di Chicago.

ANCHE SUO FIGLIO Questa volta la baby sitter si occupava sia del proprio bambino che della figlia di un’altra donna, che era andata al lavoro. Le vittime sono una bambina di otto anni e un bambino di cinque. Sono stati trovati ieri sera uccisi a pugnalate nel proprio letto. Accanto a loro anche i corpi senza vita dei due cani della famiglia. La donna è stata presa in custodia dalla polizia.  La tragedia di New York. La settimana scorsa due bambini, di due e sei anni erano stati uccisi dalla baby sitter in un elegante appartamento di Manhattan. La baby sitter si era poi tagliata la gola, davanti alla madre dei bambini.

Fonte:Leggo
                               

NORMAN, SUICIDA PERCHÈ SENZA LAVORO.PADRE DENUNCIA LA FORNERO PER IL CHOOSY



Indignato, disgustato. Forse si sente proprio così Claudio Zarcone, il padre di Norman, il dottorando in filosofia del linguaggio che si tolse la vita a Palermo per protestare contro le 'baronie universitarie'.
Non gli è proprio andato giù quel 'choosy' pronunciato dal Ministro Fornero. Ha presentato un esposto alla procura di Palermo contro il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che la settimana scorsa aveva parlato ai giovani, usando un aggettivo che ha destato non poche polemiche: "choosy", appunto che letteralmente vuol dire schizzinosi, difficili da accontentare perché non in grado di cogliere la prima offerta di lavoro.
"Non è più concepibile - dice Zarcone - che esponenti del governo continuino ad usare tale terminologia riferendosi ai nostri giovani, poiché viene offeso il percorso individuale, umano e professionale di un'intera generazione di talenti che non godono di particolari garanzie o di un nome altisonante". "In questo modo - conclude - mio figlio viene ucciso ripetutamente. Tutta la sua generazione (e non solo) viene delegittimata, frustrata e mortificata".

Fonte:Leggo

mercoledì 31 ottobre 2012

HOLLANDE CONTRO GOOGLE:MAXI-TASSA DA UN MILIARDO DI EURO




 Hollande stanga Google, con una maxi-tassa da un milardo di euro. Un miliardo di euro è la 'bolletta' rivolta a Google, il colosso americano del web, dal fisco francese, al termine di un'indagine delle autorità transalpine sulla divisione francese di Google e sulla sua holding irlandese. In particolare,la direzione generale delle finanze di Parigi ha inviato al colosso di Mountain View una lettera raccomandata nella quale chiede «circa un miliardo di euro per quattro esercizi contabili», scrive il Canard Enchain, nell'edizione che andrà in edicola domani, ma i cui contenuti sono stati anticipati dalla stampa transalpina. Interpellato dall'agenzia France Presse, il ministero delle Finanze non ha voluto commentare, celandosi dietro al principio del segreto fiscale. E anche da Google, almeno per ora, è arrivato un secco no comment.

LA GOOGLE TAX Secondo il Canard, sempre molto ben informato sui retroscena della politica transalpina, questa 'regolarizzazione fiscalè è stata evocata ieri durante l'incontro all'Eliseo tra il presidente francese, Francois Hollande e il numero uno mondiale di Google,Eric Schmidt, dedicato alla mobilitazione degli editori di Francia, Italia e Germania per la creazione di una 'Google Tax'. «Se entro la fine dell'anno il negoziato tra Google e gli editori della stampa non dovesse giungere a conclusione, Google sa già ciò che lo attende dal punto di vista fiscale: 1 miliardo», scrive ancora il Canard, secondo cui ci sarà «senza dubbio un modo di negoziare». In Francia, secondo le stime, il colosso di Mountain View - che opera grazie alla sua holding irlandese - avrebbe realizzato nel 2011 un giro d'affari compreso tra 1,25 e 1,4 miliardi di euro, derivanti soprattutto all'attività pubblicitaria su internet. Alle casse dello Stato francese, avrebbe invece versato poco più di 5 milioni di euro, nel quadro dell'imposta sulla società. Ieri, Hollande ha lanciato un chiaro messaggio di avvertimento al numero uno di Google, chiedendogli di aprire al più presto una trattativa con gli editori e giungere entro «fine anno» a una soluzione sul problema dei contenuti della stampa on-line, se non vuole incorrere nella temutissima 'Google tax'. Ormai da tempo, gli editori francesi, italiani e tedeschi fanno quadrato per chiedere di tassare Google, visto che grazie ai loro contenuti il gigante americano del web genera profitti colossali, senza nessuna contropartita.

Fonte:Leggo