martedì 26 giugno 2012

Abbandono cani: oltre i 500mila i randagi in Italia - VIDEO



Quando arriva l'estate, tempo di sole, di mare, di vacanze e, purtroppo, anche tempo di abbandoni, il guinzaglio può trasformarsi in un cappio al collo. Per ricordare agli italiani cheabbandonare un cane equivale a condannarlo a morte, il Ministero della Salute ha lanciato una campagna di sensibilizzazione e prevenzione del randagismo, con uno spot esplicativo e duro in cui la cordicella a cui è legato un cane si trasforma in un mortale cappio, che andrà inonda fino al 10 luglio sulle reti Rai.
In Italia si stima ci sia un numero di cani randagi che oscilla tra i 500 mila e 700 mila animali. "I cani randagi non sono aumentati, ma non vengono denunciati- ha spiegato il sottosegretario alla Salute con delega alla Sanità pubblica veterinaria Adelfio Elio Cardinalela campagna contro il randagismo è un contributo alla cultura di civiltà. Se riusciremo a salvare anche un solo animale dall'abbandono avremo raggiunto un risultato. E non bisogna dimenticare che si tratta di un reato".
Non tutti gli animali "vaganti" –così vengono chiamati in gergo tecnico i pelosi senza padrone, sono veri randagi ma molti di essi un proprietario ce l'hanno o lo hanno avuto: "nella maggior parte dei casi un cane randagio è un cane che è stato abbandonato. La 'maglia nera' in questo caso spetta alla Campania", dove ci sono circa 66.500 cani randagi. Davvero troppi rispetto, ad esempio, ai 500 della Toscana. Secondo Cardinale, "la sensibilità nei confronti di questo tema sta cambiando negli ultimi anni in Italia, ma occorre dare un ulteriore contributo a questa battaglia culturale, di civiltà. Il ministero si è attivato istituendo un tavolo con le associazioni animaliste e con questa campagna, ma c'è bisogno di un lavoro di sistema per ottenere dati certi e iniziare una collaborazione fattiva per difendere i diritti di chi non ha voce, come gli animali".
Sono, invece, quasi 6 milioni (5.815.727 per l'esattezza, dato che comprende anche i cani ospitati nei 915 canili/rifugi nazionali e iscritti a nome dei Comuni) i cani di proprietà iscritti all'anagrafe nazionale degli animali d'affezione. Ma, in realtà, i numeri potrebbero essere molto più alti, visto che "circa il 50% dei proprietari potrebbe non aver registrato il proprio animale all'anagrafe e questo è un problema rilevante", ha detto Cardinale. A tal proposito, Gaetana Ferri, direttrice generale della Sanità animale e dei farmaci veterinari, ha ricordato che "il possesso di un animale comporta responsabilità e l'abbandono è un reato". Quanto ai canili sanitari, ha detto la Ferri, il loro numero "è troppo elevato e le strutture sono sovraffolate. Questo dimostra che il problema del randagismo esiste: è necessaria una azione di sensibilizzazione forte contro l'abbandono dei cani".
In attesa di vedere in tv lo spot del Ministero, tra i numerossisimi video girati negli anni per combattere questa orrenda abitudine estiva degli italiani, vi lasciamo con il simpatico ed efficacecorto realizzato dalla Ferrafilm, «L'abbandono di un cane», vero e propio viral con oltre 600.000 visite su youtube. Con ironia velatamente misogena, ecco perché non abbandonare un cane è meglio di continuare a tenersi che una fidanzata che ti stressa:


  

Fonte: greenMe.it

ALDROVANDI, IL MINISTRO: "VERGOGNOSI GLI INSULTI DEGLI AGENTI". SANZIONI IN ARRIVO



"Se avesse saputo fare la madre non avrebbe allevato un cucciolo di maiale" e ancora "Speriamo non si goda i risarcimenti dello stato". Queste espressioni offensive sono state rivolte a Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi, e sono comparsi sulla pagina Facebook di"Prima Difesa Due", l'associazione che si prefigge la tutela e la difesa delle forze dell’ordine. Il giovane è stato ucciso nel settembre del 2005 a Ferrara, un omicidio colposo per il quale sono stati condannati con sentenza definitiva quattro poliziotti.

IL MINISTRO: CANCELLIERI: "INSULTI VERGOGNOSI" Sanzione in arrivo per Paolo Forlani, uno dei quattro poliziotti condannati per l'uccisione del ventenne Federico Aldrovandi. L'agente aveva postato su Facebook commenti insultanti contro la madre del ragazzo. Oggi è intervenuto il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, che ha definito «vergognose e gravemente offensive» le parole di Forlani ed ha disposto «l'immediato avvio di un procedimento disciplinare per sanzionare l'autore del gravissimo gesto». Per Forlani e per i colleghi Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri, giovedì scorso la Cassazione aveva confermato lacondanna in via definitiva a tre anni e sei mesi: erano state le loro percosse a causare la morte del giovane Aldrovandi la sera del 25 settembre 2005 a Ferrara. Il giorno dopo la sentenza, una frase del ministro Cancellieri aveva irritato la famiglia dello studente: «se ci sono stati, come sembrerebbe, degli abusi gravi è giusto che vengano colpiti». «Perchè - avevano replicato i genitori di Aldrovandi, Lino e Patrizia Moretti - il ministro usa il condizionale? Quel condizionale è fuori luogo, inopportuno e poco rispettoso delle Istituzioni». La polemica si rinfocola poi due giorni fa, quando sulla pagina Facebook dell'associazione 'Prima Difesà appare una serie di commenti offensivi, alcuni firmati da Paolo Forlani che se la prende con la madre di Aldrovandi: «una - scrive l'agente - falsa e ipocrita, spero che i soldi che ha avuto ingiustamente (2 milioni di euro, risarciti dal ministero degli interni alla famiglia Aldrovandi, ndr) possa non goderseli come vorrebbe, adesso non sto più zitto dico quello che penso e scarico la rabbia di sette anni di ingiustizie». La donna non ci sta e querela l'associazione. Oggi l'intervento del ministro dell'Interno. Soddisfatta Patrizia Moretti, ma, sottolinea, «il vero intervento che io e noi familiari di Federico attendiamo dal ministro è il procedimento disciplinare che porti al licenziamento degli agenti condannati per la morte di mio figlio: un procedimento che ci era stato annunciato dal capo della polizia Antonio Manganelli». «Era ora - commenta su twitter il presidente di Sel, Nichi Vendola - decisione Cancellieri per provvedimento disciplinare. Aspettiamo di vedere esito. Non c'è posto per queste persone nelle forze dell'ordine della Repubblica. Giustizia e rispetto per Aldrovandi». Anche il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero giudica positivamente l'intervento di Cancellieri. «Ora però - aggiunge - il ministro dell'Interno dovrebbe assumersi l'impegno affinchè la vicenda Aldrovandi non finisca come il G8 di Genova, con i colpevoli che sono stati promossi». Andrea Sarubbi (Pd) ha rivolto al ministro un'interrogazione parlamentare per chiedere «di allontanare dalla Polizia l'agente che ha offeso pubblicamente la signora Moretti e, in questo modo, anche tutte le forze dell'ordine». Per i quattro poliziotti condannati, la sentenza della Cassazione non ha previsto pene accessorie come l'interdizione dai pubblici uffici. Gli agenti sono dunque ancora in servizio. Per loro, come da regolamento, si è aperto il procedimento disciplinare. Saranno ascoltati da un'apposita commissione che poi deciderà eventuali sanzioni. Per Forlani c'è da oggi un procedimento supplementare: quello disposto dal ministro per i suoi insulti su Facebook.

La sentenza della Cassazione ha scatenato la rabbia di chi ha sempre sostenuto l'innocenza degli agenti di polizia e suggerito l'idea di creare un gruppo sul social network. Sulla pagina le offese si susseguono una dopo l'altra. Insulti da parte di un tale Sergio Bandoli fino a frasi che portano la firma di uno dei poliziotti condannati, Paolo Forlani.

“Che faccia da culo che aveva sul tg – così descrive la madre orfana del figlio su cui lui e i suoi colleghi hanno rotto due manganelli -… una falsa e ipocrita… spero che i soldi che ha avuto ingiustamente (il risarcimento da parte dello Stato, ndr) possa non goderseli come vorrebbe… adesso non sto più zitto dico quello che penso e scarico la rabbia di sette anni di ingiustizie…”.

Forlani premette di avere “massimo rispetto per Federico”, ma sui suoi genitori usa il pugno duro. Come ha fatto d’altronde con loro figlio: “non vi auguro nulla di simile – scrive sulla pagina di Prima Difesa – ma vi posso dire che siamo stati calpestati nei nostri diritti e ripeto prima di parlare dovete leggere gli atti e non i giornali, io sfido chiunque a leggere gli atti e trovare un verbale dove dice che Federico e morto per le lesioni che ha subito…noi paghiamo per le colpe di una famiglia che pur sapendo dei problemi del proprio figlio non hanno fatto niente per aiutarlo e stiamo pagando per gli errori dei genitori”.

Durante il furioso corpo a corpo tra gli agenti di polizia e Federico vennero rotti due manganelli, con i quali i poliziotti colpirono l’Aldrovandi in varie parti del corpo, continuando dopo che lo stesso era stato costretto a terra e qui immobilizzato al suolo, nonostante i verosimili ma impari tentativi del ragazzo di sottrarsi alla pesante azione di contenimento che ne limitava il respiro e la circolazione”.

Ora si aprirà un altro capitolo della vicenda, con la querela per diffamazione che la Moretti ha depositato nei confronti di Forlani, Bandoli e Cenni.


Fonte:Leggo

GENOVA, 12ENNE SCHIAVA: NUDA SUL BALCONE A MANGIARE AVANZI. MAMMA A GIUDIZIO


Rinvio a giudizio per la mamma della bambina di 12 anni costretta a mangiare gli avanzi di cibo in una ciotola e a restare per ore nuda sul balcone a Genova. Stessa sorte era toccata al patrigno della bambina il 4 giugno. Le accuse per entrambi sono di sequestro di persona e riduzione in schiavitù. Il processo per entrambi in Corte d’Assise è stato fissato per il 19 novembre.

La donna, originaria dell'Equador, è stata denunciata grazie a una segnalazione anonima aTelefono Azzurro. Secondo quanto riferito agli agenti del nucleo investigativo del commissariato la bambina veniva insultata e doveva servire in tavola dove sedevano anche i due fratelli maschi. Alle richieste dei familiari doveva sempre rispondere ‘comandi’. Per lei nessun piatto, né posate ma una ciotola dove mangiava gli avanzi. Oggi durante l’udienza preliminare davanti al gip Nadia Magrini la madre della bambina ha reso dichiarazioni spontanee sostenendo che la figlia era ribelle e l’aveva anche aggredita. ‘Le ho imposto di fare i lavori domestici – ha detto – finché non avesse chiesto scusa’.


Fonte:Leggo

ARRIVANO LE 'ORDINANZE PAZZE': A RISCHIO I BACI, IL BILIARDINO E GLI ABITI OSÈ


L'estate arriva e porta con se le 'ordinanze pazze', che già hanno fatto la prima vittima a Trani. Una signora è stata bloccata sulla soglia del Comune perché vestita in modo sconveniente. Questo, almeno, secondo la rigida interpretazione delle regole stabilite dal sindaco. Già, perché la colpa della signora è stata soltanto, dato il caldo, di indossare dei sandali e un abito con delle bretelline. Non un costume da bagno, insomma. Ma in municipio sono stati inflessibili: così non si può entrare. Respinta. Storie come questa capitano ogni estate, quando inizia la stagione delle vacanze e della frenesia cavillatoria dei sindaci i quali si ingegnano, scartabellano atti, discutono e alla fine danno libero sfogo alla fantasia, deliberando regole e divieti che dovrebbero garantire la sicurezza o, semplicemente, la tranquillità di turisti e residenti. Spesso, però, sarà il caldo, sarà che la fantasia al potere non è cosa da tutti, sarà quel che sarà, finiscono per provocare paradossi e polemiche. Negli anni, poi, si è prodotto un catalogo di regole a dir poco curiose, un po' folli o, quantomeno, creative. E, se il buon giorno si vede dal mattino, anche il 2012 promette bene.

BILIARDINO FINO ALLE 22 Già da maggio, per dire, a Teggiano, nel salernitano, chi decide di farsi una partita a biliardino rischia grosso: tra aprile e settembre dopo le ore 22 vige il divieto assoluto. Da ottobre a marzo va ancora peggio: il coprifuoco sul calciobalilla scatta addirittura alle 20, nemmeno si trattasse di una finale di Champions league a rischio hooligans. Non è l'unico caso. Le cronache raccontano di divieti simili in vigore già negli anni scorsi anche altrove, da Cambobello di Licata a Villa d'Ogna, nel bergamasco, paese nel quale, peraltro, i biliardini vengono prodotti. Praticamente, un autogol.

RACCOGLIERE LE FECI DEGLI CANI A Capri, invece, è tolleranza zero contro i padroni che non puliscono le deiezioni dei propri cani. E con metodi degni di Csi. «Da inizio luglio partiranno i prelievi per acquisire il dna degli animali che fanno parte della anagrafe canina», annuncia il sindaco, Ciro Lembo. Servirà per identificare il produttore, per così dire, del rifiuto. Il sistema, spiega ancora il sindaco, funziona così: «Schediamo tutti i cani per costruire un database. Quando troviamo delle feci abbandonate in strada, preleviamo un campione e lo inviamo a Napoli per farlo esaminare». Alla fine, incrociando il responso con il contenuto del database si saprà a chi inviare la multa a casa.

NIENTE ZOCCOLI O COSTUMI Quella delle regole per il decoro a Capri è storia vecchia: basterà ricordare i divieti sull'uso degli zoccoli di legno o dei costumi da bagno in paese. E storia vecchia è anche quella di certi bizzarri divieti che segnalano l'avvio della bella stagione. E, però, da qualche anno gli italiani in vacanza devono fare i conti con un vero e proprio boom di regole, commi, cavilli i quali possono anche far sorridere e che, però, raccontano un paese litigioso ma soprattutto istituzioni che sembrano essersi arrese all'idea di vietare ciò che non riescono più a governare. Ad aprire le porte a questa deriva fu il pacchetto sicurezza dell'allora ministro dell'Interno leghista Roberto Maroni. Era l'agosto del 2008 e con quel decreto di fatto si ampliavano a dismisura i poteri dei sindaci in materia di sicurezza e ordine pubblico, tanto che alla fine anche la Corte Costituzionale ebbe qualcosa da dire. Ma, intanto, l'argine era rotto. E già da quella estate i sindaci si sbizzarrirono.

NO AI LAVAVETRI Pescando a caso dalle cronache dell'epoca si trova di tutto, a partire dal bando dei lavavetri. Per l'uso delle panchine diventò necessario un libretto di istruzioni: c'era chi vietava di poggiarci i piedi, chi di usarle dopo le 23, chi addirittura ne vietava l'uso ai minori di 70 anni. Lo stesso dicasi per i parchi pubblici: a Napoli si vietò il fumo all'aperto, altrove si proibì ai cittadini di frequentarli in più di due alla volta. Nelle città non si poté più mangiare un panino per strada, usare tosaerba a motore, dare da mangiare ai piccioni, addirittura baciarsi.

VIETATO ROVISTARE NEI CASSONETTI Anche Roma diede un contributo, con l'ordinanza, poi ritirata tra le polemiche, che vietava di rovistare nei cassonetti. Su giornali e tv furoreggiò il caso dei castelli di sabbia a Eraclea, nel veneziano. Il sindaco spiegò: «L’unico divieto riguarda i giochi molesti o dannosi per gli altri bagnanti, e fra questi anche fare le buche sulla sabbia, ma solo se possono davvero mettere in pericolo qualcuno». Una delle vette assolute si tocca nel 2010 con l'intervista concessa dal sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio, al Corriere del Mezzogiorno sulle multe per l'uso di abiti succinti, gonne soprattutto. Alla domanda su quale sarebbe stato il metro di giudizio usato dai vigili urbani, il sindaco rispose: «Basta uno sguardo per giudicare se la minigonna è mutandale». Sì: «Mutandale».

IL VOLUME Nel 2012, però, arriva anche qualche segnale in controtendenza. A Venezia si lavora su un esempio classico di delibera sui generis, al limite della eterogenesi dei fini e che ha sollevato polemiche infinite. Eh sì, perché secondo una delibera dell'epoca di Massimo Cacciari, le autorizzazioni per eseguire musica dal vivo non sono concesse in base ai decibel ma al genere musicale. Dunque, al bando il «jazz sperimentale quale free jazz che essendo dissonante potrebbe essere sgradevole o di disturbo». Più facile la vita per i musicisti appassionati di «revival italiana d'autore e cover melodiche anni '60«. In molti hanno protestato: regole da Minculpop. Quella delibera formalmente è ancora in vita ma non viene applicata. E in Comune lavorano per superarla. Che, però, forse l'aria stia cambiando lo dice soprattutto una piccola storia raccontata a un quotidiano. «No a ordinanze choc. Così la Lega batte la sinistra», era il titolo del 9 maggio scorso. A Rovato, mentre il Carroccio crollava un po' ovunque, la leghista Roberta Martinelli riusciva a farsi eleggere sindaco. E spiegava: «Inutile ricorrere a ordinanze e proclami che si rivelano contro la legge». Rovato è a due passi da Adro, il paese della scuola con il Sole delle Alpi; Martinelli è un volto nuovo dello stesso partito dell'ex ministro che aprì la stagione dei supersindaci. Forse così finisce un'epoca; forse no. Alla fine dell'estate lo scopriremo.


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SCANDALO SCOUT IN CANADA: CENTINAIA DI ABUSI SU MINORI NON DENUCIATI -VIDEO



Bufera pedofilia sul movimento scout canadese, che fino ad ora era considerato quello più all'avanguardia contro le violenze e gli abusi sui ragazzi. Infatti nel 1992 lo scoutismo canadese decise di dotarsi di una particolare politica molto ferrea, che in caso di abusi prevedeva l'espulsione dagli scout e la denuncia alla polizia. Eppure, come racconta il Globe and Mail, questa politica non è stata applicata dal 1992, tanto che secondo un'indagine effettuata dal Kpmg, i casi di violenza negli ultimi 20 anni sarebbero stati 500, ma soltanto 130 di questi furono denunciati. Dopo aver saputo di questi dati, Steve Kent, capo del movimento Scout del Canada, ha chiesto scusa ufficialmente attraverso un video postato su Youtube


Le scuse del capo degli scout canadesi
   

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CINA CHOC, CANI UCCISI E SCUOIATI PER ESSERE VENDUTI AL MERCATO


Sono scioccanti le immagini che arrivano dal mercato di Yulin, nella regione cinese di Guangxi Zhuang, dove vengono venduti decine di cani scuoiati, utilizzati per preparare lo stufato, piatto tipico del posto. Gli animali vengono rinchiusi in delle gabbie, prima di essere uccisi e privati della loro pelliccia. Molte famiglie hanno protestato, considerando indecente lo spettacolo dei cani ammassati sul bancone, in attesa che qualcuno li compri. Il THE SUN mostra le foto, aggiungendo che in Cina si sta diffondendo sempre di più la una corrente di pensiero che si oppone alla cultura di cibarsi di cani e gatti. 


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GETTA I FIGLI PICCOLI DAL 15° PIANO:"ERO STUFA DI LORO"


Una madre russa è stata arrestata dalla polizia per aver ucciso i suoi due figli di 4 e 7 anni, gettandoli dal quindicesimo piano del palazzo dove abitavano a Mosca. La 30enne GalinaRyabkova è stata raggiunta dagli agenti, chiamati da alcuni passanti che avevano assistito allo schianto dei due corpicini. «Era stufa di loro» dice il sito Lifenews.ru, che mostra anche il video di sorveglianza che ha incastrato la donna. Quando gli agenti sono arrivati sul luogo hanno trovato la donna che stava lasciando lo stabile e gli hanno chiesto: «Sono suoi figli quelli precipitati». La donna non ha avuto problemi ad ammettere: «Si, li ho buttati giù io. Ero stufa di loro». 

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Fonte:Leggo