giovedì 31 maggio 2012

Roberta Ragusa: sospetti, dubbi e incertezze. Ma nessuna traccia



Di Roberta Ragusa si sono perde le tracce da più di quattro mesi. L'unica pista che viene seguita dagli inquirenti, è quella di omicidio volontario e l'unico indagato resta Antonio Logli, suo marito. Un'attesa estenuante che dura ormai da oltre quattro mesi. Un caso che resta appeso ad un filo.

IL CASO. Nessuno ha voglia di assistere all'ennesimo caso irrisolto e archiviato per mancanza di prove. Al caso Ragusa, tutti vogliono mettere un punto, come vorrebbero fosse fatto per tutti gli altri omicidi o scomparse avvolte da un velo di mistero: Sarah, Yara e Melania. Tre nomi di donne e ragazze il cui caso deve vedere ancora una soluzione. Nel corso di questi lunghi ed interminabili quattro mesi (quasi cinque per l'esattezza), sono state molte le segnalazioni di persone che giuravano di aver visto Roberta, folgorati da quei profondi occhi azzurri che erano il segno distintivo della mamma di Gello. Così particolari, ma non certo unici. Toscana, Liguria e Miami sono i luoghi in cui la donna sarebbe stata vista. Ma non era lei, in nessuno di questi casi ed ogni volta, la speranza di poter ritrovare viva Roberta, si faceva sempre più lieve.

SOSPETTI. Dall'inizio delle indagini, Antonio Logli, marito della Ragusa, è stato l'unico ad essere iscritto nel registro degli indagati (salvo la presenza nel registro di Fusi, proprietario della Panda sulla quale avrebbe dato un passaggio alla Ragusa, fatto poi risultato errato) , ''un atto dovuto'' per poter effettuare ogni tipo di verifica e controllo, nella speranza di trovare anche un piccolo indizio che avrebbe potuto portare alla soluzione del caso. Ma contro di lui non è mai stata trovata alcuna prova che lo potesse incriminare, solo contraddizioni riguardo all'ultima volta in cui ha visto sua moglie e alle telefonate effettuate sempre la sera della scomparsa.

L'AMANTE. Antonio Logli, ormai com'è ben noto, aveva un'amante: Sara Calzolaio, babysitter 28enne prima, e segretaria dopo, della famiglia Logli. La ragazza, messa di fronte alla realtà dei fatti con il controllo dei tabulati telefonici, ha ammesso di avere una relazione con l'unico uomo indagato per la scomparsa di Roberta, da circa sette anni. Sette anni vissuti nell'ombra. Ma forse, nell'ombra, viveva Roberta Ragusa la quale sospettava ormai da tempo della relazione che il marito aveva con un'altra donna, non sapendo però chi fosse. Almeno, fino alla sera del 13 gennaio. E per molti, questa relazione segreta, è la causa della scomparsa di Roberta. Nei cuori delle amiche, come per gli inquirenti, ormai vi è certezza che la donna dagli occhi cielo, sia morta. Una mamma di due bambini (Daniele e Alessia), non abbandona la propria casa volontariamente, facendo perdere ogni traccia dietro di se. Qualcosa, quella notte, deve aver turbato gli equilibri di una famiglia, di un matrimonio che già da tempo scricchiolava.

Fonte: Il Reporter.it

AVELLINO, AMBULANTE SUICIDA PER LA CRISI: NON RIUSCIVA A PAGARE IL MUTUO



Un venditore ambulante con problemi economici ed affetto da depressione si è suicidato ad Atripalda (Avellino), impiccandosi nel suo furgone. Salvatore Santitore, 52 anni, nato a Pagani e residente a Nocera Inferiore (Salerno), vendeva tessuti e generi di merceria.
L' uomo, sposato e padre di una bambina di 10 anni, si era recato stamattina al mercato comunale di Parco delle Acacie. Qui è entrato nel furgone, impiccandosi con una cintura di tela. Il suicidio - secondo la ricostruzione dei carabinieri del Comando provinciale di Avellino - è avvenuto tra le 11 e le 13.
A scoprire il cadavere è stato un altro ambulante al momento di abbandonare il mercato. Secondo quanto hanno accertato i carabinieri, Salvatore Santitore era depresso per la diminuzione degli introiti derivanti dalla sua attività di ambulante, che aveva ereditato dal padre, e non riusciva a rispettare le scadenza di un mutuo e di un prestito.
A questo si univano questioni di famiglia. La salma dell' ambulante, dopo i rilievi del medico legale, è stata restituita alla famiglia.

Fonte: Leggo

Roberta e l’ultimo sms: il gruppo di mamme che non vuole arrendersi

Roberta Ragusa. La donna sparita e i sospetti delle amiche


Giardinetti di via Abba, alle cinque della sera l’orrore sembra lontano. Bambini che strillano indemoniati, madri che chiocciano nei paraggi. Lei, quell’ultimo sms letto e riletto dai carabinieri, ce l’ha ancora in memoria sul cellulare: « Ciao Robi, come stai dentro e fuori? ». Gliel’ha spedito sabato 14 gennaio: a quell’ora la sua amica Roberta Ragusa era già sparita, forse già morta. E questa parrebbe una storia semplice, con un filo.

Seguendo quel filo, mamme testarde cercano una mamma inghiottita dal nulla in una notte d’inverno, a dieci minuti di macchina da queste aiuole e da questi scivoli; svanita verso la mezzanotte di venerdì 13 gennaio, mentre al Giglio s’arenava la Costa Concordia; dissolta come neve al sole dalla sua casa di via Ulisse Dini, sotto il naso del marito, dei figli, dei suoceri, dei cognati, tutti addormentati – dicono – in quel compound di quattro palazzine e campi annessi alle porte di Pisa che è il possedimento della famiglia, la roba. Aveva addosso solo un pigiamone rosa, niente soldi né documenti: nessuno va via così. Sicché in questa storia semplice c’è un sospettato naturale, l’unico indagato per omicidio e occultamento di cadavere, il marito, Antonio Logli, detto lo Stempiato , copione banale di mezza età: matrimonio in crisi, amante ventottenne, Sara, carina, emotiva, torchiata dagli investigatori; racconto zoppicante, quello di Antonio: si sveglia alle sette meno un quarto del mattino e, puf, scopre che la moglie non è a letto. Ma i copioni banali e i racconti zoppicanti vanno guardati con cautela, si fa presto a dare del mostro a chi non ci è simpatico.

Le mamme di Pisa l’hanno già bell’e condannato, il Logli. Lei, la testimone dei giardinetti, è una di loro. In città molti sanno chi è, ma in tv è apparsa schermata, chiede discrezione, spiega che il Logli «aveva i suoi impiccini», insomma, «un interesse economico». In questa storia semplice c’è una coincidenza che mette i brividi. Martedì 10, moglie e marito s’arrampicano su una scala per riporre nel soppalco gli addobbi di Natale. Lui le cade addosso, quasi l’ammazza, lei batte la testa, si fa medicare un grosso ematoma. Di quel giorno scriverà sul diario una parola eccessiva per un incidente domestico: « tragedia! ». Alle amiche fa capire che forse Antonio le è caduto addosso di proposito. «Era molto arrabbiata con lui, s’è sfogata», dice ancora la mamma di via Abba; da qui quel « come stai dentro e fuori? » nel messaggino. Quando sabato 14 Antonio denuncia la sparizione della moglie, mette bene in evidenza la caduta e la botta in testa di quattro giorni prima: certo, Roberta poteva essere ancora confusa, essere uscita in trance da casa, essere caduta in uno dei cento crepacci che circondano Gello, la frazioncina di San Giuliano Terme dove vivono i Logli. Nessuno ci crede. Peggio: la spiegazione del marito apre la porta a sospetti ulteriori. Premeditava il delitto? O la falsa caduta era addirittura già un tentativo di omicidio?

Cautela, ci vuole ancora una volta cautela. Di sicuro qui c’è da raccontare la storia di una moglie umiliata, il resto è tutto da dimostrare. Certo Roberta Ragusa sapeva ormai molto delle infedeltà di Antonio, Sara non era l’unica: «Io gli sto addosso, non mi fido più. Lui me le fa sotto il naso. Dovrei stare pure zitta?». Così si lasciava andare con le amiche. Quelle che hanno fatto fiaccolate per lei. Mamme che adesso animano l’associazione Per Roberta , di cui è presidentessa Benedetta Partini, con lo scopo di tenere alta l’attenzione sul caso. «Roberta aveva capito, soffriva da mesi», dicono. «Si sentiva inadeguata per non essere riuscita a tenere unita la famiglia, non se lo perdonava», aggiungono, tuttavia. E questo potrebbe lasciare campo all’ipotesi del suicidio. Ma quanti suicidi si preoccupano di far sparire il proprio corpo?

Si torna dunque sempre quaggiù, nel piccolo borgo di Gello raggrumato attorno al nulla di via Dini. La cittadella dei Logli è protetta da mura bianche e inferriate. Il patriarca, Valdemaro, papà di Antonio, ha a lungo sostenuto di attendere «il ritorno di Roberta». Per capire quanto contino le donne di casa, basta guardare il citofono: i nomi degli uomini in maiuscolo, quelli delle mogli sotto, quasi invisibili in corpo tre. Eppure Roberta, bella e tosta, contava. Vent’anni prima era entrata da cliente nell’autoscuola di famiglia, la Futura , che sta nell’ultima palazzina del compound . Sposando Antonio, ne era diventata mezza padrona, metà delle quote erano sue e, pare, anche la casa le era stata intestata forse per ragioni fiscali. Per molti, scoperta l’infedeltà, aveva minacciato un divorzio economicamente doloroso. L’amante, Sara, era entrata in casa sette anni prima come babysitter, poi Antonio gliel’aveva piazzata accanto in autoscuola: lui la chiamava tutte le sere, l’ultima telefonata di quella sera maledetta è di mezzanotte e undici minuti. Roberta l’aveva sorpreso in un momento sbagliato? Congetture. Come i graffi sul collo che Roberta aveva qualche settimana prima di sparire. Chi glieli aveva fatti? C’erano altri problemi precedenti in famiglia? Due figli minori, un ragazzo di 15 anni e una bambina di 11, impongono ulteriore prudenza e riserbo: parole vuote, quando una storia finisce nel circo mediatico dei gialli tv. Sull’onda della suggestione, ogni settimana avvistano Roberta ovunque, l’ultimo abbaglio è a Miami. Sull’onda della logica, i carabinieri continuano a ronzare attorno a casa Logli. Quando, giorni fa, hanno rovistato di nuovo nel pozzo e nei campi di famiglia, la gente di Gello faceva il tifo. La sentenza, per le mamme di qui, è già scritta.

Fonte: Corriere Della Sera

LIVIANA, ESTRATTA DALLE MACERIE DOPO 12 ORE"LOTTA PER LA VITA" -VIDEO


Le prossime 48/72 ore saranno decisive per valutare l'evoluzione delle condizioni di salute di Liviana, la donna di 65 anni estratta viva il 29 maggio dalle macerie della sua casa a Cavezzo.
Liviana è ricoverata nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Baggiovara. I sanitari spiegano che è affetta da una sindrome estesa di schiacciamento, che riguarda soprattutto gli arti inferiori, e che è dovuta alla sua permanenza sotto le macerie.
Liviana viene tenuta sedata. I sanitari non si sbilanciano sulle conseguenze che quanto ha subito potrà avere sulla sua salute, spiegando che la prognosi resta riservata e che decisive saranno le prossime 48-72 ore.
Il 29 maggio Liviana, dopo il sisma delle 9, era rientrata in casa per recuperare alcuni vestiti, quando è rimasta travolta dal crollo. A salvarla è stato un armadio che l'ha difesa dalle macerie. Per tutta la giornata sono andate avanti le operazioni di recupero. I soccorritori l'hanno cercata soprattutto tra la camera da letto e la cucina, riuscendo a trovarla anche grazie all'aiuto dei cani. Da parte dei sanitari c'è comunque un cauto ottimismo. Da due giorni i familiari della donna stazionano nella sala di attesa del reparto rianimazione, chiusi nel silenzio, nel dolore e nella speranza.

Fonte: Leggo

Visco: al governatore un compenso di 681 mila euro


Un compenso di 681 mila euro. A questo ammontano gli emolumenti del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, cosi' come si evince dal Bilancio della Banca reso noto in occasione dell'Assemblea annuale che si e' svolta oggi a Palazzo Koch. Visco, che e' stato nominato lo scorso 24 ottobre, ed ha sostituito Mario Draghi dal primo novembre 2011, percepisce in realta' un compenso annuale di 757.714 euro, somma decurtata del 10% a seguito delle norme sul blocco e taglio degli stipendi del pubblico impiego varate nell'estate 2010, che lo riduce cosi' a 681mila euro. Al direttore generale Fabrizio Saccomanni vanno invece 593.303 euro, ridotti dalla stessa normativa a 533 mila euro circa. Per ciascuno dei vice direttori generali il compenso e' di 441.057 euro (che anche in questo caso vanno decurtati del 10%). Gli emolumenti complessivi dei tredici consiglieri superiori sono invece pari a 371.020 euro, mentre al collegio sindacale vanno 137.430 euro.

Fonte: ASCA

AQUILANO SCOMPARSO, NESSUNA TRACCIA DI MARCO BONANNI

MARCO BONANNI, SULLA SUA BACHECA L'ULTIMO MESSAGGIO, ''NON HO ALTRA SCELTA, ADDIO!''
Marco non farlo, tutto è relativo, non arrenderti!"


Gli amici di Marco Bonanni, l'aquilano di 38 anni svanito nel nulla dall'altro ieri che ha postato sulla sua bacheca di Facebook un messaggio con scritto "Prima di tutto scusate ma non ho altra scelta! Mi dispiace ma non sono in grado di portare ancora avanti tutto! Addio!", lasciando presagire un gesto estremo, scongiurano il giovane di ripensarci.

Proprio il social network è diventato l'unico strumento di possibile comunicazione con lo scomparso, visto che il suo cellulare risulta spento.

"Su che avanzi la birra di ieri sera, fa il bravo", lo incita quasi a sdrammatizzare Roberto.

"Se leggi, di qualunque cosa tu abbia bisogno, anche di una chiacchiera, di un bicchiere o una cicca insieme - scrive invece Matteo - chiamami se vuoi. Per il resto tutto si risolve, specie col tuo sorriso".

Nella discussione interviene anche il fratello, Christian: "Ha una Saxo bianca targata AV473PL, aiutatemi non lo trovo".

Le ricerche da parte dei vigili del fuoco sono state sospese per "mancanza di elementi certi, ma proseguiranno da parte delle autorità giudiziarie", si legge in una nota, che per tutta la giornata di ieri hanno perlustrato la zona  di Civitaretenga e Navelli, dove il telefonino di Marco è stato "agganciato" per l’ultima volta prima che risultasse inattivo.

Nella giornata di ieri si sono messi sulle sue tracce anche i forestali e la polizia, che sta continuando a cercare l'uomo.

LA NOTA SULLE RICERCHE

Sono senza esito le ricerche del sig. Bonanni Marco, di cui è stata denunciata la scomparsa dai familiari, il giorno 28.05.2012.

Le ricerche si sono concentrate nella zona di Civitaretenga e Navelli, dove il telefonino è stato agganciato per l’ultima volta prima che risultasse inattivo, proprio con la traccia del telefonino che il gestore telefonico ha segnalato ai vigili del fuoco sono partite le ricerche, si è cercata soprattutto la sua macchina, con la quale pare si sia allontanato, una Citroen Saxo di colore bianco.

Il sospetto è che il sig. Bonanni possa aver avuto propositi suicidi come ha lasciato intendere nella sua bacheca del social network Facebook.

Le ricerche sono state coordinate dai vigili del fuoco dell’Aquila di concerto con la prefettura dell’Aquila, i quali hanno istituito sul posto un Pca (Posto di comando avanzato) con mezzo Ucl proveniente dal Comando Provinciale vigli del Fuoco di Chieti, nei pressi del piazzale antistante un distributore di rifornimento carburanti, dove sono state utilizzate le tecniche T.A.S. (Topografia applicata al soccorso) e strumentazione GPS con sistemi cartografici.

Alle ricerche hanno partecipato il Nucleo SAF del C.do VVF dell’Aquila, personale del C.F.S. delle stazioni di Scoppito e Fontecchio, i carabinieri della stazione di Navelli, la zona è stata sorvolata anche dagli elicotteri dei Vigili del Fuoco e della Forestale, che hanno operato rispettivamente il mattino e il pomeriggio.

Le operazioni di ricerca sono state sospese, a causa della mancanza di elementi certi, ma proseguiranno da parte delle autorità giudiziarie.

Fonte:Abruzzo web

Terremoto 29 maggio 2012: così le banche speculano sui terremotati


Il terremoto di martedì scorso in Emilia Romagna, a pochi giorni di distanza da quello del 20 maggio, ha messo in ginocchio per la seconda volta l’economia di quella zona molto produttiva. Ha causato morti, feriti e distruzione di case e aziende. Un disastro incalcolabile anche sotto il profilo artistico-culturale oltre che economico. Ciò che fa davvero ribrezzo è il mancato sostegno delle istituzioni e delle banche in situazioni drammatiche come queste. Grazie a Mario Monti lo Stato non pagherà i danni ai terremotati. E le banche cosa fanno? Chiedono la commissione bancaria di 5 euro ai donatori! Un vero e proprio scandalo!

Fonte: Politica 24

ALCOL, DROGA E SEDATIVI: GLI ADOLESCENTI ITALIANI NELLA TOP TEN DEGLI "SBALLATI"


Gli adolescenti italiani sembrano non poter far a meno delle sigarette, della cannabis, dell'alcol, dei tranquillanti e dei sedativi. E fanno piazzare il nostro Paese tra i primi dieci in Europa per il consumo di queste sostanze alcune illegali e spesso scelte per lo 'sballo' del sabato sera. A rivelarlo sono i dati della ricerca europea Espad, che lo scorso anno ha coinvolto 36 Paesi europei. «Nel 2011 - riporta l'indagine condotta in Italia dall'istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa - i consumatori di alcolici e sostanze psicotrope tra i 16enni rimangono costanti. I giovani italiani - prosegue lo studio - fanno registrare consumi sopra la media europea per quasi tutte le sostanze. Ma la sostanza illegale più sperimentata (21%) è la cannabis». «L'alcol - afferma Sabrina Molinaro dell'Ifc-Cnr - è da sempre la sostanza psicotropa maggiormente sperimentata e consumata dai sedicenni e l'Italia si trova nella 'top ten' con il 63% di adolescenti che hanno bevuto almeno una volta nell'ultimo mese, contro la media Ue del 57%. Il primato va alla Repubblica Ceca con il 79%, seguita da Danimarca (76%), Germania (73%) e Grecia (72%). Invece per il 'binge drinking', 5 o più bevute in un'unica occasione, il nostro Paese con il 35% si assesta sotto il 39% di media. E rispetto alla rilevazione del 2007, tra gli studenti italiani si registra un lieve calo». La sostanza illegale più sperimentata dagli studenti europei almeno una volta nella vita è la cannabis (hashish o marijuana). «E l'Italia - riporta lo studio - è ancora tra le prime dieci nazioni con il 21% (24% maschi e 18 % femmine) contro il 17% di media. L'uso di cannabis tra i 16enni italiani, dopo il calo registrato dal 2003 al 2007, si è stabilizzato». Iniziano ad entrare nelle preferenze dei ragazzi anche i tranquillanti e i sedativi assunti senza prescrizione medica. Gli italiani si trovano al quinto posto con il 10%, confermando il picco del 2007. La media Ue è il 6%«.

Fonte: http://www.leggo.it/news/social/alcol_droga_e_sedativi_gli_adolescenti_italiani_nella_top_ten_degli_sballati_/notizie/181776.shtml

Soldi pubblici ai terremotati e non ai partiti! - PETIZIONE AVAAZ




Al Presidente del Consiglio Monti e a tutti i leader di partito:
Vi chiediamo di dirottare ora i 180 milioni di euro attualmente destinati ai partiti per la ricostruzione delle zone terremotate dell'Emilia e de L'Aquila. Vi chiediamo inoltre di abolire il finanziamento pubblico ai partiti, che ammonta a oltre mezzo miliardo per legislatura, per reinvestire questi soldi per il bene pubblico, incluso il sostegno alle vittime di catastrofi come i recenti terremoti.

Un terremoto devastante ha colpito l'Emilia-Romagna, provocando 17 morti e rasando al suolo interi paesi. In queste ore il Parlamento sta discutendo una nuova legge, e un appello pubblico gigantesco può garantire alle vittime le risorse di cui hanno disperato bisogno.

I danni riportati sono enormi, e in tempo di crisi dobbiamo reperire risorse preziose per la ricostruzione. I partiti godono di 500 milioni di euro di finanziamento pubblico che hanno sperperato in maniera scandalosa, e ora vogliono destinare soltanto una minuscola parte di quei soldi alle vittime. Ma con alleati in Parlamento e nei media, possiamo accendere le luci su questa vergogna e costringere i partiti a dirottare il 100% di questi fondi alle vittime del terremoto.

Fra pochi giorni il Senato darà il via libero definitivo alla legge: chiediamo a Monti e ai leader di partito di fermare l'emorragia dei soldi pubblici e di dirottarli alle vittime dell'Emilia e de L'Aquila! Consegneremo la nostra petizione grazie a un Senatore proprio prima del voto. Firma ora e fai il passaparola con tutti!

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SCRIVE "ADDIO AMICI" SU FB, POI SCOMPARE.WEB SI MOBILITA PER TROVARE MARCO

Marco Bonanni, sparito a 38 anni

L'AQUILA - E' sparito lunedì mattina, poco prima delle 6, lasciando un post sulla sua bacheca di Facebook. Marco Bonanni, 38 anni, una vita normale tra amici e musica, ha fatto perdere le sue tracce dopo aver salutato i suoi contatti sul social network con queste parole: "Prima di tutto scusate ma non ho altra scelta ! Mi dispiace ma non sono in grado di portare ancora avanti tutto! Sono stato un peso per tutti ho creato solo confusione. Il peso che ho creato mi porterà sul fondo! Alzo il calice dell'addio e vi chiedo nuovamente scusa! Addio amici!". Una citazione, quella del "calice dell'addio", dei Modena City Ramblers, uno dei gruppi preferiti di Marco, che subito dopo è sparito, con la sua Saxo Bianca targata AV473PL. Dopo il post, si è diffuso sulla rete il tam tam per trovare il giovane, sulle cui tracce si sono mossi carabinieri, polizia e forestale in tutto l'Abruzzo. Nessuna traccia, finora, né del telefonino, che risulta inattivo, né dell'auto.

Fonte: Leggo