martedì 24 aprile 2012

Grillo contro la Guardia di Finanza

"Sta fomentando l'odio sociale"

Beppe Grillo approda a Conegliano, in una delle province venete a più alto tasso 'padano', e sfodera le armi tanto care al Carroccio: dalle tasse che soffocano i cittadini al balzello dell'Imu, per finire con le critiche feroci al governo Monti.

E se i controlli della Guardia di finanza vengono bollati come un modo per "instillare l'odio sociale", all'inquilino di Palazzo Chigi il leader del Movimento 5 stelle riserva epiteti che neppure il Bossi più arrabbiato aveva forse osato. "Rigor Montis" scandisce sotto la pioggia, davanti ad una platea di 5 mila persone, è "un contabile fighetta che esce dalla Bocconi e per il quale la somma di 1+1 è l'unica cosa che importa, anche se intanto lo stato sociale viene distrutto". "Fa il lavoro sporco - rincara - con l'aria di un gentleman che non tromba dal 1952". Grillo cita il caso dell'Imu. "Per cercare di calcolarlo il mio commercialista è stato costretto ad andare in analisi - dice ironico -. Al governo non sanno neanche l'aliquota perché si riservano di calibrare gli introiti in base all'entità del buco di bilancio". Parla poi degli scontri fra cittadini e forze dell'ordine, registrati anche di recente in occasione delle trasferte di alcuni ministri, per 'assolvere' gli agenti intervenuti. "Anche i poliziotti sono cittadini che prendono 1.200 euro al mese - spiega - e che hanno i coglioni pieni di dover dare bastonate alla gente". Un attacco frontale lo riserva alla politica e ai suoi protagonisti che si muovono, per Grillo, in uno scenario ormai surreale, lontano dalla realtà. "I politici sono morti - afferma - e nessuno ha il coraggio di fare come me, di venire in mezzo alla gente senza scorta, preferendo casomai chiudersi nelle sale convegni degli alberghi circondati da agenti in tenuta antisommossa". Alle recenti vicende giudiziarie del partito di Bossi e al disorientamento della base del Carroccio, il leader dei 'grillini' riserva una battuta tagliente. "Uno della Lega, molto agitato ieri mi ha detto di voler venire con noi - racconta - io gli ho risposto che per smaltire la rabbia è meglio che prima si faccia un anno alla Svp". Non ci sta a sentir dire che il suo movimento manca di spina dorsale, di un programma articolato in punti. Sotto la pioggia che scroscia estrae un i-pad ed enumera alcune voci del suo progetto politico. "I programmi di 120 pagine sono solo specchietti che nessuno legge" sostiene, ma enumera alcune delle sue proposte. Parla dell'introduzione della "class action" quale strumento di tutela ordinario dei consumatori, propone in campo l'"abolizione delle scatole cinesi in borsa" e il divieto di assumere cariche multiple nei board delle società quotate. Chiede infine di rendere illegale l'incrocio di ruoli direttivi in società finanziarie e imprenditoriali e di porre un tetto agli stipendi del management delle sigle nel listino di Piazza Affari.

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