martedì 22 maggio 2012

Azzerate le indagini, l'attentato di Brindisi resta per ora un mistero



Che si tratti del gesto di un pazzo criminale, di un atto terroristico - ipotesi che il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri non ha escluso - o di mafia - come si era ipotizzato all'inizio - rimane il fatto che quello che è successo a Brindisi rappresenta una delle pagine più tristi della nostra storia nazionale, il più vile degli attentati, che ha colpito dei ragazzi innocenti mentre si accingevano ad entrare a scuola.
Di fronte ad un'atrocità del genere e all'avanzare incerto delle indagini, che sembravano aver portato già all'individuazione del responsabile mentre adesso la Procura fa sapere che si riparte da zero, il sentimento diffuso è quello di disorientamento e i dubbi sulla matrice dell'attentato restano tanti. La mafia non colpisce, solitamente, le scuole e non usa bombole di gas per i suoi attentati: la mafia non fa una strage in un istituto scolastico, oltretutto in un periodo nel quale il suo obiettivo è approfittare della generale disaffezione alla politica per guadagnare, in qualche modo, consenso. Ma allora, chi e perché ha compiuto questo gesto? Resta, per ora, una domanda senza risposta.
Nell'attesa di dare un volto alla crudeltà umana, la città si è unita in un unico grande abbraccio nei confronti di Melissa, i cui funerali si sono celebrati ieri in una chiesa, quella di Mesagne, gremita di gente, alla presenza anche di numerose autorità tra cui il presidente del Consiglio, Mario Monti. Chi non è potuto entrare ha avuto la possibilità di seguire il funerale dai maxi schermi posizionati in piazza. La bara bianca è stata salutata con un lungo e affettuoso applauso. La madre, purtroppo assente perché ricoverata in ospedale, è stata però presente grazie al padre che ha stretto tra le sue braccia la foto della moglie. Tra la folla, in attesa nella piazza antistante la chiesa, spiccano le compagne di scuola di Melissa che indossano magliette bianche in memoria dell'amica uccisa. Toccanti le loro parole durante la celebrazione: "Il tuo banco non sarà mai vuoto", "Anche da lassù non smettere di ridere come facevi sempre".
I social network brulicano di frasi sulla legalità, sul senso della vita e la città si incontra in piazza per dire no alla violenza, no alle stragi di innocenti. In quelle centinaia di persone c’è il no di una città onesta, di un’Italia perbene, che crede nella legalità ed è unita e pronta a reagire, con coraggio e senza timore.
Le indagini non si fermano, a partire da quel video orribile che inchioda l'attentatore proprio nel momento in cui aziona, con un telecomando, l'ordigno facendolo saltare in aria. Per ora non ci sono né arresti né fermi nell’ambito delle indagini; solo due le persone ascoltate in questura nella notte del 21 maggio, ma per ora nessuno risulta essere iscritto nel registro degli indagati, così come conferma in una informativa al Senato il ministro Cancellieri. "Non ci sono indagati, né fermati, né arrestati. Vi prego di farci lavorare con serenità", ha chiesto da parte sua il capo di gabinetto della questura, Anna Palmisano. "C’è qualcuno tra voi che sta contribuendo a creare un clima di terrore", ha detto riferendosi anche alla fuga di notizie che rischia di ostacolare il corso delle indagini.
Nell'attesa di risposte, non resta che rivolgere un pensiero a Veronica e alle altre ragazze ferite, nella speranza che tornino presto a una vita normale, nei limiti del possibile. Da parte loro, gli studenti della scuola Morvillo-Falcone hanno dato un bel segnale di coraggio e determinazione riprendendo già da ieri le lezioni, seppure con il dolore nel cuore.
Da quando è successa questa tragedia, la priorità di tutti, in primis del sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, è individuare il responsabile: "Capire perché lo ha fatto e poi vederlo per sempre dietro le sbarre. Questa battaglia dobbiamo vincerla e la vinceremo: è la società civile contro i folli".

Fonte: l'Occidentale Puglia

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