martedì 17 luglio 2012

Una petizione per il compleanno di Aldro: "Firmiamo per una legge contro la tortura"



Oggi Federico Aldrovandi, il 18enne di Ferrara, ucciso la notte del 25 settembre 2005 da quattro poliziotti, condannati in Cassazione per omicidio colposo per abuso dei mezzi di contenzione, avrebbe compiuto 25 anni, e sua madre Patrizia Moretti chiede un aiuto: “Vorrei onorare la sua memoria. Firmate la petizione per una legge contro la tortura”.
“Firma la petizione - è l’appello - la consegnerò direttamente nelle mani del ministro degli Interni non appena raggiungeremo le 100mila firme”.La madre di Federico ha infatti lanciato un appello on line con una lettera accorata: “I poliziotti che hannomassacrato di botte e ucciso mio figlio 18enne Federico Aldrovandi non andranno in carcere e sono ancora in servizio. Vi prego di unirvi a me per chiedere una legge forte contro la tortura che faccia pagare le forze dell’ordine per i reati commessi e prevenga omicidi come questo”.
Perché “c’è un solo modo per evitare ad altre madri quello che ho dovuto soffrire io: adottare in Italia una legge contro la tortura. Una legge forte che spazzi via l’impunità di Stato in Italia”. La madre di Federico infatti nel suo appello sottolinea: “La morte di mio figlio non è un’eccezione: diversi abusi e omicidi commessi dalle forze dell’ordine rimangono impuniti”.
 
Patrizia Moretti cita i casi della scuola Diaz al G8 di Genova, di Stefano Cucchi, di Giuseppe Uva e Aldo Bianzino. Alcuni parlamentari - ricorda - si sono uniti all’appello, ma “per portare a casa il risultato hanno bisogno di tutti noi”. E “prima che il Parlamento vada in ferie, vi chiedo di firmare la petizione”.“Federico - ricorda la madre nella lettera - era già ammanettato quando i poliziotti lo hanno picchiato così forte da spaccare due manganelli e da mettere fine alla sua giovane vita. Dopo anni di vero e proprio calvario, la Corte di Cassazione li ha condannati per eccesso colposo a tre anni e mezzo, ma i poliziotti dovranno scontare solo 6 mesi senza farsi neanche un giorno di carcere a causa dell’indulto e incredibilmente sono ancora in servizio”.
“La perdita di mio figlio - scrive la madre - mi ha quasi distrutto, ma sono determinata a cambiare il sistema. Nessuno potrà restituirmi mio figlio, e oggi non potrò festeggiare il suo 25esimo compleanno con lui”. Ma “vorrei aiutare a prevenire la sofferenza che ho dovuto provare io per la perdita di un figlio” e “vorrei onorare la sua memoria con il vostro aiuto”.
 
“Per favore - conclude la lettera - unitevi a me e insieme costruiamo un appello assordante per una legge forte per fermare la tortura e per far espellere gli agenti responsabili di questi crimini odiosi dalle nostre forze dell’ordine. Firma la petizione e dillo a tutti i tuoi amici”. La petizione è all’indirizzo: http://www.avaaz.org/it/italy_against_torture_patrizia/?bYiwgcb&v=16106

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