martedì 30 ottobre 2012

ANNA, MALATA E DESTINATA A MORIRE A 18 ANNI. L'APPELLO DELLA MADRE: "AIUTATEMI"



Dignità, questo tutto quello che chiede la signora Angela Ambrosio, mamma di Anna. Sua figlia, 18 anni compiuti ad agosto, soffre di Klippel Trenaunay Weber, una sindrome tanto rara quanto letale: 10 casi conosciuti al mondo e nessuna cura, morte certa e inevitabile.
«Aiutatemi a prendermi cura della mia Anna». Angela lancia un appello che non significa elemosina, ma una richiesta di assistenza lecita in una società civile.

MALE INCURABILE Attualmente Anna sta attraversando una fase della malattia paragonabile a quella di un malato terminale di cancro. Dolori atroci, necrosi, sanguinamenti, infezioni, linfoangite, metastasi in tutto il corpo e aggressività in momenti dolorosissimi. Soffre di afasia Anna, ma nonostante ciò «è perfettamente consapevole di cosa le accade». A prendersi cura di lei sono la madre Angela e la sorella maggiore Pina, 22 anni. L'assistenza rischiesta è costante, così la mamma, abbandonata dal padre di Anna e dalla famiglia incapace di sostenere un simile peso, non ha mai potuto lavorare come avrebbe desiderato, mentre Pina ha rinunciato agli studi per occuparsi della sorella.

DIRITTO ALLA VITA Le tre donne sopravvivono solo grazie a un assegno di accompagnamento da 490 euro arrivato dopo una lunga trafila e a qualche lavoretto saltuario di Angela. Per le spese mensili, tra affitto e medicinali, se ne vanno 360 euro circa. Il resto basta a malapena a sopravvivere e in Campania non esistono strutture che possano dare un sostegno alla famiglia. Le autorità sono rimaste insensibili al dolore delle tre donne, e solo il Presidente Giorgio Napolitano ha teso una mano indirizzando Angela verso una cooperativa per fornire assistenza ai minori. Il lavoro è durato poco, perché lo stipendio arrivava ogni cinque mesi mentre le spese erano quotidiane. Ora che Anna ha compiuto 18 anni potrà finalmente avere diritto alla pensione di invalidità, per la quale sono in corso le lunghe pratiche burocratiche del caso.
Angela si è anche affidata alla solidarietà della società civile, ma tutto quello che chiede è il diritto alla vita e alla morte per una figlia tanto amata.

Fonte:Leggo

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