venerdì 2 novembre 2012

Identikit del pedofilo



Cosa spinge il pedofilo ad indirizzare le sue attenzioni verso i bambini? Si tratta di una malattia o di un impulso naturale? La pedofilia è considerata a tutti gli effetti un disturbo mentale, infatti la ritroviamo nel DSM IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) tra le Parafilie (esibizionismo, feticismo, voyeurismo, ecc.). Tuttavia i pedofili, solo raramente, riconoscono di avere un problema infatti, se vengono scoperti, giustificano i propri comportamenti e li minimizzano, sostenendo di “amare i bambini”. Il pedofilo non è facile da individuare perché non si presenta come un “mostro”, anche se commette atti mostruosi, ma ha un viso familiare: può essere il padre, lo zio, il nonno, un amico dei genitori del bambino, un vicino di casa, un educatore, un allenatore e così via. Il pedofilo si mostra gentile e affettuoso e mira ad instaurare un rapporto di dipendenza affettiva con la sua vittima. Utilizza l’arma del ricatto per non essere scoperto e quindi costringe il bambino a non svelare il loro “segreto”. Posto in questa condizione, il bambino abusato non è in grado di ribellarsi e vive questa situazione con grande angoscia e paura. Si sente in colpa e non riesce più a capire cosa è giusto e cosa è sbagliato. Il comportamento patologico del pedofilo scaturisce dal bisogno di ferire e dominare l’altro o da una vecchia ferita causata da maltrattamenti o violenze subite durante l’infanzia. Il passato del pedofilo è, quindi, segnato da storie di sofferenza, rimosse e negate, riguardanti violenze sessuali e/o maltrattamenti subiti in età infantile e adolescenziale. Sono persone che hanno subito umiliazioni e soprusi e che in età adulta, spinti dal desiderio di vendetta, utilizzano la perversione per rimettere in atto l’antico trauma infantile, rivestendo questa volta il ruolo del persecutore. Non sempre il pedofilo usa violenza nei confronti delle sue vittime, ma può limitarsi a spogliarle, toccarle, masturbarsi in loro presenza. Queste modalità non riducono minimamente i danni psicologici che subiscono le vittime. I bambini abusati, oltre ad essere ricattati e costretti al silenzio da parte dei propri carnefici, si sentono spesso abbandonati anche dalla propria famiglia. Nei casi di abuso intrafamiliare, infatti, spesso i familiari, compresa la madre del bambino, sono consapevoli di ciò che accade ma preferiscono tacere per paura di distruggere la famiglia. Succede spesso che le madri facciano finta di non vedere, alleandosi con l’adulto abusante, facendo così sentire il bambino solo e abbandonato. E’ chiaro che tutto questo lascia un segno indelebile nel bambino, che nella maggior parte dei casi diventerà un adulto problematico e spesso abusante. Per rivolgere i propri quesiti alla dottoressa Francesca Leopardi è possibile inviare una email all’indirizzo francesca.leopardi@libero.it. Le risposte saranno pubblicate www.corrieredelgiorno.com. La dott.ssa Francesca Leopardi, Psicologa, Psicoterapeuta, Esperta del settore, già docente di Psicologia generale e Psicologia dell’età evolutiva presso la Scuola Pugliese di Formazione alla Consulenza familiare, dal 2007 svolge l’attività di consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Taranto nei procedimenti di separazione, divorzio e affidamento dei minori.

Fonte: Corriere del Giorno

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