venerdì 2 novembre 2012

PIACENZA: SCONTRI TRA FORZE DELL'ORDINE E FACCHINI IKEA, ALCUNI FERITI - VIDEO



 Ikea, dopo gli scontri di questa mattina ha dichiarato: «in relazione a quanto riportato oggi da diversi media che le attribuiscono un coinvolgimento diretto nella vertenza che sta dando luogo ad incidenti in prossimità della propria piattaforma logstica», ribadisce che «i lavoratori aderenti al sindacato Si Cobas che stanno dimostrando di fronte alla nostra sede logistica di Piacenza non sono dipendenti Ikea ma del fornitore di servizi Consorzio Cgs a cui fanno capo le cooperative Cristall, Euroservizi e San Martino». «Ikea - prosegue la nota - ha chiesto al Consorzio Cgs, così come a tutti i propri fornitori, l'osservanza delle condizioni contrattuali dei propri lavoratori. Nelle verifiche fatte al Consorzio durante le attività di controllo ha sempre riscontrato disponibilità ad adeguarsi agli standard richiesti, al confronto e al miglioramento. Cgs ha inoltre sempre partecipato ai tavoli istituzionali per le opportune verifiche. Ikea da 11 anni si è dotata di un proprio codice di condotta che ha stabilito requisiti chiari per tutti i suoi fornitori in merito al rispetto sociale ed alle condizioni di lavoro (la salute e la sicurezza dei lavoratori, rispetto delle prescrizioni sulle strutture e i luoghi di lavoro) e alle condizioni contrattuali dei lavoratori in tema di salario, orario di lavoro, benefit, rifiuto del lavoro minorile e del lavoro forzato».

LE PROTESTE Dal presidio pacifico al blocco degli ingressi fatto sdraiandosi davanti ai cancelli, fino ai disordini e ai dodici feriti di oggi. La tensione davanti ai capannoni dell'Ikea di Piacenza, polo logistico per la distribuzione nel Nord Italia, cresce di giorno in giorno. Da due settimane i facchini del consorzio Cgs - in gran parte stranieri - che aderiscono ai sindacati Cobas, hanno avviato una protesta focalizzata sulle condizioni salariali e su presunte discriminazione in ambito sindacale.
Protesta sospesa almeno fino a lunedì in vista di nuovi incontri la prossima settimana. «È un copione già visto in altre battaglie affrontate in questi anni nel mondo delle cooperative - affermano i portavoce dei manifestanti - buste paghe non veritiere, non pagamento del dovuto, carichi di lavoro inaccettabili, inagibilità sindacale, non applicazione del già misero contratto di lavoro». Ma per qualche decina di facchini che protesta e tenta di impedire l'ingresso dei colleghi, nonchè dei camion che portano dentro e fuori le merci di Ikea, ce ne sono tanti altri che chiedono di poter lavorare regolarmente e non sottoscrivono lo sciopero. Dopo i disordini dei giorni scorsi, con feriti lievi sia tra i manifestanti che tra le forze dell'ordine, e la pausa festiva di ieri, anche oggi all'alba i facchini - appoggiati da decine di ragazzi provenienti dai centri sociali - hanno impedito ai colleghi di entrare in azienda con i pullman attrezzati già da qualche giorno per evitare danneggiamenti di vetture private e scontri tra lavoratori.

GLI SCONTRI CON LA POLIZIA Tra spintoni e l'intervento di Polizia e Carabinieri, un facchino è finito nel falò acceso davanti ai cancelli ed è rimasto ustionato in modo non grave: è stato immediatamente portato all'ospedale in ambulanza e medicato. Alla fine i pullman hanno potuto varcare i cancelli degli stabilimenti di Le Mose, nel polo logistico alla periferia Sud della città, scortati dai mezzi della Polizia. Ma alle dieci il presidio di protesta è tornato ad occupare i cancelli di ingresso per impedire l'accesso e l'uscita dei camion che caricano e scaricano la merce del colosso svedese. Nemmeno l'intervento del sindaco di Piacenza Paolo Dosi (Pd) e dell'assessore al Lavoro Luigi Rabuffi (Prc) è riuscito a convincere i manifestanti a desistere. «Sono a conoscenza della situazione e mi faccio garante per un incontro che avverrà oggi stesso», ha detto Dosi alle persone sdraiate a terra davanti ai cancelli. Ma nessuno si è spostato e a questo punto il questore Rino Germanà, presente sul posto, ha ordinato che i manifestanti fossero portati via di lì, azione inizialmente pacifica ed alla quale il questore stesso ha partecipato in prima persona. Ma durante lo sgombero la tensione è presto salita e sono iniziati gli scontri nel corso dei quali le forze dell'ordine hanno dovuto ricorrere a cariche e all'uso di gas lacrimogeni: dodici persone (tra cui due poliziotti) sono rimaste ferite.

LE RICHIESTE Per mediare le richieste dei lavoratori che protestano è arrivato questa mattina a Piacenza anche Khaled Mamdouh Shoukry Sheir, viceconsole generale d'Egitto a Milano, in considerazione del fatto che molti dei facchini coinvolti nella vicenda sono di quella nazionalità. Nel primo pomeriggio la situazione sembrava tornata ad una relativa normalità, ma i manifestanti sono rimasti vicini ai cancelli di Ikea tenuti a bada da decine di agenti di polizia e carabinieri. Nel frattempo è iniziato a palazzo Farnese un tentativo di mediazione tra le parti. Presenti il sindaco Paolo Dosi e l'assessore Luigi Rabuffi, oltre ai rappresentanti di sindacati, lavoratori e del consorzio di cooperative che gestisce il magazzino di Ikea a Le Mose. Le parti sono però molto distanti. Si ricontreranno, con proteste sospese, la prossima settimana. I Cobas chiedono che tutti i facchini siano reintegrati, senza trasferimenti.

Fonte:Leggo
 

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