venerdì 12 ottobre 2012

Bimbo Padova, il governo chiede scusa: "Non adeguato il comportamento degli agenti"



Il sottosegretario De Stefano: "Intervento necessario ma il contesto avrebbe dovuto suggerire diverse modalità operative". Dello stesso parere Schifani: "Ci sono modi e modi". In passato la madre del minore aveva reso impossibile l'esecuzione del provvedimento in due occasioni



 "La scena del trascinamento del minore richiede che vengano espresse anche le scuse del governo". Così il sottosegretario all'Interno, Carlo De Stefano, ha espresso il rincrescimento dell'esecutivo riferendo alla Camera sul caso del bambino di Padova. "La crudezza di quelle immagini - ha detto De Stefano - offusca e rischia di far dimenticare tutti gli altri casi in cui le forze di polizia operano a tutela dei più fragili e indifesi".
De Stefano giudica il comportamento dei poliziotti "non adeguato a un contesto ambientale difficile e ostile che avrebbe potuto suggerire altre modalità operative". 

Il sottosegretario ha fatto esplicito riferimento anche alla reazione dell'ispettore capo di Polizia di fronte alla richiesta del papà del bambino di esibire il provvedimento giudiziario: "L'ispettore ha replicato con espressioni non professionali" ha detto De Stefano. 

L'esponente del governo ha ricordato, durante il suo intervento alla Camera dei Deputati, che è immediatamente scattata un'inchiesta interna per "verificare le cause del comportamento degli agenti". 

De Stefano ha tuttavia definito necessario l'intervento delle forze dell'Ordine: "Chiunque ha visto quelle immagini ha provato sdegno e disagio ma l'intervento della Polizia era determinato dalla necessità di dare assistenza agli operatori sociali per attuare il provvedimento giudiziario adottato a tutela del minore".

Schifani: "Scene impossibili da dimenticare"
Il presidente del Senato, Renato Schifani, interviene su quanto accaduto a Cittadella mercoledì mattina: "Abbiamo visto le terribili immagini di quel bambino, sottratto in modo estremamente violento alla propria serenità. Ci ha indignato tutti: non possiamo dimenticare quella visione e quelle scene". La seconda carica dello Stato poi aggiunge: "I provvedimenti dell'autorità giudiziaria si rispettano ma vi sono modi e modi per eseguire determinati provvedimenti".

"La madre bloccò per due volte l'esecuzione del provvedimento"
In Aula alla Camera, il sottosegretario all'Interno De Stefano ha ricostruito quanto accaduto nella mattinata di mercoledì spiegando che "il papà del bambino aveva comunicato via mail all'ufficio minori di aver ricevuto notizia che la Corte d'appello di Venezia aveva rigettato l'istanza della madre del bimbo con cui si chiedeva la sospensione dell'atto che disponeva l'allontanamento del minore dalla famiglia materna per andare in una comunita". A quel punto, l'ufficio minori e i servizi sociali avevano "valutato l'opportunita'" di eseguire immediatamente l'intervento "per evitare che la madre potesse, come già avvenuto altre due volte, rendere impossibile l'esecuzione del provvedimento".

De Stefano ha rivelato che in due precedenti occasioni Ombretta Giglione, madre del bambino protagonista della vicenda, aveva reso impossibile l'esecuzione del provvedimento dei magistrati che prevedeva l'allontanamento del minore dall'ambiente materno.

"La scuola era il luogo più idoneo"
Proprio il fallimento dei precedenti tentativi di esecuzione del provvedimento hanno convinto della necessità di intervenire a scuola, "il luogo piu' idoneo per l'intervento", in quanto "ambiente neutro rispetto alla casa familiare, dove i precedenti tentativi erano stati vanificati dalla resistenza del bambino, fortemente supportato dai componenti la famiglia materna, in particolare la zia ed il nonno" ha spiegato De Stefano.

Una volta giunti a scuola, personale della Polizia, dei Servizi sociali e il padre del bambino hanno deciso, dopo aver parlato con la direttrice dell'istituto, di far uscire il minore dall'aula "per prepararlo all'accompagnamento" ha detto De Stefano. Il bambino si sarebbe rifiutato di uscire, per cui sono stati allontanati gli altri alunni.

Nel corridoio, ha riferito ancora il sottosegretario, "la reazione del minore è diventata ancora più energica, sfociando in manifestazioni a carattere violento anche nei confronti del genitore e degli operatori intervenuti". Uscito dall'ingresso secondario dell'edificio scolastico, ha invocato "con urla l'intervento dei familiari della madre", giunti "muniti di telecamere, come avvenuto in precedenti circostanze".

Fonte:TGCom 24

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