lunedì 30 aprile 2012

VANESSA SCIALFA, LA LETTERA DELL'EX:"AVREI VOLUTO PROTEGGERTI"


ENNA - «Ho vissuto ogni giorno con la paura che potesse capitare qualcosa, che qualcuno ti potesse portare via da me. Con la mia stupida gelosia forse ti ho perso, ma ti assicuro che l'ho fatto solo per te per proteggerti per non permettere a nessuno di farti del male. Mi manchi tanto. Ne abbiamo combinate tante assieme, belle e brutte, abbiamo sorriso e pianto ma pur sempre insieme». Lo scrive Alessandro, l'ex fidanzato di Vanessa Scialfa, in una lettera che è stata letta da un amico al termine del funerale.
La giovane sarebbe stata strangolata dal suo nuovo fidanzato, Francesco Lo Presti, proprio per avere pronunciato il nome del suo ex in un momento di intimità. «Che questo viaggio sia per te una nuova avventura. Sorridi come hai sempre fatto - scrive ancora Alessandro - perchè un giorno ci rivedremo. Sei diventata l'angelo di tutti noi, sei entrata nel cuore delle persone che ti vogliono bene, sei l'angelo piu bello».

PARROCO CHIEDE IL PERDONO «Gesù perdona lui perchè non ha saputo amare, non ha saputo capire ciò che invece lei aveva saputo fare». Lo ha detto Don Franco Greco nell'Omelia del funerale di Vanessa Scialfa, 20 anni, strangolata dal convivente Francesco Lo Presti, al Duomo di Enna. «Fa rabbia - ha aggiunto il sacerdote - per come Vanessa ha conclusa la sua breve vita terrena, una rabbia che deve portarci a riflettere. Siamo stati sconfitti perchè purtroppo la scelta di vita che stiamo facendo non propone il vero, il giusto e allora basta un niente per distruggere tutto. Possiamo considerare Vanessa una martire dell'amore. Lei purtroppo per questo suo amore ha dovuto immolare la sua vita

Fonte: http://www.leggo.it/news/cronaca/vanessa_scialfa_la_letter%20_dellex_avrei_voluto_proteggerti_foto/notizie/177816.shtml

CASO CUCCHI, ASSOLTO UN FUNZIONARIO.LA SORELLA: "COSÌ È MORTO DUE VOLTE"


ROMA -  È stato assolto nel processo di secondo grado Claudio Marchiandi, il funzionario del Prap (Provveditorato regionale amministrazione penitenziaria) condannato con rito abbreviato in primo grado a due anni di reclusione dal gup Rosalba Liso (il 25 gennaio 2011) nell'ambito del processo sulla morte di Stefano Cucchi, il 31enne fermato per droga il 15 ottobre 2009 e morto una settimana dopo nel reparto di medicina protetta dell'ospedale Sandro Pertini di Roma. Lo hanno deciso i giudici della III Corte d'Appello, presieduta da Laura Cerini, dopo circa due ore di camera di consiglio. Accolta così la tesi della difesa, rappresentata dall'avvocato Oliviero De Carolis, respinta invece la richiesta del pg che, la scorsa udienza, aveva chiesto al collegio di confermare la condanna per falso e favoreggiamento e di assolvere l'imputato invece per l'accusa di abuso d'ufficio.

GLI ALTRI IMPUTATI Altre dodici persone coinvolte nella stessa vicenda (sei medici, tre infermieri e tre agenti della polizia penitenziaria) sono invece sotto processo con rito ordinario davanti alla III Corte d'Assise. Secondo l'accusa Marchiandi avrebbe concorso alla falsa rappresentazione delle reali condizioni di Stefano Cucchi per consentire il suo ricovero al Pertini, di aver abusato del suo ruolo elaborando personalmente fuori orario di lavoro in ospedale la richiesta di disponibilità del posto letto, di avere aiutato gli agenti della penitenziaria a eludere le indagini. «Siamo contenti per la decisione della Corte d'Appello - ha commentato l'avvocato De Carolis - sarebbe comunque importante conoscere la verità. Lo dobbiamo a Stefano Cucchi e speriamo che sulla sua morte sia fatta luce». «Rispettiamo la decisione dei giudici - ha detto Giovanni Cucchi, padre di Stefano - perché per come era stata impostata l'accusa non c'erano i presupposti per giungere ad una decisione diversa. I nostri legali ci avevano preparato a questa assoluzione. Ce l'aspettavamo quindi ma restiamo comunque molto amareggiati. Con l'ipostazione che la Procura ha dato a questa vicenda ci stanno portando al massacro, stanno uccidendo di nuovo Stefano. Adesso speriamo che nel processo principale la superperizia che sarà disposta sia equa e che porti ad una verità che fino ad oggi non è arrivata».

«IL FATTO NON SUSSISTE» In particolare Marchiandi è stato assolto con la formula «perché il fatto non sussiste». Ora si attende l'esito del processo principale. Per la prossima udienza, fissata per il nove maggio, i giudici della III Corte d'Assise, presieduti da Evelina Canale, affideranno ad un gruppo di esperti l'incarico di svolgere una nuova perizia per far luce sulle cause della morte di Stefano Cucchi. Lesioni aggravate, abuso di autorità nei confronti di arrestato, falso ideologico, abuso d'ufficio, abbandono di persona incapace, rifiuto in atti d'ufficio, favoreggiamento, omissione di referto, sono i reati contestati, a seconda delle singole posizioni processuali, agli imputati dai pm Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy. Sono i reati contestati, a seconda delle singole posizioni processuali, alle dodici persone sul banco degli imputati nel processo principale.

LA SORELLA: «CI PORTANO AL MASSACRO» «I pm ci stanno portando al massacro come il nostro avvocato aveva previsto un anno fa. Questo accade quando si vogliono dare contentini e non verità». Lo afferma Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, commentando l'assoluzione in Corte di Appello, perchè il fatto non sussiste, per il funzionario del Prap (Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria) Claudio Marchiandi, che con il rito abbreviato era stato condannato in primo grado nell'ambito del processo per la morte del ragazzo. «Noi abbiamo sperato nella conferma della condanna di colui che ha fatto in modo che Stefano, ferito, venisse nascosto agli occhi di tutti e soprattutto ai nostri occhi, facendolo ricoverare al Pertini - afferma Ilaria Cucchi - Ma il nostro avvocato ci aveva avvisati. All'udienza preliminare si è rivolto ai pubblici ministeri dicendo queste precise parole 'cambiate il capo d'imputazione. La famiglia Cucchi non vuole contentini ma solo verità e giustizià. Infine si era girato verso di loro dicendo 'non portateci al massacro. Vedete tutti questi valenti avvocati? Ci faranno a pezzi con questo capo d'imputazionè». «Noi siamo normali cittadini che pagano le tasse e rispettano la legge. Abbiamo chiesto alla procura di avere copia della fonoregistrazione di quell'intervento per farlo ascoltare ma ci è stata inspiegabilmente negata - prosegue - Comprendiamo questa sentenza che era stata prevista anche dal nostro avvocato».

«Quello che non comprendiamo è l'atteggiamento della procura di Roma - sottolinea Ilaria Cucchi - Tutti possono sbagliare o accorgersi che le proprie idee o convinzioni vengano superate o corrette dagli eventi processuali e non. Ma perchè questo per principio non 'devè mai accadere ai pm?». «Perchè noi dobbiamo assistere ad alleanze strane quanto incomprensibili tra pm e difese a seconda dei momenti e degli accadimenti, ma comunque sempre contro di noi? Attendiamo con fiducia la nomina dei periti del processo principale - prosegue - Quando ne conosceremo l'identità capiremo meglio ciò che dalla giustizia ci verrà riservato. Immagino che ora, come le vittime di piazza della Loggia, dovremmo anche noi pagare le spese processuali. Ma i pm? Rispettiamo questa sentenza». «Lo spettacolo a cui assistiamo quando i pm fanno comunella con gli avvocati delle difese è indecoroso - continua - E poi si oppongono alle domande pertinenti del nostro avvocato che potrebbero far emergere la verità. E tutto questo solo per portare avanti la questione di principio piuttosto che ammettere di aver sbagliato tutto. Imputati sbagliati. Capi d' imputazione sbagliati. E nessun rispetto per la morte di Stefano, per il nostro dolore e per la verità. Spero che i giudici porranno fine a tutto questo».

Fonte: http://www.leggo.it/news/cronaca/caso_cucchi_assolto_un_funzionario_la%20sorella_cosi_e_morto_due_volte_/notizie/177789.shtml

ABORTO volontario è un OMICIDIO



"Ogni volta che l'avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me".   (MATTEO 25,40)

"L'aborto è un grave peccato. Dovete aiutare molto le donne che hanno abortito. Aiutate loro a capire che è un peccato. Invitatele a chiedere perdono a Dio e ad andare a confessarsi. Dio è pronto a perdonare tutto, poiché la sua misericordia è infinita. Cari figli, siate aperti alla vita e proteggetela." (1 SET 1992)
"I bambini uccisi nel seno materno sono ora come piccoli angeli attorno al trono di Dio." (3 SET 1992)
"Milioni di bambini continuano a morire a causa dell'aborto. La strage degli innocenti non è avvenuta soltanto dopo la nascita di mio Figlio. Si ripete ancora oggi, ogni giorno." (2 FEB 1999)
   (MADONNA DI MEDJUGORJE - Messaggi durante apparizioni ai veggenti)

"L'aborto procurato è l'uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita".
   (GIOVANNI PAOLO II - Evangelium Vitae, Città del Vaticano 1995, n. 58)

"Per questo è necessario aiutare tutte le persone a prendere coscienza del male intrinseco del crimine dell'aborto che, attentando contro la vita umana al suo inizio, è anche un'aggressione contro la società stessa..."
   (PAPA BENEDETTO XVI - L'Osservatore Romano - 4 Dicembre 2005)

"Basterebbe un giorno senza nessun aborto e Dio concederebbe la pace al mondo fino al termine dei giorni."
   (SAN PADRE PIO - risposta ad una domanda del Dott.Lotti)

"Mi sembra chiaro come la luce del giorno che l'aborto è un crimine."
   (MAHATMA GANDHI)

La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. "Chi procura l'aborto, se ne consegue l'effetto, incorre nella scomunica latae sententiae" (Canone 1398), "per il fatto stesso d'aver commesso il delitto" (Canone 1314) e alle condizioni previste dal diritto. La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all'innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta la società.
   (2272 - CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA)

«"[...] Sento che oggigiorno il più grande distruttore di pace è l'aborto, perché è una guerra diretta, una diretta uccisione, un diretto omicidio per mano della madre stessa. [...] Perché se una madre può uccidere il suo proprio figlio, non c'è più niente che impedisce a me di uccidere te, e a te di uccidere me. [...]"» (da "Nobel lectures", "Peace" 1971-1980, 11 dicembre 1979)
"Noi combattiamo l’aborto con l’adozione. Se una madre non vuole il suo bambino, lo dia a me, perché io lo amo".
   (BEATA MADRE TERESA DI CALCUTTA)

"Sono traumatizzato della legalizzazion dell'aborto perchè la considero, come molti, una legalizzazione dell'omicidio."
Pier Paolo Pasolini - gennaio 1975

La rabbia sociale male del secolo



L'ondata dell'antipolitica si sta ingrossando e proviene da destra, da sinistra e anche dal profondo della società, indipendentemente dalle etichette politiche di originaria appartenenza.

L'ondata ricorda lo "tsunami", si verifica a lunghi intervalli, è capace di produrre distruzioni e danni enormi ma con la stessa velocità con cui arriva si placa lasciando tuttavia dietro di sé un cumulo di rovine.

L'onda lunga è invece quella degli oceani, un moto naturale delle acque che alimenta la vita del mondo marino e terrestre e dell'atmosfera che ci circonda e ci sovrasta. Se vogliamo utilizzare questi fenomeni per meglio comprendere quanto sta accadendo da qualche anno nelle economie dell'Occidente, possiamo dire che allo "tsunami" dell'antipolitica fa riscontro l'onda lunga della politica. Ma dobbiamo anche aggiungere che in alcuni paesi l'ondata antipolitica è più frequente che in altri. L'Italia è uno di questi; l'antipolitica da noi è quasi un fatto permanente e minaccioso d'una società che ha conosciuto assai tardivamente lo Stato e lo ha visto sempre come una potenza ostile da combattere e da frodare.

I democratici di buona volontà dovrebbero dunque sforzarsi di rinnovare e rafforzare l'onda lunga della politica, cioè di una consapevole visione del bene comune da opporre allo "tsunami" dell'antipolitica. Accade invece che la politica galleggi su acque stagnanti e paludose, infestate da miasmi e malarie.

Ho più volte ricordato in questi mesi che c'è un punto preliminare da cui dobbiamo prender le mosse: l'economia globale ha messo in contatto tra loro le masse di persone che vivono in paesi di antica opulenza e le masse che abitano paesi di antica povertà.

Questi due campi di forze così diversi e finora refrattari tra loro sono entrati in comunicazione ormai permanente e crescente e questa comunicazione ha creato un improvviso squilibrio nell'uno e nell'altro campo. La tendenza ad un nuovo equilibrio crea un trasferimento inevitabile di benessere dai paesi ricchi a quelli poveri o meno ricchi e quel trasferimento è destinato a continuare fino a quando l'equilibrio tra i due campi non sarà stato raggiunto.

Ci sono molti strumenti economici e politici per ridurre i costi sociali di questo percorso che tuttavia resta un dato di fondo al quale è del tutto inutile ribellarsi.


Ribadita questa premessa, veniamo ai fatti rilevanti di questa fase. L'evento principale è la vittoria del socialista Hollande al primo turno delle presidenziali francesi, la forte probabilità della sua elezione al secondo turno e la contemporanea comparsa del neo-lepenismo di massa (18 per cento dei voti espressi) che potrà notevolmente influire sul formarsi d'una nuova destra populista e anti-europea.

Se Hollande sarà proclamato Presidente della Repubblica domenica prossima, sappiamo già che il suo primo incontro dopo la formazione del governo sarà quello con Angela Merkel con l'obiettivo di costruire su nuove basi il patto di amicizia che lega le due maggiori nazioni europee.

Hollande punta sulla crescita dell'economia europea, ma anche la Merkel punta sulla crescita. Prima lo diceva con voce sommessa, ora lo dice con voce alta e sicura. Con la stessa voce alta e sicura lo dice anche Mario Draghi e anche il nostro Mario Monti, sostenuto in questa sua linea da tutti e tre i partiti che appoggiano il suo governo. E perciò crescita crescita crescita. Ma con quali strumenti per ottenerla? E con quali tempi necessari a vederne gli effetti?


Gli strumenti proposti da Hollande sono di ottenere l'esenzione delle spese per investimenti dal patto di stabilità fiscale voluto dalla Germania e approvato dalle Autorità europee; ottenere l'emissione di "project bond" per finanziare infrastrutture europee; accrescere le risorse del bilancio europeo amministrato dalla Commissione di Bruxelles e aumentare le risorse della Banca d'investimento (Bei) destinate anch'esse a specifici progetti di infrastrutture inter-frontaliere.

Le richieste francesi sono in larga misura condivise dalle Autorità di Bruxelles. La Germania - e la Bce di Draghi - ne condividono alcune ma escludono i "project bond" e sono molto caute sugli investimenti della Bei. Mario Monti si colloca a metà strada tra le richieste di Hollande e le probabili risposte negative della Merkel ad alcune di esse. In più Monti aggiunge la richiesta dei diciotto paesi dell'Unione di aumentare l'intensità delle liberalizzazioni sul mercato dei servizi in tutta l'area dell'Unione.

Il negoziato - sempre che Hollande vinca il secondo turno delle presidenziali - avverrà tra l'8 maggio e le riunioni dei vertici europei di fine giugno. Un compromesso positivo è molto probabile. Per quanto riguarda l'Italia l'esito del negoziato ha grande importanza ma non esaurisce i nostri problemi politici, economici e sociali. Restano infatti da risolvere le maggiori tutele sociali (esodati), la tenuta dei partiti della "strana maggioranza" e i loro reciproci conflitti; l'esito politico delle amministrative del 6 e 7 maggio; la riforma della legge elettorale; gli strumenti da adottare nella lotta contro la recessione; l'approvazione della riforma del lavoro; la "governance" della Rai. E scusate se è poco.

Tralascio di approfondire i temi di questo lungo elenco che sono stati già ampiamente esaminati su queste pagine nei giorni scorsi. Ma ce n'è uno che tutti li contiene e può determinarne l'esito; riguarda l'atteggiamento dei partiti che appoggiano l'attuale governo. Essi temono che l'ondata antipolitica, già prossima ad intercettare il 20 per cento dei voti stando ai sondaggi, possa ulteriormente crescere fino a rappresentare un quarto dei voti espressi e a creare anche una diffusa astensione, tale da ridurre fino al 60 per cento il numero degli elettori che andranno alle urne. Il combinato disposto tra astensioni e voti antipolitici produrrebbe un colpo estremamente grave per i partiti "costituzionali" (chiamiamoli impropriamente così) e metterebbe in serio periglio la stessa sopravvivenza della democrazia parlamentare.

La tentazione di anticipare il voto al prossimo ottobre traluce ormai da ripetute sortite e rende più incerta l'azione del governo e l'andamento dei mercati. D'altra parte la preoccupazione dei partiti è comprensibile. L'"impasse" in cui si trovano è di difficilissima soluzione: anticipare il voto rischia di squalificarli ancora di più e getterebbe il paese in una fase d'insicurezza assai grave; aspettare ancora un anno fino alla scadenza naturale della legislatura prolungherebbe però la loro cottura a fuoco lento. Qual è dunque la soluzione del rebus?

Una soltanto: i partiti che chiamiamo costituzionali votino intanto una legge elettorale che abolisca il premio di maggioranza o lo faccia scattare soltanto per chi superi il 40 per cento dei voti, ponga una soglia alta (5 per cento) per entrare in Parlamento, vieti le coalizioni elettorali, abolisca dalla scheda elettorale il nome del leader, prenda a modello la legge elettorale tedesca applicata a collegi di piccole dimensioni come previsto dalla legge spagnola.

Nel frattempo il governo, ricevuta l'assicurazione formale e solenne della sua permanenza in carica fino al termine della legislatura, adotti una serie di provvedimenti capaci di accrescere le tutele sociali estendendone la durata e ampliandone la sfera d'applicazione, tagli le spese improduttive e persegua - come sta già energicamente facendo - il recupero dell'evasione fiscale; cartolarizzi una parte del patrimonio pubblico vendibile e mandi avanti il pagamento del debito pregresso verso le imprese fornitrici.

Con le risorse prodotte con questi interventi, diminuisca le imposte sul lavoro, aumenti i crediti d'imposta per investimenti destinati a innovazioni e ricerca, rilanci l'apertura dei cantieri edilizi e introduca sgravi d'imposta sui redditi medio-bassi del lavoro dipendente.

Le risorse recuperabili dalle fonti sopra indicate possono arrivare sicuramente a 80 miliardi, forse a cento e quindi sono in grado di produrre un allentamento della tensione sociale in attesa che le liberalizzazioni e la riforma pensionistica producano gli attesi effetti sul gettito delle entrate.

Questi interventi-ponte sono oltremodo necessari e urgenti per diminuire o almeno non far aumentare il tasso di rabbia sociale che, se lasciato alla deriva, può creare uno sconvolgimento economico con i relativi effetti sui mercati finanziari.

Chi si preoccupa soltanto dello "spread" e considera la rabbia sociale come un fenomeno marginale e sopportabile, non coglie un aspetto fondamentale del problema. La "polis" deve tenere nello stesso conto le leggi economiche e le dinamiche sociali da esse provocate; non a caso i classici della scienza economica, a cominciare da Adam Smith, insegnavano filosofia morale. Chi si proclama "smithiano" dovrebbe almeno studiare il pensiero e la formazione culturale del suo autore di riferimento prima d'impegnarsi sui precetti del liberismo senza se e senza ma.

Un'ultima osservazione: il presidente Monti punta giustamente sull'aumento della produttività delle imprese e sulla loro competitività. Mi auguro che non cada nell'errore di far coincidere l'aumento della produttività con la diminuzione del costo del lavoro. Quest'ultimo è soltanto uno dei componenti d'una maggiore produttività e neppure il più importante. I più importanti sono l'innovazione dei prodotti e dei processi di produzione e dipendono sia l'uno che l'altro dagli imprenditori e non dai lavoratori. Quanto al costo del lavoro dipendente esso deriva in buona parte dalla differenza tra salario lordo e salario netto. In questo caso la sua diminuzione si verifica con un taglio del cosiddetto cuneo fiscale e cioè con la fiscalizzazione dei contributi. Sono sicuro che il professor Monti queste cose le conosce molto meglio di me e agirà quindi di conseguenza.
Fonte: http://www.repubblica.it/politica/2012/04/29/news/la_rabbia_sociale_male_del_secolo-34131671/

VIOLENTAVA MINORENNI A RAGUSA:STUPRATORE SERIALE FERMATO IN ROMANIA



Il modus operandi era sempre lo stesso: aggrediva alle spalle giovani donne, spesso minori, la mattina presto, sempre tra le 7 e le 7.30. Poi le molestava, toccandole e spesso masturbandosi in strada, infine le scaraventava a terra e fuggiva. Sono almeno dieci i casi di aggressione e violenza che la Squadra Mobile di Ragusa contesta al latitante romeno di 25 anni che è stato arrestato ieri mattina in Romania, grazie alla collaborazione con l'Interpol. Il 25enne agiva sempre nelle stradine del centro di Ragusa, dove si concentrano diverse scuole. Grazie alle testimonianze di tre vittime, che sono riuscite a vederlo in faccia, la Squadra Mobile è riuscita a individuarlo. Il romeno nel frattempo si è reso irreperibile. A quel punto il gip del tribunale di Ragusa, su richiesta del pm, ha emesso un mandato di arresto europeo. Le accuse nei confronti del 25enne, bloccato ieri dalla polizia romena che entro due settimane sarà estradato in Italia, sono violenza sessuale aggravata da lesioni e atti osceni in luogo pubblico.

Fonte: http://www.leggo.it/news/cronaca/violentava_minorenni_a_ragusa_stupratore%20seriale_fermato_in_romania/notizie/177735.shtml

Napoli: portiere perde lavoro e casa, disperato si impicca



 Il suo lavoro era fare il portiere in uno stabile del centro di Napoli, zona corso Garibaldi, ma l'aveva perso. Nel 2011, infatti, gli era arrivata una lettera di licenziamento e avrebbe dovuto lasciare il suo posto ad ottobre 2012, anche se aveva avviato un contenzioso legale. In piu', il 'basso' in cui viveva, in corso Garibaldi, era stato pignorato e una agenzia immobiliare ne stava valutando la messa sul mercato, la madre e' morta da poco, e i figli vivevano al Nord. Piu' di una causa dunque dietro il suicidio per impiccagione dell'uomo trovato cadavere dai vigili del fuoco. I vicini lo descrivono come persona schiva e riservata, ma che non sembrava avere problemi economici. La polizia continua a scavare nella vita dell'uomo e sta avvisando i familiari. Un fratello dovrebbe risiedere in un quartiere vicino.

Fonte: http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201204301223-ipp-rt10073-napoli_portiere_perde_lavoro_e_casa_disperato_si_impicca

Ragazza violentata da due stranieri sul treno regionale Milano-Modena


La 31enne è scesa a Lodi e ha avvisato i carabinieri: arrestati un nordafricano e un tedesco. Avevano dell'hashish

Un nordafricano di 23 anni e un cittadino tedesco di 29 sono stati arrestati dai carabinieri a Lodi per violenza sessuale di gruppo, sequestro di persona, ingiuria e detenzione di stupefacenti. Secondo quanto ha denunciato una donna di 31 anni, la sera dello scorso venerdì i due l'hanno violentata nello scompartimento di un treno regionale, che era partito da Milano Rogoredo ed era diretto a Modena. La donna è scesa alla stazione di Lodi, dove ha chiamato le forze dell'ordine. Gli stranieri, trovati in possesso di un etto di hashish occultato in uno zaino, sono stati sottoposti lunedì mattina in carcere all'interrogatorio di convalida dell'arresto.

"VANESSA FINITA CON LA CANDEGGINA".L'AUTOPSIA: "NON AVEVA ASSUNTO DROGHE"



ENNA - L'autopsia sul cadavere di Vanessa Scialfa, la ventenne uccisa dal convivente che ha gettato poi il corpo in un fosso, a pochi chilometri dalla miniera di Pasquasia, a Enna, conferma che la giovane non aveva assunto droga. Di cocaina, confessando il delitto, aveva parlato l'assassino, Francesco Lo Presti, che aveva raccontato di essere sotto effetto di stupefacenti durante l'omicidio. L'uomo ha confessato di avere ucciso la fidanzata colto da un raptus di follia determinato dal fatto che la vittima, mentre avevano un rapporto sessuale, l'aveva chiamato col nome dell'ex ragazzo. L'autopsia confermerebbe un altro sospetto degli inquirenti e cioè che Vanessa, dopo essere stata strangolata, è stata finita con uno straccio intriso di candeggina, premuto sul viso. Tracce di sostanza caustica sono infatti state trovate nell'esofago e nella trachea della giovane. Domani mattina la procura autorizzerà la restituzione della salma alla famiglia e nel pomeriggio verranno celebrati i funerali.

Fonte: http://www.leggo.it/news/cronaca/vanessa%20finita_con_la_candeggina_autopsia_non_aveva_assunto_droghe/notizie/177722.shtml

domenica 29 aprile 2012

Stop ai femminicidi, l'appello "Mai piu' complici"


Dopo ''Se non ora quando'', nuova mobilitazione delle donne dopo l'uccisione di Vanessa Scialfa. Aveva 20 anni, è stata uccisa dal fidanzato con il quale aveva deciso di convivere da qualche mese ad Enna. Dall'inizio dell'anno sono 54 le donne uccise per mano di uomini.


Sta raccogliendo moltissime adesioni  la petizione "Mai piu' complici", lanciata dall'associazione "Se non ora quando" , contro il femminicidio, le donne uccise e la violenza sulle donne.
Dall'inizio dell'anno sono 54 le giovani e meno giovani uccise per mano di uomini, che molto spesso sono i loro compagni: un accanimento che sconvolge. Solo negli ultimi 3 giorni nella provincia di Milano ben 6 donne sono state aggredite.
Vanessa Scialfa. Aveva 20 anni, è stata uccisa dal fidanzato con il quale aveva deciso di convivere da qualche mese ad Enna. E’ la 54esima donna che ha perso la vita quest’anno dopo aver subìto violenza da un uomo a lei vicino.
Centinaia le adesioni all'appello. Da Susanna Camusso a Livia Turco, da Renata Polverini ad Anna Finocchiaro, dalla scrittrice Rosetta Loy a Roberto Saviano, che scrive su Twitter: "È una mattanza: 54 donne uccise dall'inizio dell'anno per mano di mariti, fidanzati, ex. È ora di chiamare questa barbarie femminicidio". E il segretario del Pd Bersani: "Si uccidono le donne, le uccidono i maschi. È ora di dirlo, di vergognarcene. Dobbiamo fare qualcosa".
Ci sono politici come  Nichi Vendola, Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema; scrittori come, Raffaele La Capria, Emanuele Trevi ed Erri De Luca; attori e cantanti come Valentina Lodovini, Kasia Smutniak, Valerio Mastandrea, Giorgia; giornalisti come Dario Di Vico, Ritanna Armeni, Peter Gomez e le loro colleghe di Giulia (Giornaliste Unite Libere Autonome), docenti e accademici come Giuliano Amato e Nadia Urbinati. E poi decine e decine di associazioni e persone comuni.
“Ancora una volta come abbiamo già fatto un anno fa, il 13 febbraio, chiediamo agli uomini di camminare e mobilitarsi con noi, per cercare insieme forme e parole nuove capaci di porre fine a quest’orrore – si legge  nell’appello – Le ragazze sulla rete scrivono: con il sorriso di Vanessa viene meno un pezzo d’Italia. Un paese che consente la morte delle donne è un paese che si allontana dall’Europa e dalla civiltà. Vogliamo che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la violenza contro le donne e non per l’inerzia con la quale, tacendo, sceglie di assecondarla”.

Fonte: http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=164615

Fermato maresciallo per pedofilia nella Bassa


Le modalità di adescamento sono ormai sempre le stesse, ma le tragedie umane purtroppo no. La Polizia del settore anticrimine del commissariato di Crema sabato ha arrestato un 61enne, ex maresciallo dei Carabinieri residente nella Bassa Bresciana, con l’accusa di pedofilia.
Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, l’uomo, attraverso l’uso dei social network, si sarebbe finto una  ragazza per carpire la fiducia di una 13enne, residente a Crema. Con un abile raggiro, fatto di complimenti e dialoghi prolungati, l’anziano sarebbe così riuscito a conquistare la fiducia della ragazzina, tanto da convincerla ad incontrarsi e ad avere rapporti sessuali con lui. Per due anni. Tanto, infatti, sarebbe durato l’abuso. Fino a quando la giovane, ora 15enne, avrebbe iniziato a dare segni di squilibrio a scuola.
Con l’aiuto degli insegnanti, piano piano è emerso quanto stava accadendo nella vita della ragazzina, e soprattutto da quanto.  Diversi interrogatori, in cui la ragazza è stata supportata da una psicologa, avrebbero dato agli inquirenti tutti gli elementi utili per agire. La Polizia si è così presentata a casa dell’anziano con in mano una richiesta di custodia cautelare in carcere firmata dal gip e con l’autorizzazione a perquisire l’appartamento e soprattutto il computer del maresciallo in congedo. Qui, infatti, sarebbe stato trovato materiale pedopornografico, e ora gli inquirenti starebbero cercando di capire se la quindicenne di Crema è stata l’unica vittima.

Fonte: http://www.quibrescia.it/cms/2012/04/29/fermato-maresciallo-per-pedofilia-nella-bassa-bresciana/

Notte di paura, anziana aggredita e rapinata in casa: bottino di 60 euro


AVELLINO - Ancora una rapina in un’abitazione in Irpinia. Ancora una notte di paura, questa volta in località Bosco dei Preti, ad Avellino. Alla periferia del capoluogo si registra la terza irruzione dei banditi a distanza di sei giorni dagli altri episodi. La vittima è un’anziana. Circostanze e modalità del colpo fanno salire l’allarme pur se le indagini affidate ai carabinieri procedono serrate.

Stando a quanto emerso dai primi riscontri investigativi, ad agire sarebbero stati tre malviventi con il volto coperto che hanno immobilizzato la donna, di settantasette anni, e l’hanno costretta a consegnare i pochi soldi che aveva in casa. Magro il bottino: circa sessanta euro. Preso il denaro, subito dopo i tre banditi si sono dati alla fuga: poco prima di scappare, però, hanno nascosto il telefono cellulare della vittima in un frigorifero, per evitare che avvertisse con tempestività le forze dell’ordine.

Sulla vicenda indagano i carabinieri della compagnia di Avellino. E in parallelo procedono le inchieste sugli altri due episodi segnalati nella stessa notte in due comuni della provincia. Il primo a Pratola Serra: cinque malviventi sabato scorso erano riusciti a entrare nell’appartamento di un operaio, forzando gli infissi di un balcone al pianterreno. Armati di pistole, i volti travisati da un passamontagna, avevano però trovato in casa soltanto i monili d’oro della moglie dal valore di poche centinaia di euro.

Un’ora dopo, il secondo raid a Monteforte: rapinatori in azione nellavilla di un fruttivendolo. Dopo una violenta colluttazione, avevano costretto il proprietario di casa a consegnare l’incasso del lavoro. Bottino inferiore agli ottomila euro.
Violenza in famiglia, un arresto
Un uomo di 45 anni, di Avellino, è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e ricoverato nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa.

La misura di sicurezza è infatti stata emessa dal gip del tribunale di Avellino nei confronti di un quarantenne, già pregiudicato per reati contro la persona e il patrimonio, ma da attribuire a seri disturbi psichici. Secondo i riscontri investigativi (indagine condotta dai carabinieri, coordinata dal pm Teresa Venezia), ora sussistono nei suoi confronti «gravi indizi di colpevolezza» per maltrattamenti in famiglia: dal febbraio 2011 ad oggi avrebbe aggredito la sorella, il padre e la madre. Violenze fisiche e morali, finalizzate a ottenere di somme di denaro.

Fonte: http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=193196

Suicida un altro imprenditore nel nuorese Costretto a licenziare i due figli, si è sparato


Si è ucciso con un colpo alla testa venerdì scorso perché era stato costretto a licenziare i suoi due figli. L'imprenditore di 55 anni, secondo quanto si legge sull'Unione Sarda, ''non ha lasciato nessun biglietto ma più d'uno a Mamoiada (Nuoro) sussurra che si possa trattare dell'ennesima cronaca di una disperazione dovuta a mancanza di lavoro''.
''Da impresario aveva dato occupazione a diversi giovani del suo paese, Mamoiada, pendolari verso la costa per costruire case di villeggiatura - si legge sul quotidiano - Poi, negli ultimi mesi, il precipizio della recessione. Che si è tradotto nel fermo dell'azienda, fino alla difficilissima decisione di licenziare i due figli che si trovano alle sue dipendenze''.

Fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Suicida-un-altro-imprenditore-nel-nuorese-Costretto-a-licenziare-i-due-figli-si-e-sparato_313253765217.html



''Dalla Regione una legge ammazza servizi sociali''


VITERBO - “Quella che ci apprestiamo a discutere è una legge che ammazzerà i servizi sociali. Quindi sarà battaglia aperta”: lo hanno annunciato il capogruppo del Pd in consiglio regionale Esterino Montino insieme ai consiglieri Giuseppe Parroncini ed Enzo Foschi nel corso dell’iniziativa “La scure della Polverini – Dopo la sanità, il sociale”, ieri alle Terme dei Papi a Viterbo.
In una sala gremita sono stati illustrati tutti i lati oscuri di una iniziativa che modificherà radicalmente e in negativo il settore. “La proposta di legge – ha detto Parroncini – arriverà in aula alla Pisana il 9 maggio. L’idea iniziale non era da buttare: accorpare in una legge quadro tutte le norme sul sociale. Invece così sono riusciti a peggiorare l’esistente. Dagli attuali 55 distretti sociosanitari si passerà a 12: prima avevano la titolarità sugli interventi e si basavano su un piano di azione condiviso, ora nasce l’Oasi (organismo per le azioni integrate associate). Bel nome, ma dalle conseguenze devastanti poiché la Regione riaccentra i poteri creando questa sovrastruttura con a capo un direttore regionale. Si va a distruggere la programmazione che nasceva dal basso a favore di una logica burocratica, quindi si annulla il ruolo dei Comuni”.
Come se non bastasse, gli assistenti sociali passeranno da uno ogni 3000 abitanti ad uno ogni 10.000. “In un sistema di piccoli Comuni come il nostro – ha proseguito Parroncini – dovranno passare la vita in macchina, per spostarsi da una zona all’altra. Ma qui si parla di bambini, anziani e disabili: non si può fare un’altra legge che sia solo di bandiera come il piano casa, dove non ci sono domande. Qui c’è in gioco la persona svantaggiata”.
“Si tratta di una legge – ha commentato Foschi – di distruzione del sistema sociale. La battaglia deve quindi riguardare tutta la comunità regionale, va spostata anche sui territori. La Regione sta portando avanti un non governo che rischia di far saltare tutto: non è più alleata di cittadini e imprese, ma è diventata addirittura un problema”.
A evidenziare le conseguenze negative sono intervenuti anche il segretario provinciale del Pd Andrea Egidi, il vice Alessandro Dinelli, sindaci e cooperative sociali. Poi è toccato al capogruppo del Pd in consiglio regionale. “Con questa proposta di legge – ha spiegato Montino – rischiano di azzerare l’intervento pubblico sui servizi sociali. Già abbiamo registrato un taglio di 191 milioni di euro, passando da 495 a 304. Noi abbiamo mostrato responsabilità, garantendo l’approvazione della legge sull’Alzheimer perché la maggioranza non aveva i numeri. Ma non ci hanno messo un euro. Sulla sanità si sono salvati dal superprelievo al tavolo nazionale di verifica per soli 2 milioni su un totale di 11 miliardi. Da dove arrivava lo sbilancio? Dall’aumento nell’ultimo anno di 30 milioni dei costi della mobilità passiva: ciò su cui li abbiamo sempre messi in guardia”.
Sulla legge in discussione il Pd annuncia battaglia. “Faremo ostruzionismo: abbiamo mille emendamenti pronti. Ma è necessario coinvolgere i territori, facendo arrivare centinaia di ordini del giorno che dicano che la proposta è sbagliata. Quella sui servizi sociali – ha concluso Montino – è una competenza storicamente dei Comuni e a questi deve rimanere”.

Fonte: http://www.viterbonews24.it/news/dalla-regione-una-legge-ammazza-servizi-sociali_12455.htm

sabato 28 aprile 2012

MADRE ABBANDONA I TRE FIGLI MINORI IN AUTO E LASCIA IL 15ENNE ALLA GUIDA


ROMA - Abbandono di minore. Questo il reato per il quale Romina S. sarà processata. Il pm Francesco Dall'Olio ha infatti firmato un decreto di citazione diretta a giudizio nei suoi confronti e il processo inizierà il prossimo 13 luglio. Secondo la ricostruzione dell'accusa la donna, 39enne, il 26 giugno 2009 avrebbe abbandonato i tre figli di 15, 11 e 9 anni in macchina. Non solo, la madre, titolare della potestà genitoriale sui minori, avrebbe anche lasciato che il 15enne guidasse la macchina, benché evidentemente sprovvisto di patente. Non sarebbe però un caso però un episodio isolato. A quanto si è appreso, infatti, ogni mattina da circa un anno, Romina con un'autovettura priva di assicurazione e intestata al compagno, andava da Tor San Lorenzo, percorrendo la Litoranea (dove poi è stato fermato il minorenne alla guida dell'auto) e arrivava all'Eur. Qui prendeva la metro per andare a lavoro presso una ditta di pulizie. Quindi al posto di guida si sarebbe messo il 15enne che portava a scuola i due fratellini più piccoli. Il ragazzino 15enne, una volta lasciati a scuola i fratellini, tornava a casa, parcheggiava l'auto e aspettava poi che la mamma tornasse a casa. La donna, che ha un precedente penale che risale a diversi anni fa per furto, ora rischia una condanna da sei mesi a cinque anni di reclusione. Ancora non risulta alcuna denuncia nei confronti del minore per guida senza patente: ha più di 14 anni, quindi è imputabile e potrebbe essere penalmente perseguito dal tribunale per i minorenni. La magistratura ha contattato i servizi sociali, che ora hanno il compito di aiutare i tre bambini in attesa che la giustizia faccia il suo corso. L'avvocato Gianluca Arrighi, difensore della donna, ha dichiarato: «È indubbiamente una vicenda delicata. Tuttavia, prima di ogni valutazione nel merito, è necessario che il procedimento venga incardinato presso la procura territorialmente competente. I fatti sono avvenuti sulla via Litoranea - ha concluso il penalista - e quindi ritengo che la competenza non spetti a Roma, bensì alla procura di Velletri».

Tagli ai bus dei disabili “Non abbiamo soldi”



La decisione della Provincia di Firenze. Il Comune chiede aiuto ai volontari. Solo una parte riuscirà ad avere ancora il trasporto, per i meno gravi solo bonus taxi

Ogni giorno viaggiano fra la città e l’hinterland, dalle sei e mezzo del mattino alle sette di sera. Quattro Iveco da nove posti che scortano ragazzi a scuola, uomini e donne a lavoro o in strutture sanitarie dove vanno per le cure o la riabilitazione. Dal 14 maggio i bussini dei disabili si fermano. La Provincia di Firenze ha deciso di sopprimerli: non coprirà più i costi con cui l’Ataf da anni organizza il servizio.
La logica è quella del risparmio, dei tagli che invocano altri tagli. Insomma, di rimedi estremi presi di fronte ad un’amara realtà. E cioè l’ultima sforbiciata del 5% sferrata ai fondi per il trasporto pubblico locale dalle misure Tremonti. Almeno così la spiega l’assessore provinciale ai trasporti Stefano Giorgetti: «Una decisione difficile  dice  ma non potevamo fare altrimenti. Così risparmieremo 380 mila euro annui che Ataf ci chiede di pagare per questo servizio. Del resto, i Comuni si sono resi disponibili a trovare una soluzione. Ci hanno garantito di organizzarsi per mantenere inalterate le navette attraverso la rete delle associazioni».

«E’ impossibile che i Comuni possano riattivare un servizio integrato ed efficiente come quello svolto da Ataf», dice Fabio Ulivastri, uno dei disabili che si servono dei bus ogni giorno e portavoce delle 90 persone che utilizzano le quattro navette. «Fanno percorsi personalizzati, sono attrezzati per sollevare chi è sulla sedia a rotelle e coprono anche tratte
molto lunghe fra un Comune e l’altro». Oltre a Firenze, infatti, i bussini viaggiano anche fra Calenzano, Bagno a Ripoli, Sesto e Campi. Ai 4 mezzi “titolari”, poi, l’Ataf aggiungeva anche 3 “riserve” parcheggiate nei depositi in caso di guasti o emergenze. Inoltre servono almeno 78 autisti per garantire la copertura giornaliera sul territorio.

E non tutti i Comuni hanno trovato la rete dei volontari dotata di mezzi e personale. «Noi stiamo facendo un censimento e chiamando i disabili residenti in città  dice l’assessore alle politiche sociali di Firenze, Stefania Saccardi  Di una parte di loro, quelli con disabilità più gravi, si occuperanno i volontari delle onlus che lavorano con noi, gli altri riceveranno un bonus taxi». Palazzo Vecchio investirà 50 mila euro ma non è detto che tutti potranno avere un bonus taxi settimanale. «Vedremo, gli uffici stanno chiamando una ad una queste persone, cercheremo di ridurre al minimo i disagi», continua Saccardi, che si toglie un sassolino dalla scarpa: «Più che esserci resi disponibili, come vorrebbe Giorgetti, direi che siamo stati obbligati dall’evidenza e dal senso di responsabilità di fronte a un servizio di un’importanza sociale imprescindibile».
Insomma, un altro pezzo di welfare se ne va in nome del rigore. Peraltro risucchiato dalla razionalizzazione delle linee Ataf con 15 giorni di anticipo, visto che il 10 aprile scorso Giorgetti si era impegnato a non stoppare i bussini prima del 30 maggio. «Sono stati i Comuni  dice  a chiederci di anticipare al 14, e comunque, lo garantisco, nessun disabile sarà lasciato a piedi». Sarà, ma i problemi potrebbero arrivare addirittura prima. Perché dal 30 aprile 3 dei 7 autisti Ataf impegnati con le navette entreranno in ferie. «Hanno concordato così il prepensionamento con l’azienda  dice uno dei lavoratori che rimarranno alla guida fino a metà maggio  ma in quattro come faremo a coprire l’intera giornata? I turni sono da sei ore e mezza».

Fonte: http://firenze.repubblica.it/cronaca/2012/04/28/news/tagli_ai_bus_dei_disabili_non_abbiamo_soldi-34065423/

"Disabili, l’amore non è un tabù": ecco la storia di Simone ed Eri


“Il matrimonio per un disabile grave purtroppo non è una cosa comune. Io ed Eri però vorremmo dire alle persone disabili di crederci, di darsi da fare e di non disperarsi: può arrivare anche l’amore”. Mai nozze furono più giuste di quelle viste lo scorso 22 aprile nel duomo di Modena. Lo sposo si chiama Simone Soria, è nato a Modena 33 anni fa ed è affetto da una grave tetraparesi spastica, dovuta a una paralisi cerebrale infantile: non può camminare né controllare correttamente braccia e mani. Simone però può scrivere al computer digitando con un caschetto dotato di un’asta che funge da “dito”. È così che Simone, nel 2004, ha potuto laurearsi in Ingegneria informatica, fra parentesi con 110 e lode. Dopo la laurea ha progettato “Facemouse”, un dispositivo che rileva il movimento della persona e lo utilizza per muovere il mouse.
Ed è stato proprio grazie al suo lavoro che Simone ha conosciuto la sua sposa, una ragazza giapponese di nome Eri Ueno. “L’ho conosciuta due anni fa in uno dei tanti viaggi di lavoro che faccio in giro per l’Italia”, racconta. “Ero andato a dormire a Milano in una onlus, dove ho trovato questa ragazza giapponese che mi ha ricevuto ed offerto la cena”. Simone era già stato in Giappone, e così lui ed Eri hanno iniziato a chiacchierare. “Parlando parlando ci siamo conosciuti un po’, ci siamo scambiati l’email e dopo qualche giorno le ho scritto… e con molta sorpresa lei mi ha risposto! Dopo poco abbiamo iniziato a vederci qualche volta a Milano e qualche volta a Modena. Visto che non era una cosa molto comoda le ho chiesto di venire a vivere a Modena e lei ha accettato”. Le nozze hanno ricevuto anche la benedizione del sindaco Giorgio Pighi. “I suoi successi negli studi e nell’attività professionale”, ha scritto il primo cittadino modenese in un messaggio, “ottenuti anche grazie all’invenzione di soluzioni creative e tecnologiche di alto profilo, sono oggi accompagnati dal successo più importante di ogni persona, quello sul piano affettivo che culmina nel matrimonio”.
Simone ha voluto fare del suo matrimonio un evento quasi “pubblico”, per dare “un messaggio sociale forte” spiega, “vorrei dire alle persone non disabili che anche chi ha un handicap prova dei sentimenti, ha il diritto di amare e di essere amato dall’altro sesso, visto che i disabili spesso vengono visti come degli ‘angioletti assessuati’”. Avere una vita affettiva non è facile, ma nemmeno impossibile. “I problemi ci sono, anche molto pratici”, prosegue Simone, “ma crediamo che per ogni problema ci sia una soluzione: ad esempio i ragazzi che lavorano con me in Aida (Ausili e informatica per disabili e anziani, la società fondata da Simone) aiutano Eri ‘nell’accudirmi’ venendo la mattina ad alzarmi dal letto e qualche sera”.

Simone è consapevole che i suoi “successi” non sono casuali o frutto di fortuna, ma arrivano da lontano, da un approccio alla disabilità che la sua famiglia ha sempre adottato. Per avere una vita normale un disabile grave “dev’essere stato integrato nella società fin da bambino ed essere abituato a rapportarsi con gli altri anche senza l’assistenza ‘istituzionale’”, spiega Simone. “Inoltre deve avere l’ausilio giusto che gli permetta di studiare come tutti gli altri suoi coetanei. Io ho avuto la fortuna di essere in una classe normale fin dalle scuole materne, cosa che era un’eccezione negli anni ’80 e che anche oggi non è assolutamente scontata, e ho iniziato ad utilizzare il computer all’età di 7 anni”.

Dopo il matrimonio ci sono ancora progetti e sogni da realizzare, anzi, grossi progetti, ancora una volta sul versante informatico, ancora una volta per aiutare altre persone con disabilità a diventare autonome. Secondo Simone “gli ‘esperti ed operatori’ nel campo della disabilità spesso iniziano a lavorare con le persone considerando la diagnosi medica; il problema è che le diagnosi mediche sono spesso riduttive e a volte completamente sbagliate perché mancano gli strumenti per valutare correttamente le capacità cognitive di chi non parla e non utilizza le mani”. Servirebbero nuove soluzioni tecniche, ma anche uno sguardo diverso sulle potenzialità di chi apparentemente non riesce a esprimersi. “Vorrei costituire una fondazione la cui missione permanga nel tempo indipendentemente da chi ci lavora. Purtroppo però serve un fondo di 50 mila euro per iniziare, quindi sto cercando qualcuno o qualche ente interessato ad appoggiare economicamente questo progetto”. Per Simone ed Eri sarebbe senz’altro il più gradito regalo di nozze.

Fonte: http://affaritaliani.libero.it/sociale/storia-amore-tra-persone-disabili260412.html?refresh_ce

Imu, cambia la norma: gli anziani ricoverati in case di riposo pagheranno come prima casa


Approvato dalla commissione Finanze della Camera un emendamento che consente ai comuni di considerare come prima casa, ai fini dell'applicazione dell'aliquota Imu, l'abitazione di proprietà degli anziani che hanno spostato la loro residenza anagrafica in casa di riposo

I Comuni potranno scegliere di applicare uno sconto Imu per gli anziani che trasferiscono la propria residenza in istituti di ricovero sanitari. Lo prevede un emendamento al decreto legge di semplificazione fiscale, approvato dalla commissione Finanze della Camera, che precisa come l'agevolazione consiste nell'applicazione dell'aliquota stabilita per la prima casa e non per la seconda casa, come finora previsto.


I Comuni - afferma la modifica - "possono considerare direttamente adibita ad abitazione principale l'unità immobiliare posseduta a titolo di proprietà o di usufrutto ad anziani o disabili che acquisiscono la residenza in istituti di ricovero o sanitari a seguito di ricovero permanente". L'agevolazione, viene specificato, potrà essere assegnata a condizione che la casa "non risulti locata, nonché l'unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato a titolo di proprietà o usufrutto in Italia". Per questi immobili, dunque, non sarà applicata la parte di prelievo che lo Stato applica sulle seconde case.
Con questo emendamento, si è voluto dare risposta alle numerose sollecitazioni arrivate nelle ultime settimane sulla condizione di quegli anziani che hanno spostato la propria residenza anagrafica in case di riposo o strutture simili e che, sulla casa di loro proprietà, si sarebbero trovati a dover pagare l'imposta nella misura dovuta per le seconde case, e non la prima casa di abitazione principale. Ora viene data ai comuni la possibilità di modificare tale disposizione e di prevedere che la casa di proprietà venga tassata come prima e non come seconda casa.
Soddisfazione è stata espressa da numerosi parlamentari. FederAnziani ha espresso sollievo per l'accoglimento dell'emendamento e di "un po' di buon senso" parla anche lo Spi-Cgil, affermando con il segretario generale Carla Cantone che "è stato ripristinato il livello minimo di civiltà che un paese come il nostro dovrebbe avere". "Era davvero impensabile - ha detto Cantone - che anziani non autosufficienti costretti a vivere in strutture residenziali fossero fatti passare per ricchi e agiati proprietari di casa e che per questo fossero soggetti al regime fiscale più alto. Chiediamo ora ai comuni - ha concluso - di esprimersi in modo chiaro su questa materia e di chiudere definitivamente una vicenda incresciosa che è durata fin troppo tempo".

Fonte: http://www.superabile.it/web/it/CANALI_TEMATICI/Superabilex/News/info-2147198391.html

Politiche sociali/ Rambaudi: “Mancano 45 milioni, welfare a rischio”


Welfare sempre più a rischio per il taglio nazionale del 93% delle risorse per servizi indispensabili. Dopo il grido di allarme lanciato dal presidente della conferenza delle Regioni Vasco Errani anche gli assessori regionali al welfare chiedono al Governo la difesa dello stato sociale e dei più deboli attraverso il riassetto dei servizi. Lo spiega l’assessore alle politiche sociali della Regione Liguria e coordinatrice degli assessori per la conferenza delle regioni, Lorena Rambaudi.
“Non si può proseguire sulla strada dei pesanti tagli imposti negli ultimi anni – dice Rambaudi – soprattutto in un momento in cui la richiesta di servizi è triplicata. Serve un riassetto del sistema che punti su pochi obiettivi strategici: infanzia, non autosufficienza, lotta alla povertà, emergenza abitativa e disagio”. A livello nazionale per far ripartire il sistema servirebbero almeno 1,5 miliardi e a livello ligure 45 milioni di euro. ”Le risorse – dice Rambaudi – potrebbero essere ricavate dal ripristino delle somme destinate alle politiche sociali e previste dalle norme sul prolungamento dell’età pensionabile delle donne, dall’altro dalla lotta all’evasione fiscale, dalle entrate del gioco e dai risparmi derivanti dalle spese per gli armamenti”. Secondo Rambaudi ridurre le politiche sociali vuol dire anche contrarre e i posti di lavoro diffusi sul territorio e accessibili ad una vasta platea di giovani. “Se le politiche del Governo non saranno modificate – conclude l’assessore ligure – il risultato è che i cittadini avranno il 40% in meno dei servizi”.


Fonte: http://www.cittadigenova.com/Genova/Cronaca/Politiche-sociali-Rambaudi-Mancano-45-50844.aspx

Rapina in casa, due anziani massacrati per duecento euro a Ferentino nel frusinate



Frosinone, 28 apr.Due anziani coniugi sono stati aggrediti e picchiati a sangue nella loro abitazione a Ferentino, nel frusinate, da una banda di rapinatori. I due sono stati soccorsi solo questa mattina, dopo essere rimasti tutta la notte in casa, impossibilitati a lanciare l'allarme. Ad accorgersi di quanto era accaduto è stata la figlia che questa mattina è andata a fare visita agli anziani genitori e li ha trovati esanimi. Soccorsi dall'eliambulanza, i due sono stati trasportati a Roma, dove ora si trovano ricoverati in gravi condizioni uno al Gemelli e uno al Policlinico Umberto I.
I carabinieri, intervenuti sul posto, cercano tre banditi, probabilmente stranieri. Magro il bottino della rapina che ammonta a soli 200 euro.

Fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Rapina-in-casa-due-anziani-massacrati-per-duecento-euro-a-Ferentino-nel-frusinate_313251123199.html



Immigrati: tragico sbarco a Licata, morto un minorenne


Agrigento, 28 apr. - Sarebbe minorenne e sarebbe morto annegato il migrante trovato morto stamane sulla spiaggia di Pisciotto a Licata (Agrigento). E' il risultato dell'ispezione cadaverica disposta dalla procura della Repubblica di Agrigento che ha aperto un'inchiesta. Il fascicolo e' coordinato dal sostituto procuratore Santo Fornasier. I migranti sopravvissuti hanno raccontato che sul barcone erano "una ventina" e che "gli scafisti in prossimita' della spiaggia hanno gettato tutti in acqua per poi riprendere il largo". I poliziotti hanno soccorso 18 persone, tra cui otto minori.

Fonte: http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201204281258-ipp-rt10041-immigrati_tragico_sbarco_a_licata_morto_un_minorenne

Roma, molestata 45enne alla stazione Trastevere



La donna aggredita da un romeno nei bagni dello scalo ferroviario.

Nuovo caso di violenza sessuale. Dopo gli episodi di Milano e quello della discoteca di Voghera, una donna a Roma è stata aggredita da un 35enne romeno.
VIOLENZA NEI BAGNI DELLA STAZIONE. L’uomo ha atteso che la donna entrasse nei bagni della stazione ferroviaria Trastevere, a Roma, quindi è entrato anche lui e l'ha molestata pesantemente.
La vittima è però riuscita a divincolarsi e a scappare, attirando l'attenzione dei carabinieri e dei militari in pattuglia congiunta nella zona.
Così il 35enne romeno, incensurato e senza fissa dimora, è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale, secondo un comunicato del Comando provinciale dell'Arma.
PROCESSATO PER DIRETTISIMA. La vittima ha 45 anni ed è originaria di Terni, ma da tempo risiede nella Capitale. Il molestatore è stato trattenuto in caserma dai militari della stazione Roma Porta Portese, a disposizione dell'autorità giudiziaria. Per lui è previsto un processo per direttissima.

Fonte: http://www.lettera43.it/cronaca/roma-violentata-45enne-alla-stazione-trastevere_4367548957.htm


L'avvocato di Equitalia molla, "troppi suicidi sulla coscienza"!



Ha deciso di non difendere più Equitalia per i troppi suicidi causati dalla crisi economica: «Non la difenderò più e rinuncerò al mio onorario per le cause fatte finora»
Questo è quanto dichiara a Lettera43 l''avvocato Gennaro De Falco che ha lavorato fino pochi giorni fa per la società pubblica per la riscossione dei tributi, in mano all'Agenzia delle entrate per il 51% e all'Inps al 49%. Dopo l'ultimo suicidio, quello di un suo conoscente napoletano suicida nei giorni scorsi, non ce l'ha fatta più ...


 «Questo suicidio di cui a torto o ragione mi sento corresponsabile mi ha convinto a non accettare più incarichi di difesa di Equitalia» ha continuato De Falco nel giustificare le proprie dimissioni. «Sto pensando di devolvere alla sua famiglia la quota dei miei onorari quando mi verranno corrisposti»
L'avvocato ha raccontato: «In queste condizioni non mi sento di andare avanti, in Italia in questi anni si è messo in moto un meccanismo diabolico che sta distruggendo famiglie, persone ed imprese» ha continuato il legale.
«Non so se questa mia decisione servirà a qualcosa ma almeno alleggerirà la mia coscienza, forse aiuterà a restituire un minimo di dignità agli avvocati e a far riflettere tutti sulla sostenibilità sociale ed etica della gestione di questa crisi»

Chissà invece se prima o poi anche qualcuno dei nostri politici avrà qualche rimorso ... ma conoscendoli, ne dubito proprio!
Fonte:  http://www.stopcensura.com/2012/04/lavvocato-di-equitalia-molla-troppi.html

Irruzione anti-Equitalia in Tribunale. I 'tartassati' protestano a Cagliari

Nuovo blitz del movimento anti-Equitalia: ieri mattina un folto gruppo di manifestanti ha fatto irruzione nel Tribunale di Cagliari. Un'azione a sorpresa che segue a distanza di una settimana la protesta davanti alla sede di Equitalia. I promotori (che da mesi danno vita al Presidio di viale Trento) sono entrati nel Palazzo di Giustizia dopo aver piazzato nelle scalinate di piazza Repubblica una ventina di sagome di cartone. «Rappresentano i morti suicidi a causa di fallimenti e di licenziamenti, una mattanza». Una delegazione si è poi recata al piano superiore dove ha presentato un documento che chiede il blocco delle aste immobiliari a carico di aziende in lite col Fisco. Sollecitato anche un incontro col presidente del Tribunale, assente al momento della protesta. Venerdì 27 aprile 2012 Fonte: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/268827

venerdì 27 aprile 2012

Enna, il papà di Vanessa: "Date a me l'omicida" VIDEO DOC


"Io penso che ognuno di voi, anche il più debole, vorrebbe averlo fra le mani, la giustizia dovrebbe darla questa occasione ad un padre. Due minuti, non di più". Ci sono rabbia e dolore nelle parole di Giovanni Scialfa, il padre di Vanessa, la 20enne di Enna uccisa dal fidanzato per un futile motivo di gelosia e poi gettata da un cavalcavia. "Le volevo bene - ha detto la madre della vittima - voleva avere una famiglia crescere i figli, farmi diventare nonna. Io volevo vedere i miei figli sistemati, ma non è stato così"
http://www.tmnews.it/web/sezioni/videonews/20120427_video_18080339.shtml# T5rWN2bUjbA.blogger">TMNews

CHIUDE DUE CAGNOLINI IN UN SACCHETTO E LI LASCIA MORIRE SOFFOCATI: DENUNCIATO


Venerdì 27 Aprile 2012
TERAMO - Ha tolto i due cuccioli di cani di pochi giorni alla mamma, li ha rinchiusi in un sacchetto nero della spazzatura e li ha gettati nell'orto aspettando che morissero per soffocamento. Un passante, attirato dai guaiti provenienti dal sacco di plastica, lo ha aperto e ha scoperto i due cuccioli: uno dei due era già morto, l'altro è morto poco dopo nonostante il tentativo di massaggio cardiaco fatto dal passante.
A denunciare il fatto, avvenuto domenica scorsa nel teramano, è l'Aidaa. L'uomo, riferisce Aidaa, conoscendo la persona che si occupa di lavorare quel terreno l'ha immediatamente chiamato al cellulare. E l'uomo, arrivato, ha ammesso in presenza di testimoni di aver sottratto i cuccioli alla mamma e di averli chiusi in un sacco per lasciarli morire.
Oggi dopo la segnalazione e le relative verifiche il presidente di Aidaa ha inviato alla procura della repubblica di Teramo una denuncia per maltrattamento causante la morte di animali. «Si tratta di un atto barbaro per giunta nei confronti di due piccoli cuccioli inermi- ci dice Lorenzo Croce presidente di Aidaa- rinchiusi in un sacco di plastica e lasciati soffocare dopo essere stati tolti alla madre che li stava allattando. Ci auguriamo che questo individuo sia severamente punito per questo atroce reato».

PAVIA, 21ENNE STUPRATA E TORTURATA:


PAVIA - Una ragazza di 21 anni è stata seviziata e violentata all'esterno di una discoteca a Voghera (Pavia). I tre aggressori sono stati bloccati dai carabinieri proprio mentre la stavano torturando e portando via all'interno di un'auto. Secondo quanto spiegato dai militari, ieri notte la ragazza era stata adescata all'interno del locale e poi caricata a forza nella macchina dove era stata aggredita ma prima anche picchiata e seviziata con ustioni da sigaretta.

3 ARRESTI Sono un uomo di 53 anni, il figlio di 23 e un amico di 53, gli arrestati per l' aggressione e la violenza alla ragazza di 21 anni, la scorsa notte fuori da una discoteca a Voghera (Pavia). Il particolare emerge dalle indagine dei carabinieri della Compagnia di Voghera a cui appartiene la pattuglia che passando davanti al locale, l'Alcatraz in via Santa Maria Bianca, a Voghera, ha notato dei movimenti sospetti nel parcheggio. Dentro l'auto bloccata, infatti, c'erano due pregiudicati, entrambi di 53 anni, amici di infanzia, e il figlio di uno dei due, di 25. Tutti insieme, secondo le accuse, ubriachi, hanno cercato di avere prima un rapporto orale e poi di sodomizzare, ustionandola contemporaneamente con una sigaretta, la ragazza, che poi è stata medicata all'ospedale per vari traumi, ecchimosi e bruciature. La giovane, però, anche grazie all'intervento dei carabinieri, è riuscita a resistere ai tentativi del terzetto ed è saltata fuori dalla vettura semisvestita urlando appena ha notato la presenza dei carabinieri. Era stata lei stessa a chiedere un passaggio ai tre perchè non trovava più la compagnia di amici con la quale era venuta in discoteca. I militari dell'Arma l'hanno poi affidata a personale femminile specializzato nel trattare questo genere di reati e ha formalizzato la denuncia e riconosciuto i tre che al momento si trovano in carcere con l'accusa di violenza sessuale di gruppo e sevizie.

Fonte: http://www.leggo.it/news/cronaca/pavia_21enne_stuprata_e_torturata_3%20gli_arresti_anche_un_padre_e_un_figlio/notizie/177549.shtml

Bagnasco: senza valori non negoziabili etica sociale e' illusoria


''Senza il reale rispetto dei valori 'primi', detti anche non negoziabili, e' illusorio pensare ad un'etica sociale che vorrebbe sostenere l'uomo nell'intero arco della sua esistenza, ma che in realta' lo abbandona nei momenti di maggiore fragilita'''. Lo ha dichiarato il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco durante la presentazione dell'iniziativa 'Flying Angels Foundatoion' all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede.

''Ogni altro valore necessario al bene della persona, soprattutto se piccola e indifesa, - ha aggiunto Bagnasco - germoglia infatti e prende linfa dai valori fondativi della vita, della famiglia naturale, della liberta' educativa e di religione. La stessa coscienza universale ha ormai acquisito e sancito nelle Carte internazionali una elevata sensibilita' verso i piu' poveri e i piu' deboli della famiglia umana''.

''Chi e' piu' debole e fragile dei bambini - ha proseguito Bagnasco - che, abbandonati a se stessi, si spengono? E, permettete che approfondisca la categoria della fragilita', tra i bambini chi e' piu' indifeso di coloro che non hanno ancora voce per affermare il proprio diritto? E che spesso non hanno ancora neppure un volto da opporre? Vittime invisibili, ma reali. E, per somiglianza, come non ricordare quanti la voce e la coscienza non l'hanno piu', come i malati cosiddetti terminali? Non meritano forse l'attenzione non solo dei familiari e di tanti volontari che sono come il sale buono, ma anche della societa' intera e dello Stato?''. ''Un'attenzione - ha concluso Bagnasco - che mai puo' arrogarsi il diritto di decidere chi merita ancora di vivere e chi, invece, deve essere abbandonato a se stesso. Se queste vite, che somigliano a dei lumini appena o ancora accesi, fossero spente, quanto buio scenderebbe sulla societa' intera''.
Fonte: http://www.asca.it/news-Bagnasco__senza_valori_non_negoziabili_etica_sociale_e__illusoria_(1upd)-1148588-POL.html

La “Rete Sociale” protesta contro i tagli dell'Asl alla salute mentale


Il presidente Romano: “Dopo l'assemblea di oggi, spiragli di dialogo”
  “Che cosa vogliamo con questa assemblea pubblica e con la richiesta alla stampa di fare da cassa di risonanza alle nostre richieste? Vogliamo mandare un chiaro messaggio alla nuova dirigenza Asl che, grazie all’eco sollevato da questa manifestazione, sembra volerlo raccogliere”.
Così ha esordito Serena Romano, presidente della “Rete Sociale” indossando il lenzuolo bianco - simbolo della lotta in difesa dei sofferenti psichici e delle loro famiglie – indossato anche da pazienti, operatori e volontari riunitisi stamattina nel giardino “Alda Merini” del Dipartimento di Salute Mentale. Scopo dell’incontro è stato “presentare alcuni drammatici effetti dei “tagli” indiscriminati alla spesa sanitaria nel campo della salute mentale.
“Qui voglio solo sottolineare – ha continuato il presidente Romano - che se da un lato è apprezzabile il tentativo di arginare una spesa sanitaria che troppo spesso è “malasanità”, dall’altro questo tentativo va fatto in modo razionale seguendo un piano che tuteli la salute dei pazienti e tagli gli sprechi. Il che è possibile trovando alleati in chi – come la nostra associazione di familiari – è un portatore/difensore degli interessi degli utenti e aprendosi alla concertazione, al dialogo, allo scambio di informazioni. La nuova dirigenza della Asl, insomma, dovrebbe operare un po’ come abbiamo fatto noi 3 anni fa quando, studiando il budget del DSM, ci rendemmo conto che era possibile migliorare i risultati terapeutici ed economici utilizzando sopratutto collaborazione costruttiva tra medici pazienti e familiari: così abbiamo ottenuto finora importanti risultati”.
“Certo – continua - avremmo potuto fare di più se non ci fosse stato un continuo avvicendarsi alla dirigenza ASL di commissari e se la collaborazione da parte del personale medico e sanitario fosse stata compatta: ma si sa che gli interessi radicati spesso sono di ostacolo. Ciononostante, i molti operatori competenti sono stati validi alleati nell’avviare una serie di iniziative , anche perché animati dalla volontà di fare bene il proprio mestiere e di non essere accomunati a chi sfrutta i malati mentali in maniera cinica, egoista e clientelare”.
Ecco perché,- aggiunge Serena Romano - quando è stato nominato il nuovo vertice della Asl credevamo di trovare un altro valido alleato con il quale collaborare per sconfiggere le sacche di resistenza che ancora appesantiscono la gestione della salute mentale. Ma dopo vari tentativi di avviare un dialogo concreto, la mancanza di concertazione ci ha delusi e costretti a scendere in piazza per informare l’opinione pubblica: il che, speriamo, conduca a un cambio di rotta del quale abbiamo avuto già qualche segnale.
Il vertice della Asl, infatti, ci ha espresso la volontà di sospendere alcune iniziative in atto da noi fortemente avversate perché paventano una sorta di “riapertura dei manicomi”: in particolare, l’iniziativa di spostare la sede della salute mentale di Puglianello nell’ospedale di Cerreto Sannita, senza prima essersi dotati di una valida documentazione tecnico-strutturale, indipendente e qualificata, a supporto di tale scelta. E da parte sua, il sindaco di Puglianello, Tonino Bartone, partecipando alla manifestazione di oggi, ha dichiarato di essere disponibile a fornire gratuitamente alla Asl spazi adeguati ad ospitare a Puglianello la sede del DSM”.

Fonte: http://www.ntr24.tv/it/news/30992 

La Rete Sociale denuncia i tagli dell'ASL: "Vogliono riaprire i manicomi" | NTR24

La Rete Sociale denuncia i tagli dell'ASL: "Vogliono riaprire i manicomi" | NTR24

Enna: "Vanessa e' viva", stratagemma per incastrare il fidanzato


GRANDE TECNICA USATA PER INCASTRARLO.

Enna, 27 apr. - E' stato uno stratagemma degli investigatori a far crollare Francesco Lo Presti, l'uomo di 34 anni accusato di aver ucciso la convivente Vanessa Scialfa, la ventenne sparita il 24 aprile e trovata morta ieri pomeriggio a Enna. Ieri mattina, quando ormai era chiaro che Vanessa non si era allontanata volontariamente, gli uomini della Squadra mobile di Enna avevano intercettato Lo Presti nei pressi del Palazzo di Giustizia. Appariva confuso e una volta condotto in questura ha chiesto di essere accompagnato a Catania, in un posto dove era stato insieme alla fidanzata. "Ho fatto una fesseria", avrebbe detto ad un certo punto. Allora chi lo stava interrogando ha "giocato una carta": fingendo di volerlo tranquillizzare, gli ha detto che Vanessa era stata trovata e che aveva fatto ritorno a casa. Sull'abilita' degli investigatori della Mobile e' arrivata la svolta. Lo Presti e' scoppiato in lacrime, dicendo che non era possibile, che Vanessa non sarebbe tornata mai piu', e ha confessato. L'uomo ha poi condotto il capo della Squadra Mobile, Giovanni Cuciti, ed i suoi uomini sul cavalcavia dal quale aveva lanciato il corpo di Vanessa avvolto in un lenzuolo.
Il cadavere era finito tra fitta vegetazione della scarpata sottostante, da dove e' stato recuperato. L'uomo aveva fatto un piano preciso dopo il delitto delle fidanzata. Liberatosi del cadavere della ragazza era tornato a casa e aveva rimesso tutto in ordine. Avrebbe riposto gli oggetti e gli indumenti che Vanessa aveva frettolosamente raccolto e che voleva portare via, probabilmente decisa a lasciare l'uomo col quale conviveva da circa 3 mesi. Quindi aveva cominciato a fingere di cercarla anche presso i familiari, spiegando che c'era stato un banale litigio al termine del quale Vanessa era uscita senza portare con se neanche la borsetta ed il cellulare. Sentito dai carabinieri dopo la denuncia di scomparsa, aveva dato la stessa versione. Lasciato il comando provinciale dell'Arma, Lo Presti aveva fatto perdere le sue tracce, fino a che la polizia non lo ha fermato ieri mattina nelle vicinanze del tribunale.

Fonte: http://www.agi.it/cronaca/notizie/201204271615-cro-rt10247-enna_vanessa_e_viva_stratagemma_per_incastrare_il_fidanzato

Vanessa: fidanzato confessa, "mi ha chiamato col nome del suo ex"



Enna, 27 apr. - Vanessa Scialfa e' stata strangolata con il cavo del lettore Dvd, poi soffocata con un fazzoletto imbevuto di candeggina. Una morte orribile quella della ventenne di Enna, uccisa dal convivente di 15 anni piu' grande di lei, Francesco Mario Lo Presti, che all'alba di oggi e' stato rinchiuso nel carcere di Enna con l'accusa di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere.

IL DELITTO SOTTO L'EFFETTO DELLA COCAINA
Sembra che l'uomo avesse assunto cocaina, ma si attende l'esito delle analisi per accertare la presenza di stupefacenti o alcool nel sangue di Lo Presti. Quella di Lo Presti e' stata una lunga e dettagliata confessione, giunta al termine di un interrogatorio durato per alcune ore. La furia omicida sarebbe stata scatenata dal convincimento che la ragazza, in un momento di intimita', avesse pronunciato il nome dell'ex fidanzato. Lo Presti avrebbe cominciato ad inveire e Vanessa si sarebbe alzata dal letto e si sarebbe vestita, forse con l'intenzione di andare via da casa.
A questo punto Lo Presti -come ha raccontato egli stesso ai poliziotti- avrebbe assunto la cocaina e vendendo la compagna che stava per uscire avrebbe strappato i cavi del lettore Dvd con i quali l'avrebbe strangolata, spingendola sul letto. Era il primo pomeriggio del 24 aprile, lo stesso giorno in cui il padre di Vanessa ne aveva denunciato la scomparsa alla polizia e aveva lanciato un appello su Facebook per le ricerche.

BUTTATA GIU' DA UN PONTE, POI LA "RECITA"
Dopo il delitto, Lo Presti ha avvolto il corpo nel lenzuolo, lo ha caricato in macchina e si e' diretto verso la statale Enna-Caltanissetta. Giunto sul cavalcavia che sovrasta la zona dell'ex miniera di Pasquasia, Lo Presti avrebbe gettato giu' il corpo, quindi si sarebbe preparato ad interpretare davanti ai genitori della vittima e agli inquirenti la parte del fidanzato preoccupato. Quella di Lo Presti e' stata una lunga e dettagliata confessione, giunta al termine di un interrogatorio durato per alcune ore. (AGI) .

Fonte: http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201204271028-ipp-rt10056-vanessa_fidanzato_confessa_mi_ha_chiamato_col_nome_del_suo_ex

giovedì 26 aprile 2012

"VANESSA ERA SOLARE E SI FIDAVA":LA COMMOZIONE DELLE AMICHE SU FACEBOOK


HA CONFESSATO.

ENNA - «Era una bella ragazza: bruna, solare, sempre sorridente. E buona molto buona, e si fidava della gente, forse troppo....». Così in lacrime alcuni amici di Vanessa Scialfa, 20 anni, assassinata, la ricordano davanti al cancello dell'obitorio del cimitero di Enna, dove il corpo della ventenne scomparsa di casa da due giorni è stato portato dopo il ritrovamento sotto un cavalcavia vicino all'ex miniera di Pasquasia. «Non ci possiamo ancora credere», dicono piangendo e abbracciandosi tra loro, provando a darsi coraggio. «Era bella e volenterosa - sottolineano - ma da quando aveva conosciuto il suo fidanzato, Francesco, era cambiata. O meglio la vedevamo poco: lui era geloso e non voleva che frequentasse i suoi vecchi amici, l'aveva chiusa in casa». Vanessa, figlia di un geometra, dipendente comunale e con cinque fratelli, si era diplomata all'istituto artistico, poi aveva interrotto gli studi. E per non pesare economicamente sulla famiglia aveva cominciato a fare dei lavoretti: commessa, barista e altre piccole cose. Era cambiata - dice chi la conosce - dalla scorsa estate, da quando si era interrotta, dopo tre anni, la relazione con il fidanzato storico, per poi mettersi con uno più grande di lei: Francesco Lo Presti, 34 anni, anche lui, come lei, figlio di un dipendente comunale, e anche lui senza un lavoro stabile. Una relazione che aveva dei problemi: «Lui non lo conoscevo bene, ma era geloso - afferma una vicina di casa - lo so perchè litigavano, alcune volte è stata chiamata anche la polizia...».

Nella casa era rimasto il cagnolino di Vanessa, che è stato preso in custodia dai carabinieri. Dopo la scomparsa della ragazza, su Facebook erano sorti cinque gruppi per il suo ritrovamento cui si sono iscritte circa tremila persone. Uno è nato poco fa e si chiama «Solidarietà e partecipazione per l'assassinio di Vanessa Scialfa» ed è aperto con una grande foto di rose rosse. Il padre, Giovanni, aveva postato questo appello per il suo ritrovamento: «A tutti gli amici di facebook,vi prego di diramare questa foto, è mia figlia non abbiamo notizie da martedì 24 Aprile, vi prego di fare più annunci possibili in modo di potere scongiurare il peggio,eventualmente potete chiamare ai numeri qui di seguito ... oppure direttamente ai carabinieri o qualsiasi altre forze dell'ordine. Vi ringrazio tutti per la collaborazione». Ora dopo le notizie sulla sua uccisione sono moltissimi i messaggi di cordoglio sulle pagine Fb. Scrive Carmela Scalisi: «Un grandissimo abbraccio alla famiglia di Vanessa. Speravo in una notizia positiva e invece... Vanessa sei e sarai l'angelo più bello». Lucia Vitale posta: «Non è possibile morire così a 20 anni, povera figlia»


Fonte: Leggo - Il sito ufficiale Leggo

Ragazza uccisa Enna, fermato il convivente: avevano litigato

La giovane forse strangolata e poi gettata da un viadotto
Il padre sul compagno: «Datemelo che lo ammazzo»


MILANO - È stata trovata morta sotto a un viadotto la ragazza di 20 anni, Vanessa Scialfa, scomparsa martedì pomeriggio a Enna. Il suo convivente, Francesco Lo Presti, 34 anni, giovedì mattina aveva raccontato di un litigio, avvenuto proprio martedì, dopo il quale la giovane si sarebbe allontanata da casa senza portare con sè soldi, documenti e cellulare. Secondo gli inquirenti, la ragazza sarebbe stata strangolata, forse in casa, e poi portata nel luogo dove è stata trovata. Nel frattempo gli uomini della Squadra mobile di Enna hanno fermato Lo Presti, dopo averlo interrogato.
SOSPETTO OMICIDIO - Vani, quindi, gli appelli lanciati fin da subito dal padre Giovanni, che ha anche altri cinque figli, via internet e attraverso la trasmissione Chi l'ha visto?. Il corpo sarebbe stato ritrovato sotto a un cavalcavia, il viadotto Morello, lungo la strada statale per Caltanissetta nella mattinata di giovedì e sarebbe stato riconosciuto dagli agenti intervenuti sul posto. Manca però ancora il riconoscimento ufficiale da parte della famiglia. Gli inquirenti ritengono che possa trattarsi di omicidio, vista anche la zona isolata, a circa 15 km dal capoluogo, dove difficilmente Vanessa avrebbe potuto arrivare a piedi.
LE INDAGINI - La pista dell'omicidio appare però la privilegiata. Il corpo della giovane è stato trasportato all'obitorio di Enna, dove si trovano il capo della squadra mobile Giovanni Cuciti, il comandante provinciale dei Carabinieri Baldassare Daidone e il sostituto procuratore Rio. L'agenzia Ansa riporta che Viviana Scialfa sarebbe stata uccisa altrove, forse in casa, e gettata dal viadotto successivamente.
«DATEMELO CHE LO AMMAZZO» - Giovanni, il padre
Un'altra immagine di Vanessa (Facebook/Ansa)
della ragazza, giunto all'obitorio per il riconoscimento della figlia, ha esplicitamente accusato Lo Presti: «Lo avevo accolto in famiglia perchè pensavo che fosse un bravo ragazzo, ma come si fa a uccidere una ragazza per un futile litigio... Datemelo tra le mani che lo ammazzo... Non lo devono arrestare: ci penserò io, con le mie mani...».